Oatman: una Ghost Town ancora viva tra leggende, asinelli, fantasmi e pistoleri lungo la Route 66
Tra le tante sorprese che riserva la magnifica Route 66, una delle più entusiasmanti è proprio Oatman, sperduta cittadina nella contea del Mohave, in Arizona, che con i suoi circa 120 abitanti, riesce ancora a rimanere in vita, nonostante si trovi già sulla lista delle Ghost Town americane.
Perciò seguiteci per scoprire con noi tante curiosità su questa graziosa perla nascosta nel deserto del Mohave.
Olive Oatman: storia della ragazzina che ha dato il nome alla Ghost Town
La nascita di Oatman
Cosa vedere a Oatman
Olive Oatman: storia della ragazzina che ha dato il nome alla Ghost Town
Nel 1851 una famiglia di Mormoni, si mise in viaggio dal Missouri allo Utah, in cerca di fortuna: erano il signor Royce e la signora Mary con i loro 6 figli, tra cui la piccola Olive Oatman. Una volta giunti in New Mexico si divisero dal resto del gruppo di cui facevano parte, per dirigersi più a Sud, verso il deserto di Sonora.
Non raggiunsero mai quella destinazione: a 90 miglia ad est di Yuma vennero attaccati dai nativi e gli unici superstiti furono proprio Olive, il fratello Lorenzo e la sorellina Mary Ann. Lorenzo fu creduto morto e lasciato sul campo di battaglia ma riuscì a ricongiungersi con il resto del gruppo.
Le due sorelline invece furono catturate, picchiate e utilizzate come schiave per più di un anno finché non arrivarono al villaggio alcuni membri della tribù Mohave che in cambio di cavalli e merci preziose, le portarono a Needles in Arizona.
Con loro la situazione migliorò notevolmente, il capo tribù le prese in simpatia e le tatuò sul mento e sulle braccia come da tradizione, per instaurare e rinforzare i legami con gli antenati. I tatuaggi fatti con la polvere blu, non erano infatti un modo per marchiarle, ma per farle integrare, così come le terre e il nome del clan Oach che gli donarono.
La loro nuova vita non durò però molto a lungo. Arrivò una siccità e molti membri della comunità, compresa la sorellina morirono. Olive fu ritrovata in punto di morte da agenti del Governo Federale degli Stati Uniti, che già indagavano sulla famosa ragazza bianca che viveva con gli Indiani e riscattata per cavalli e gioielli.
Olive Oatman rinnega il suo passato
Da quel momento Olive iniziò una pubblicità totalmente negativa nei confronti di chi l’aveva accolta per anni.
Il resto della sua vita fu segnato da un grande imbarazzo per quei tatuaggi che confessò essere simbolo di schiavitù e da un forte disagio psicologico, testimoniato anche dalle sue lettere, ritrovate solo dopo la sua morte per infarto nel 1903 .
Sono stati prodotti molti film e scritti libri e citazioni in ricordo di quella vita così tormentata, ma il miglior modo per onorarla è stato trovato nel dare il suo nome a Oatman, cittadina lungo la Route 66, vicino al Colorado River, nei luoghi che segnarono la sua adolescenza.
La nascita di Oatman
Oatman nacque nei primi del 1900 come cittadina di passaggio, dove oltre alle tende venne quasi subito costruito l’Oatman hotel, inizialmente Drulin hotel. Nel 1915 vi venne scoperto un gran giacimento d’oro così che non fu più solo una meta per minatori ed arrivò ben presto ad avere oltre 3500 abitanti.
Le entrate dell’hotel aumentarono notevolmente ma già nel 1920 ci fu una vera e propria crisi dei minatori che portò la cittadina al suo declino. Fu l’avvento della Route 66 che passava di lì, a portare nuovamente vita in città, fino alla sua sostituzione con la Interstate, quando è entrata in gara per diventare Ghost Town.
Cosa vedere a Oatman
Oatman Hotel: tra star e fantasmi
Gli asinelli selvatici
Al tempo dei minatori…
Ghost Rider Gunfighters
Dove mangiare: consigliato da noi
Come raggiungere Oatman: distanze dalle principali città
Oatman Hotel: tra Stars del cinema e fantasmi
Il 29 marzo del 1939, l’Oatman hotel venne addirittura scelto da Clark Gable e Carole Lombard per la loro prima notte di nozze. Al piano superiore tutt’ora si può vedere pressoché intatta la loro alcova d’amore. Lì, fino alla morte di Carole in incidente aereo nel 1942, la coppia tornava piacevolmente di tanto in tanto.
Cambiò il nome in Oatman Hotel negli anni 60 e nonostante la cittadina sia tornata ad avere poco più di 100 abitanti, rimane ancora oggi un’attrazione imperdibile per i turisti, soprattutto grazie alle leggende che circolano sui fantasmi che lo popolano, primi tra tutti quelli di Clark e Carole.
Oatie e i suoi colleghi fantasmi all’Oatman Hotel
Il più famoso tuttavia si dice essere Oatie, lo spiritello di un probabile minatore irlandese che ubriacatosi in seguito alla perdita di tutta la sua famiglia, una sera svenne nella sua camera in quell’albergo senza svegliarsi più.
Si dice che alcuni ospiti abbiano sentito suonare una cornamusa e ondate di freddo improvviso nella loro stanza. Si racconta di finestre che si aprono da sole, di luci che si accendono e si spengono, dello scarico del wc che si aziona in stanze vuote e di impronte che appaiono in pavimenti appena puliti.
Siamo così sicuri di voler davvero soggiornare in questo hotel? Beh, fortunatamente sembra che questi ospiti non vogliano arrecare danni ai turisti ma solo fare qualche scherzo, perciò la situazione viene considerata del tutto “normale”.
L’hotel si trova ad oggi nel Registro Nazionale dei Palazzi Storici ed è pieno di ricordi di Clark e Carole. Ospita un ristorante, un negozio di souvenir e un museo di cimeli storici.
Noi li abbiamo contattati sulla loro pagina Facebook per sapere se fornissero ancora stanze e riportiamo qui la risposta datata 05/05/2019 :
“We do rent one and two bedroom cabins. Call 928-768-4408 to book”.
Vi piacerebbe passare una notte ad Oatman?
Gli asinelli selvatici
Un’altra importante attrazione della cittadina, la principale e più insolita, quella che sinceramente mi ha spinta più di tutti a visitarla, sono i wild burros, dallo spagnolo asinello, che girellano liberamente per le strade.
Arrivarono qui alla fine del 1800 insieme ai minatori che li utilizzavano come mezzi di trasporto, finché la città subì la crisi delle miniere e vennero lasciati liberi. Da quel momento si sono riprodotti diventando parte integrante della piccola comunità e una bellissima attrazione turistica.
Durante il nostro viaggio ci è capitato di vederne almeno una trentina, da quelli più piccoli che ancora camminavano goffamente ai più prepotenti, che si prendevano a sonori calci per accaparrarsi più cibo.
Gli asinelli devon esser nutriti solo con gli appositi cubetti di fieno
In ogni negozio della città si vendono cubetti pressati di fieno, in quanto è severamente vietato per la loro salute, dargli scarti o avanzi. Ed è solo con quei magici richiami che vi considerano, altrimenti sono loro a far da padroni, anche e soprattutto quando si installano al centro della strada ignorando voi e la fila di auto che causano nella Main Street.
Ne abbiamo visti alcuni entrare senza ritegno anche all’interno dei negozi, ma attenzione a non urlargli, sgridarli, scacciarli o suonargli il clacson, gli abitanti potrebbero prendersela a male più degli stessi asinelli. Come già detto: sono loro i veri padroni della città.
Me li immaginavo più affettuosi, ma è comprensibile che non capiscano il perché di tutte quelle persone che gli girano intorno e che ovviamente scelgano solo chi li “compra” con qualche snack. Quelli solitari che non abitano proprio ad Oatman, stranamente sono più propensi a fare amicizia.
A Cool Springs, poco prima del Sitgreaves Pass, ho incontrato un ciuchino più scuro, vagava da solo e si era letteralmente innamorato di me. Tra molti altri turisti ero l’unica che non avevo cibo ma lui inseguiva solo me facendosi coccolare. Così avrei voluto fossero anche i ciuchini di Oatman.
Ma sarà per la prossima volta, quando anche io li corromperò con dei cubetti di fieno…
Al tempo dei minatori…
Per quanto sia davvero piccola Oatman offre anche altre attrazioni quali un’antica prigione e la miniera. Quest’ultima non è altro che l’ingresso di un ex tunnel lungo poche decine di metri, giusto il tempo di capire come poteva esser claustrofobica la vita dei minatori, ma niente di più.
Ghost Rider Gunfighters
Altra attrazione di spicco, un duello a suon di urla e spari tra attori vestiti da cowboy e ladri. Si svolge in mezzo alla Main Street, agli asinelli e alla folla di spettatori e auto che sono costretti a fermarsi per circa 15 minuti. Tutto si ferma e tutti assistono alla rievocazione. E anche noi eravamo tra questi.
L’avevamo attesa con ansia, ma siamo rimasti un po’ delusi probabilmente per il fatto che i dialoghi sono veloci, l’audio è pessimo e il nostro inglese non è così perfetto. Gli altri turisti che si erano raccolti intorno agli attori sembravano però divertiti, quindi consigliamo comunque di assistervi, non vi porterà via molto tempo.
Nella maggior parte dei siti web si dice che gli spettacoli sono due, alle 13,30 e alle 15,30. Noi però dopo aver pranzato alla velocità della luce per non perdercelo, abbiamo assistito a quello delle 14,30.
Non sappiamo se per qualche motivo particolare la scaletta quel giorno era cambiata o gli orari non sono aggiornati sui vari siti, per questo come per ogni dubbio, consigliamo di scrivere direttamente ai siti web ufficiali o di chiedere conferma non appena arrivati in città.
Dove mangiare: consigliato da noi
Olive Oatman Restaurant
Sebbene il ristorante più pubblicizzato della Ghost Town sia l’Oatman Hotel, noi che andiamo sempre controcorrente abbiamo deciso di provare un pasto veloce al locale di fronte: l’Olive Oatman Restaurant che vi accoglie con una facciata in classico stile saloon con sul tetto una foto di Olive e due carrozze.
All’interno il classico arredamento con quadretti, chincaglierie, teschi e strumenti dei minatori appesi alle pareti, tavolini spartani e saliera a forma di ciuchino.
Il servizio è veloce ed efficiente e qui posso affermare di aver mangiato uno dei migliori hot-dog di tutti i mie viaggi in terra americana. Ben cotto, saporito e polposo, spendendo forse al massimo 5 $.
Noi lo consigliamo davvero, magari con più tempo a disposizione per un pasto più completo e per osservare gli abitanti, quelli veri, che entrano col classico cappello e abito da cowboy, fieri e totalmente immedesimati nel personaggio, alla ricerca di uno spuntino o per un saluto.
Come raggiungere Oatman: distanze dalle principali città
130 miglia da Las Vegas passando per Kingman
29 miglia da Kingman
278 miglia da Los Angeles
340 miglia da San Diego
Nei primi due percorsi vi troverete ad affrontare una strada piuttosto impervia. Attraverserete il Sitgreaves Pass, che collega Oatman a Kingman e poi a Las Vegas… conoscete questo terribile tratto della Route 66?
Venite a scoprirlo con noi nel prossimo articolo…