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Giorno 15 (parte1) – Finalmente le spiagge di Malibu

E suona la sveglia anche oggi. Quanto ci piace dormire la mattina adesso che abbiamo smaltito il jet lag e son già due settimane che siamo on the road. Sapevamo che sarebbe stata tutt’altro che rilassante la vacanza… Ma va bene così… L’hotel non offre la colazione quindi, visto che siamo a due passi da Malibu, cerchiamo di capire dove possiamo conciliare la caccia ai vip e la nostra fame.

24 settembre
E suona la sveglia anche oggi, una giornata importante perché ci aspettano le spiagge di Malibu.  Quanto ci piace dormire la mattina adesso che abbiamo smaltito il jet lag e son già due settimane che siamo on the road.  Sapevamo che sarebbe stata tutt’altro che rilassante la vacanza… Ma va bene così…

L’hotel non offre la colazione quindi, visto che siamo a due passi da Malibu, cerchiamo di capire dove possiamo conciliare la caccia ai vip e la nostra fame. In pochi minuti di stalkeraggio riesco solo a trovare l’indirizzo di un centro commerciale in cui si dice facciano shopping le celebrities. Bingo!

 (Piccola nota: questo post è stato scritto dopo il devastante incendio avvenuto in queste zone, quindi alcuni luoghi che descriviamo potrebbero esser distrutti per sempre)

Cinque minuti e siamo arrivati. E’ domenica ed è ancora molto presto per l’apertura dei negozi. Ci fermiamo in un bistrot dallo stile francese che pubblicizza caffè più pasta a 5$ e sembra economico rispetto agli standard della zona.  Noi però, ancora imbambolati dal sonno ordiniamo una hot chocolate e due brioches alla modica cifra di 13$. Iniziamo la giornata con un conto ben più salato del previsto, ma siamo nella zona dei ricchi e questo è il prezzo da pagare.

Passeggiamo tra i vialetti alberati dove trovo a sorpresa la bellissima libreria Barnes e Nobles e non posso non entrare. Adoro perdermi tra le sue migliaia di volumi, ma raramente mi capita di incontrarla durante gli on the road.  Ne approfitto per comprarmi un buon libro in inglese, una lettura semplice da teen agers e ripartiamo. Niente VIPs, ma c’era da aspettarselo: la domenica mattina viene dopo i bagordi del sabato sera e siamo arrivati troppo presto.

Ce ne andiamo comunque soddisfatti perché la zona è molto carina. Adesso siamo pronti per l’esplorazione delle spiagge. Quelle che Dome tanto brama di vedere. Partiamo. Siamo ancora a Calabasas nelle colline sovrastanti Malibù. Ci aspettano una ventina di minuti di viaggio e siam già in ritardo rispetto alla tabella di marcia. Ad un tratto scorgiamo davanti a noi il mare, bellissimo, azzurro, intenso.

Colline con sullo sfondo le spiagge di Malibu
Colline di Malibu – California

Laggiù, ancora lontano, fa capolino tra ville e arbusti. Accostiamo in un parcheggio di una grande struttura che scopriamo essere una chiesa. Facciamo delle meravigliose foto al panorama e Dome ne approfitta per una visita all’interno. Torna dopo poco, chiedendomi di andare con lui perché non capisce dov’è l’ingresso e c’è molta gente vestita in modo elegante con bimbi al seguito, che lo fanno sentire in imbarazzo. Beh in effetti sembra proprio che si stia festeggiando qualcosa. Che piacevole atmosfera. 

Non ho però idea di cosa stia succedendo, tutti sono troppo impegnati a parlare tra loro e per di più hanno un pass. La uso come scusa per dileguarci, soprattutto perché la nostra tenuta da spiaggia sembra confidare a gran voce: “ ehi siamo intrusi!!!” e non ci sentiamo molto a nostro agio.

9/11 Memorial – Pepperdine University – Malibu

Ripartiamo ma dopo qualche miglio la nostra attenzione viene catturata da un immenso prato con un’infinità di bandiere americane. Aspettate c’è anche quella italiana e delle altre nazioni. Non finiscono più. Non sappiamo cosa sia ma ci son molte auto accostate sul ciglio della strada, pit stop obbligatorio.

  Siamo in mezzo ad un mare di bandiere, scattiamo foto, intorno a noi solo drappi dai mille colori. Non tardiamo ad arrivare al padiglione in cui viene spiegato il significato: si tratta di un vero e proprio monumento commemorativo dell’undici settembre, creato dalla Pepperdine University. Ogni bandiera corrisponde a una vittima. Un brivido ci percorre la schiena. E’ davvero un modo molto speciale di ricordare un così tragico evento, tra la pace e il silenzio dell’immensità di questa collinetta.

Soddisfatti di questo fuori programma saliamo di nuovo in sella alla nostra macchinina, adesso basta soste: oceano aspettaci.  Arriviamo nella Hwy 1 finalmente. Sopra di noi le colline piene di ville, sotto di noi l’oceano. Non è così semplice parcheggiare lungo la strada. Non c’è molto traffico ma dobbiamo mantenere una certa velocità di guida, per non creare una lunga fila e non vediamo bene i cartelli che indicano le varie spiagge. Ad un tratto un molo. E un parcheggio.

Arrivo alle spiagge di Malibu : Malibu Pier

È il Malibu Pier finalmente! Se stiamo meno di mezz’ora paghiamo 8 dollari, di più scatta la tariffa giornaliera a 35. Io quasi svengo. Vogliamo tornare indietro ma appena svoltato ci consegnano il tagliandino e ci indicano dove andare. Vabbè ormai che ci siamo facciamo una passeggiata. Ma veloce veloce eh.

La spiaggia non è estesa come quelle che ci siamo lasciati alle spalle a Los Angeles e San Diego e in alcuni tratti è un po’ affollata. L’atmosfera però è  rilassante e il panorama molto bello così Dome assapora anche la freschezza dell’oceano di Malibu.

Carbon Beach : Malibu

Mezz’ora passa velocemente ma la nostra avventura ancora deve iniziare. Ci dirigiamo verso Carbon beach. Vogliamo curiosare tra le famose ville dei miliardari: le residenze con patio e giardino direttamente sulla spiaggia, con le immense vetrate vista oceano, che noi comuni mortali abbiamo visto solo in cartolina…

Parcheggiamo questa volta senza problemi lungo la strada e a pochi passi troviamo l’accesso pedonale, seminascosto e piuttosto stretto. I cartelli che invitano al rispetto della privacy son ovunque insieme a quelli che indicano che la zona è video sorvegliata. Mettiamo piede sulla sabbia e una bellissima villa bianca ci compare accanto.

Prima cosa che noto sono i classici birilli rossi, che intimano di stare alla larga, così scatto solo un paio di foto e mi allontano passeggiando sotto l’ultimo sole cocente della vacanza. Mi giro dopo poco e Dome non c’è  più. Lo vedo laggiù, lontano, letteralmente incollato alle vetrate della villa bianca. E’ lì fermo, tranquillo, con la action cam accesa. Mi prende un colpo. Gli urlo. Si gira. Mi vede fare strani gesti, sto cercando di imitare i birilli. Li vede. Finalmente se ne accorge! Si allontana e mi raggiunge:”ma io mica li avevo visti”. Vorrei chiamare io la security, ma ci ridiamo su. Una risata sarcastica la mia: se arriva la Police lo abbandono sul luogo del misfatto!

Dome che fotografa ovunque - Spiagge di Malibu
Dome che fotografa ovunque – Spiagge di Malibu

Le ville si susseguono una accanto all’altra, con le architetture più sofisticate: ce n’è una che avrà  minimo venti camere disposte su due piani. E un’altra finalmente è abitata: un gruppetto di persone sorseggia dei cocktails nei divanetti esterni. “Dome per carità  vieni qua!!!” Fa strano però vedere come molte siano vuote, anche la spiaggia è quasi deserta.

Le poche facce che incontriamo sono di curiosi che come noi scattano foto o si accampano per qualche ora. Qualcuno gioca con la palla, un paio di coppie prendono il sole, niente di più. Tranquillità assoluta. Silenzio totale. Sembra di stare in un set di un film . Vuoto. Osserviamo minuziosamente ogni dettaglio e ci divertiamo a scegliere la nostra futura casa.

Nel frattempo Dome prova altre due volte  ad avvicinarsi alle ville. Addirittura vuole salire le scalette!!! E continua a dire che non fa nulla di male nonostante un cartello enorme affermi il contrario. Ed è anche così ben visibile da rovinare l’armonia della villetta. Devo portarlo via. Per fortuna la camminata, il sole, l’aria di mare o semplicemente l’ora ci fanno iniziare ad avere un certo languorino e quando la fame chiama non c’è villa che tenga. Evviva.

Pranzo al Point Dume Village

Ripartiamo alla ricerca di un qualsiasi locale. Ad un tratto mentre la Hwy1 inizia a scendere, scorgo indicazioni per quella che sembra un’area ristoro. Siamo al Point Dume Village. La quantità di cartelli nei parcheggi che invitano i paparazzi a stare alla larga e di non stalkerare o fotografare ci fa pensare che possa esser frequentato anche da vips.

Nei tavolini all’aperto qualche famigliola si gode il pasto veloce. Altri, in giacca e cravatta discutono davanti ad un caffè. Non sembra una zona così esclusiva, non ci sentiamo a disagio, quindi ordiniamo anche noi qualcosa da mangiare. Ovviamente questa volta, non andiamo al cafè francese, ma dalla nostra amata Subway. Con pochi dollarini ci costruiamo a piacimento il nostro solito delizioso half bread . Un panino gustoso rovinato a metà dall’amaro in bocca lasciato dall’insuccesso della caccia ai vip.
Bye bye Malibù.

Sicuramente torneremo a trovarti. Dome soprattutto ha lasciato il suo cuore proprio qui, tra le tue favolose ville e il colore azzurro del tuo mare. Non fa altro che ripetere che è qui che si trasferirebbe anche domani e che vuol farci ritorno.

Continua….

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