Ed eccoci qua, a Cupramontana, per l’ultimo photowalk del 2019 organizzato dalla Regione Marche.
Cupramontana è un comune della provincia di Ancona con poco più di 4600 abitanti, che deve il suo nome alla dea della fertilità e della bellezza, adorata dai Piceni: Cupra.
Fu successivamente occupata dai romani e poi dai Longobardi , passò in eredità all’imperatore Federico Barbarossa nel XIII secolo e infine allo Stato Pontificio.
Dopo tutte queste peripezie è adesso un importante centro di produzione del Verdicchio dei castelli di Jesi e con orgoglio porta avanti la sua economia basata soprattutto sulla viticoltura, festeggiandola con la Festa dell’uva che si terrà dal 3 al 6 ottobre 2019 e si ripete ogni anno.
Inizia il nostro Cupramontana photowalk: visita ad una casa storica
Iniziamo la nostra visita con un’esperienza del tutto insolita e originale. Il signor Riccardo Cardarelli, proprietario di una casa storica che ha ristrutturato e restaurato con precisione, devozione e tanta cura al dettaglio, ci permette di visitarne tutti gli ambienti.
Partiamo dalla terrazza panoramica che si trova al quarto piano da cui si gode di una bella vista su Piazza Cavour e sul Monte San Vicino in lontananza. Ogni stanza è caratterizzata da arredi unici e particolari.
Vi accediamo da una ex edicola che fungeva anche da barbieria, per arrotondare le entrate all’epoca in cui era in funzione. Qui è stata allestita una mostra delle opere del poliedrico Ezio Bartocci, originario di Cupramontana.
Il Palazzo comunale
Passiamo poi a visitare il Palazzo comunale. E’ il simbolo del borgo, risalente al 1777. La prima pietra fu posta su disegno di Mattia Capponi.
Qui sono stati raccolti , esposti e tutelati i reperti testimoni del passato di Cupramontana fin dell’età romana, ritrovati anche recentemente dai contadini arando i campi.
La comunità cuprense inizialmente abitava nella zona vicina all’attuale cimitero ed è lì che il terreno ha donato i resti più importanti nel corso dei secoli.
La sala consiliare
Nella sala consiliare i reperti sono stati addirittura murati alle pareti, per non subire ulteriori spostamenti. Importante è la lapide epigrafe che ci svela qualcosa in più sulla storia di Cupramontana. La comunità era nata intorno al tempio della dea Cupra e in epoca romana occupava un’area molto vasta con i suoi 3000 abitanti.
Nel periodo delle invasioni barbariche venne però distrutta e se ne perse ogni traccia. Assunse il nome di “Massaccio”: la popolazione rimasta si ritirò sul colle, ma nessuno sapeva più quali fossero i suoi confini geografici e per un periodo cessò di esistere. Molte furono le dispute sulle sorti della città.
Nella lapide esposta nella sala consiliare, i “pueri e puelle di Cupramontana” ringraziano Antonino Pio imperatore romano, per i sussidi a loro concessi e con essa si riesce a stabilire l’esatta posizione di Cupramontana.
Dopo essere diventata proprietà dello Stato Pontificio, la popolazione richiede insistentemente di cambiare il nome da “Massaccio” ( massa di ruderi o campo di Accio, quindi di proprietà di un possidente cuprense) all’originale Cupra Montana, che doveva esser diviso in due parole come la sorella Cupra Marittima.
Solo con l’unità d’Italia si prese in considerazione seriamente questa esigenza e il regio decreto del 1 dicembre 1861, n 358 autorizzava il comune di Massaccio ad assumere l’antico nome di Capramontana. Avete capito bene proprio Capra anziché Cupra. Dopo varie diatribe gli abitanti ottennero la correzione dell’errore, ma il nome rimase tutto attaccato.
Sala del Settecento
Al piano superiore si trova la Sala del Settecento così chiamata perché la mobilia risale a quel periodo storico. A testimoniarlo , la fattura originale del falegname a cui era stata commissionata la realizzazione. Qui si può ammirare una piccola parte dell’Archivio storico comunale tra cui catasti dal ‘400 fino agli inizi del ‘900 e molti atti burocratici.
Ci è permesso visionare un catasto del 1700 in cui sono elencati i proprietari terrieri e relativi possedimenti. Nella prima pagina una particolarità: vi è riportata l’unità di misura calcolata sulla lunghezza di un piede. Sono esposte anche bellissime Cinquecentine restaurate, provenienti dall’Eremo dei Frati Bianchi.
Ultima tappa all’interno del Palazzo comunale, la “sala dell’ologramma” in cui è esposta una piramide al cui interno appaiono alcuni reperti storici di Cupramontana in formato digitale.
Da qui facciamo una brevissima passeggiata e raggiungiamo l’entrata dei MIG.
MIG – Musei in Grotta
Acronimo di Musei in grotta. Si trovano all’interno dell’ex monastero di Santa Caterina, risalente al 1700. Un ambiente di 500 mq in cui si alternano grotte e cunicoli scavati nell’arenaria, che hanno permesso la creazione di un vasto ambiente museale che accoglie l’area dedicata al Museo dell’etichetta, alla Sagra dell’uva, alla “Strada del Gusto” e si conclude con l’enoteca.
Il Museo dell’etichetta
Particolare è il Museo dell’etichetta, creato grazie alla donazione di un ingegnere appassionato di etichette provenienti da ogni parte del mondo.
Delle 10 mila facenti parte della collezione ne sono esposte circa 900, divise per continenti, periodo storico e tema, comprese quelle vincitrici del premio “Etichetta d’oro” conferito ogni anno dal comune di Cupramontana.
Il Museo della Festa dell’uva: una tradizione lunga quasi un secolo
Molto interessante anche l’area dedicata alla Festa dell’uva, che si terrà dal 3 al 6 ottobre. Evento tanto atteso per tutto l’anno dai cuprensi, che li impegna per quasi due mesi nella preparazione di stand e carri allegorici che parteciperanno alla sfilata della domenica pomeriggio.
Ci accolgono Maria e Sara, due “carriste”, coloro che si occupano della realizzazione dei carri.
Questa usanza risale al 1928 e sono giunti alla 82 esima edizione. Solamente durante le Guerre Mondiali l’evento è stato sospeso. Agli inizi sfilavano carri molto più semplici trainati da buoi, dove però non poteva mancare l’uva esposta, principale fonte di reddito del paese e protagonista della festa.
Adesso i carri sono delle vere e proprie opere d’arte in cui lavorano circa 30 persone per ognuna delle cinque contrade che concorrono.
Gli ingegneri fanno il bozzetto, altri studiano i movimenti dei personaggi, poi arriva chi salda, chi fa la cartapesta, chi assembla i pezzi, chi decide i colori e la composizione.
Pochi giorni prima del grande evento l’uva viene vendemmiata e attaccata, più ne viene utilizzata nella decorazione dei carri, più il punteggio della giuria aumenterà. Ogni carro ha una propria cantina per la sponsorizzazione e ottiene circa 15 quintali di uva da poter utilizzare, quando l’annata è buona.
Una volta ultimati i lavori non rimane altro che attendere la sfilata finale della domenica, comprensiva di scenetta recitata, che narra di storie aventi sempre un lieto fine legato al vino.
la Strada del Gusto
Al termine di questa spiegazione ci aspetta un assaggio dei vini locali dell’Enocupra, gestita dall’associazione Strada del Gusto, formatasi dall’unione di dieci cantine cuprensi.
L’Orto del semplice
Dopo questi attimi conviviali, usciamo nel giardino esterno, accanto all’angolo in cui si trova l’ “Orto del semplice”: un orto botanico, chiamato così perché si ispira alla filosofia di coltivazione di piante autoctone e con proprietà medicinali, caratteristica dei monaci.
Qui terminiamo la nostra visita ai MIG e siamo pronti per le prossime tappe.
Chiesa Santa Caterina
Nota agli abitanti come Chiesa delle suore, si trova all’interno di un convento. E’ una chiesa rotonda risalente al 1751, con una cupola poggiata su 8 colonne corinzie.
La sagrestia ospita un’opera importante, attribuita da Sgarbi a Paolo Piazza, un pittore bresciano del XV-XVI secolo: “Il transito di San Giuseppe”.
Chiesa San Lorenzo
Realizzata dal 1770 al 1787 su disegno di Mattia Capponi, con una architettura neoclassica. Al suo interno si trovano colonne con capitelli corinzi e l’abside arricchita di rosoni a stucco. Vi sono conservate cinque tele di Pietro Locatelli e due pale di Francesco Appiani.
Chiesa San Leonardo
Risalente al 1760, costruita sui resti della precedente del 1151.
Qui è interessante notare la presenza dell’artista Andrea Scoccianti definito il “Raffaello delle fogliarelle”, un ebanista conosciuto anche a Roma, che ci lascia una testimonianza molto importante nel suo operato all’interno di questa chiesa , come potete vedere dalla foto qui sotto.
E’ possibile ammirare inoltre, la “Madonna della Colonna”, un’opera del 1400 chiamata così semplicemente perché nella vecchia chiesa era appoggiata ad una colonna.
L’organo in alto, sopra il portone d’ingresso risale alla fine del 1700 ed ha la particolarità di non essere in piano, ma pendente verso il basso: errore dell’architetto, mai sistemato.
A questo punto è arrivato il momento del pranzo.
Piatti tipici della tradizione
Gli stand per la Festa dell’uva sono già pronti e quello del Gruppo folcloristico Massaccio si è allenato alla grande folla della prossima settimana proprio grazie a noi. Ci hanno servito ottimi piatti tipici della tradizione, tutelati dalla denominazione Comunale De.Co “Cupramontana”:
Gnocchi alla papera, polenta al sugo, coniglio in porchetta, dolcetti e l’immancabile vino Verdicchio.
L’esibizione di Saltarello
Ad allietare l’attesa, una speciale esibizione di Saltarello, realizzata da dolcissimi bimbi in costume e bravissimi musici.
Si tratta di un ballo tradizionale di corteggiamento, diffuso soprattutto nel centro Italia, ma che non ha una coreografia uniformata uguale per tutte le regioni. E noi abbiamo assistito a quella Marchigiana…
Ed è con Cupramontana che salutiamo la stagione dei photowalk, in attesa di quella del 2020 che speriamo sia ricca e interessante come quest’anno.
Vi lasciamo alla visione del video riassuntivo della giornata e nel frattempo vi consigliamo di ripercorrere con noi gli eventi passati e vi invitiamo a seguirci ancora perché la nostra scoperta delle Marche proseguirà anche in autonomia.
Photowalk a Porto Recanati
Photowalk a Fermo
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2 risposte su “Cupramontana Photowalk”
Sempre bei luoghi da visitare! 👍
Sì è vero, le Marche sono piene di borghi e luoghi splendidi da visitare, non solo in estate.