Inserita in un contesto paesaggistico meraviglioso, tra le dolci colline toscane, Volterra è quello scrigno da aprire con cura per scoprire con calma le tante cose da vedere che vi faranno innamorare di lei.
Volterra ha avuto un boom di menzioni dopo il film Twilight, nonostante le riprese si siano effettivamente svolte a Montepulciano, ma inspiegabilmente non è così rinomata come i paesi vicini, quasi oscurata da San Gimignano.
Volterra è la città dell’Alabastro e lo testimoniano i numerosi negozi specializzati e le botteghe artigiane lungo i suoi vicoli.
Ma è anche un centro che conserva tracce evidenti di un passato etrusco, romano e medievale.
Siete pronti a scoprire con me cosa vedere a Volterra e ad innamorarvene?
Se volete iniziare la visita dalla piazza principale la troverete a pochi passi da ciascuna delle porte di accesso al paese, anche se sarà difficile raggiungerla direttamente, senza prima fermarsi ad esplorare ogni vicolo e negozietto nelle vicinanze.
Noi siamo entrati da Porta all’Arco, nelle immediate vicinanze del parcheggio “La Dogana” (costo 2 euro l’ora) e siamo subito rimasti ammaliati dai tanti oggettini in alabastro e prodotti tipici del negozio Ali Alabastri Lavorati Italiani.
Ci siamo poi inoltrati lungo corso Giacomo Matteotti, colpiti dai mille locali, insegne e vasi fioriti, archetti tra un palazzo e l’altro… In Via Antonio Gramsci ci siamo diretti verso destra, in direzione Fortezza Medicea. Anche qui si affacciano tante botteghe e locali caratteristici e deliziati dai colori e dagli odori invitanti, siamo arrivati in Piazza XX settembre.
Piazza XX Settembre
In piazza XX Settembre, si apre una bellissima terrazza panoramica sulle vallate circostanti e si affacciano il Museo della Tortura, la Chiesa di Sant’Agostino e il Museo Diocesano d’arte sacra.


Il Museo della Tortura
Un’attrazione molto particolare volta a mettere in mostra gli strumenti di tortura usati nel corso dei secoli e a prendere coscienza di quell’orrore. Noi ne avevamo già viste di simili e data la bella giornata di sole non siamo entrati, anche se a malincuore.
La Chiesa di Sant’Agostino e Museo diocesano di arte sacra
Una chiesa del XIII secolo ad un’unica navata, che nel XVIII secolo fu trasformata con tre navate e la nuova attuale facciata. Adesso ospita opere pittoriche, reliquiari, paramenti sacri, antifonari.
Museo etrusco Mario Guarnacci
Intitolato a monsignor Mario Guarnacci, che nel 1761 donò la sua importante collezione archeologica privata, al comune di Volterra. Si aggiunse così anche una biblioteca con oltre 50.000 volumi, alle centinaia di urne funebri in alabastro e tufo del periodo ellenistico, che costituivano il nucleo originale del museo.
Chiesa di San Pietro in Selci
Poco più avanti si trova la Chiesa di San Pietro in Selci, risalente al XII secolo, sulla cui facciata barocca si possono vedere statue in tufo di San Lino e di San Giusto attribuite a Leonardo Ricciarelli.



Porta a Selci
Proseguendo lungo Corso Giacomo Matteotti si arriva fino alla Porta a Selci, risalente al XVI secolo. Semplice, ma molto bella da ammirare anche dall’esterno in cui sono affissi stemmi e targhe commemorative e proprio di fronte si trova il monumento ai Caduti della Grande Guerra 1915-1918.
Fortezza Medicea
A questo punto, ci siamo incamminati per qualche metro in salita per costeggiare le mura della Fortezza medicea.
La Fortezza risale al 1474, due anni dopo che Volterra fu conquistata da Firenze per il controllo delle miniere di allume potassico. Doveva servire per proteggere la città e per tutelare i nuovi signori dalle rivolte cittadine.
La Vecchia Rocca era già stata costruita nel 1342 dal Duca francese Gualtieri di Brienne, mentre nel 1475 fu rimodificata per volere di Lorenzo il Magnifico che fece erigere anche la Fortezza Nuova.


Vi sembrerà strano però, vederla contornata da recinzioni: oggi ospita infatti una casa di reclusione, cosa alquanto inaspettata.
Non è visitabile, ma ci sono saltuariamente eventi particolari, volti a coinvolgere i carcerati in un progetto di riabilitazione che permetta anche di valorizzare la struttura.
Vengono infatti organizzate “cene galeotte” e rappresentazioni della Compagnia della Fortezza, in cui sono gli stessi prigionieri a cucinare e intrattenere gli ospiti.
Cosa vedere a Volterra: il Parco archeologico Fiumi
Una breve passeggiata lungo le mura porta al bellissimo parco verde, ideale per sdraiarsi sull’erba per un picnic o far divertire i bimbi al parco giochi. Un’altra piacevole sorpresa nascosta all’ombra della fortezza, dalla quale si ha accesso anche all’Acropoli etrusca.
Acropoli etrusca di Volterra

E’ un’area in cui sono ancora visibili resti di varie strutture di epoche differenti: etrusca, romana e medievale, accumunate da una valenza religiosa.
Conserva anche i resti di una cisterna per raccolta dell’acqua piovana, di una piscina augustea e di due edifici a forma di templi.
A questo punto in pochi passi torniamo al punto di partenza ed è arrivato il momento di proseguire verso la piazza principale.
Piazza dei Priori
Una mini riproduzione di piazze più famose quali Siena e San Gimignano che però non ha nulla da invidiargli… Anzi, così piccola è proprio uno scrigno accogliente di eleganti palazzi: il Palazzo dei Priori, il Palazzo Vescovile, il Palazzo Incontri e il Palazzo Pretorio.
Palazzo dei Priori
Palazzo dei Priori è il municipio più vecchio di tutta la Toscana. E’ costruito interamente in pietra e la facciata è coronata da merli a semicerchio del XVI secolo e decorata con stemmi di famiglie fiorentine.


Il Palazzo dei Priori è oggi sede del Comune, per questo è solo parzialmente aperto al pubblico.
Si possono visitare la Sala del Consiglio e la Sala della Giunta, le sale del sottotetto e la Torre Campanaria, che offre uno splendido panorama.
Torre del Porcellino
La torre, proprio di fronte al Palazzo dei Priori, fu una delle prime residenze del podestà del comune di Volterra già dal XII secolo. La particolarità di questa torre è una mensola in alto, che sorregge un maiale o un cinghiale, da cui prende il nome. Aguzzate la vista!
Il Duomo (Cattedrale di Santa Maria Assunta) ed il Battistero
Dietro al Palazzo dei Priori, il Duomo, del 1120, si presenta con una facciata a caratteri romanici, mentre gli interni hanno tratti rinascimentali. Ospita opere d’arte di Andrea della Robbia, Mino da Fiesole e Benozzo Gozzoli.


Di fronte, il Battistero, risale al XIII° secolo, e colpisce per la sua facciata in marmo bianco e verde scuro. All’interno è davvero piccolo ma custodisce un bellissimo fonte battesimale scolpito nel 1502 da Andrea Sansovino.
Porta e Fonte San Felice

Da qui siamo scesi fino a Porta e Fonte di San Felice dove sono ancora visibili i resti delle terme con il calidarium, la sudatio, il tepidarium e il frigidarium.
Proprio dall’arco della porta si aprire uno splendido scorcio sulle colline circostanti.
Piazza Inghirami con la Chiesa di San Francesco e la Cappella della Croce di Giorno



Volendo esplorare ogni angolo di Volterra, ci siamo diretti verso la vicina Porta San Francesco, che ha ancora affreschi originali, per visitare l’omonima chiesa, in una piazzetta molto curata: Piazza Inghirami. Risale ai primi anni del XIII secolo ed ha una facciata in pietra molto semplice.
E’ degna di nota la cappella del 1315 con due campate gotiche e abside tripartita: l’unico elemento gotico rimasto a Volterra.
Poco distante anche la Chiesa di San Lino che conserva la tomba dell’umanista Raffaele Maffei.
Avvicinandoci di nuovo alla piazza centrale, questa volta deviamo verso Palazzo Viti.
Cosa vedere a Volterra: Palazzo Viti – Casa Museo
Palazzo Viti fu costruito già nel 1500, ma solo nel 1850 venne trasformato nella sontuosa residenza del commerciante d’alabastro Giuseppe Viti. E nel 1861 ospitò addirittura Vittorio Emanuele II primo re d’Italia.
Dalla sala da ballo a quella da pranzo e poi quella delle mostre e delle porcellane, per poi passare alla biblioteca e alle camere che si distinguono per gli arredi e i drappeggi di colorazioni diverse: un tripudio di rosso, giallo e blu. Un’esplosione di lusso e tanti dettagli eleganti che ripercorrono la storia del proprietario e i suoi viaggi in tutto il mondo, di cui ogni cimelio esposto ne è testimonianza.



Un modo molto coinvolgente per conoscere Viti, colui che grazie al commercio di alabastro, ha risollevato le sorti economiche di Volterra.
Nel modestissimo prezzo del biglietto di 5 euro, è inclusa anche una degustazione di vino, salumi e formaggi prodotti nelle Cantine del Palazzo, ricavate nei sotterranei dai quali si accede anche ad una cisterna romana del I sec a.C.
Un assaggio di Vermentino, salame di cinta senese, pecorino semistagionato e crostini di pane con olio, tutto rigorosamente prodotto in zona, sono stati la degna conclusione della visita al museo e per noi anche del paese.

Nelle vicinanze, però, se avete tempo, non perdetevi anche il Museo dell’Alabastro e l’Anfiteatro romano.
Ecomuseo dell’Alabastro
Volterra, come già accennato, è chiamata anche la città dell’alabastro e preserva ancora gelosamente l’antica tradizione cittadina di lavorazione di questo prezioso materiale, iniziata in epoca etrusca.
Per approfondire l’argomento è nato l‘Ecomuseo dell’Alabastro che ne ripercorre la storia della lavorazione dalle origini fino ai giorni nostri.
Teatro Romano
In prossimità di Porta Fiorentina, accanto ad un altro comodo parcheggio Vallebona, si possono ancora ammirare i resti di uno dei teatri meglio conservati d’Italia, risalente al I secolo d.C. Dietro ci sono ancora i resti delle terme e del foro romano del IV secolo d.C.
Volterra card
Un’ottima soluzione per vedere la maggior parte delle attrazioni risparmiando, è la Volterra Card o la Volterra Mini Card. La prima ha valore 72 ore, la seconda 24.
Sono acquistabili in loco, nei musei del circuito aderenti o negli uffici di promozione turistica come l’Ufficio Turistico Pro Volterra e l’Ufficio del Consorzio Turistico Volterra Valdicecina.
Cerchi rossi nella campagna toscana: Opere di Mauro Staccioli

Da qualunque parte arriviate a Volterra, rimarrete sorpresi nell’incontrare una serie di sculture geometriche che improvvisamente appaiono in mezzo al paesaggio brullo, a fare da cornice a scorci splendidi della campagna circostante.
Sono opere di dimensioni enormi realizzate da uno dei padri dell’arte contemporanea, Mauro Staccioli, originario di Volterra, installate nel 2009 per la mostra “Luoghi d’esperienza”.
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