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Cosa vedere a Pioraco (MC): il borgo dell’acqua, delle cartiere, dei mostri e del bacio

Incastonato tra alte pareti rocciose, coccolato dal brusio delle acque che scorrono ovunque, nel maceratese, quasi al confine con l’Umbria, il piccolo e grazioso borgo di Pioraco ci ha davvero sorpresi per la bellezza di cosa abbiamo potuto vedere.

Pioraco è rinomato per le sue acque, per le cartiere, per “i mostri” e ultimamente anche… per il bacio. Sapevate tutto ciò? Noi proprio non ce lo aspettavamo!

Pioraco è stata davvero una piacevole scoperta durante il nostro girovagare senza una meta precisa nelle Marche. E’ incredibilmente accogliente e interessante da scoprire, per questo oggi vi porteremo a passeggio tra sentieri, corsi d’acqua e cascatelle, musei e chiesette, raccontandovi cosa dovete assolutamente vedere. 

Cosa vedere a Pioraco: pronti a stupirvi?

Il sentiero Li Vurgacci
L’Eremo della Madonna della Grotta
La casa sospesa nella roccia
Il ponte Marmone
Grotta di San Vittorino
Il polo Museale di Pioraco
Un picnic al tramonto sulle rive del fiume
La Passerella del bacio

Sentiero Li Vurgacci 

Il sentiero “Li Vurgacci” è l’attrazione principale del paese, o meglio la più conosciuta, il motivo per il quale anche noi abbiamo deciso di fare questa visita.

Si tratta di un percorso che si snoda lungo il fiume Potenza in cui si alternano scalette costruite nel terreno, a passerelle in legno che si fondono perfettamente con la natura circostante.

Un percorso di 500 metri circa, in cui il rumore delle acque che scorrono, vi accompagnerà costantemente, fino ad un anfratto sulle rive del Potenza, in cui appariranno volti mostruosi scolpiti nella roccia.

Qualcosa di simile a Bomarzo, in miniatura però. Ve ne parliamo più approfonditamente in questo articolo, dove troverete tutte le info per raggiungerlo più comodamente. 

L’Eremo della Modonna della Grotta

Proprio all’ingresso del sentiero panoramico, che porta a Li Vurgacci, una chiesetta incastonata nella parete rocciosa, ricorda vagamente il Tempio del Valadier a Genga. Anticamente era un romitorio per eremiti e viandanti, intitolato alla “Madonna della Carcera”. Al suo interno contiene un’antica grotta naturale, dove è collocata un’antica Statua lignea della Madonna con Bambino, del XV secolo e un Crocifisso in legno con Cristo Flagellato, del XVI secolo.

La leggenda della statua della Madonna. Un venditore di statuine sacre si fermò tra le fenditure della roccia per riposarsi dopo un lungo cammino. Al suo risveglio si accorse della mancanza di una statua lignea, scorgendola proprio nella grotta lì vicina. Capì quindi che aveva scelto da sola la propria collocazione, per dare costantemente la sua benedizione agli abitanti, i quali dopo quell’evento decisero di costruire la chiesetta.

Attenzione: al momento della nostra visita il portone principale era chiuso, ma pochi passi più avanti, costeggiandola lungo la strada principale è stato possibile ammirarne l’intimità degli interni da una grata in ferro. 

La casa sospesa nella roccia

Cosa vedere a Pioraco - Casa sospesa nella roccia
Cosa vedere a Pioraco – Casa sospesa nella roccia

Poco sopra la chiesetta è impossibile non rimanere stupiti di fronte ad una casa letteralmente sospesa nella parete rocciosa. Qualcuno di voi avrebbe il coraggio di abitarci?

La fusione tra la struttura e le rocce, crea certamente un disegno armonioso che rende lo scenario paesaggistico ancora più particolare e piacevole da vedere…ma noi no, non ci abiteremmo. 

Il Ponte Marmone, la Chiesa di San Francesco e il Chiostro comunale

En passant soffermatevi ad ammirare il Ponte Marmone, il piccolo ponte romano del I sec. a.C. e la facciata della Chiesa di San Francesco, purtroppo chiusa dopo il sisma del 2016. Proprio lì accanto però potrete fare capolino sul suggestivo chiostro comunale.

La grotta di San Vittorino

Accanto alla Caserma dei carabinieri, nascoste dalle fronde rigogliose degli alberi, una serie di scalette si inerpicano per un centinaio di metri in salita. Vi permetteranno di raggiungere una grotta, chiusa da un’inferriata che contiene un altarino e la statua del Santo Protettore del paese

Qui San Vittorino, fratello di San Severino, si rifugiò in penitenza dopo esser stato tentato dal demonio nelle sembianze di una donna e vi rimase fino alla morte nel 538. Gli abitanti di Pioraco venerarono fin da subito le sue spoglie, che dal 1950, dopo varie peripezie, sono state riportate in paese, nell’antica Pieve. 

Panorama dal sentiero per la Grotta di San Vittorino Cosa vedere a Pioraco
Panorama dal sentiero per la Grotta di San Vittorino

Il nostro consiglio bonus: prima di scendere in paese, proseguite il sentiero verso sinistra per una splendida veduta panoramica dall’alto. Il sentiero è breve, qualche decina di metri, piuttosto stretto e termina con una “terrazza” panoramica in cui affacciarsi cautamente non più di uno alla volta.
Attenzione a dove mettete i piedi: c’è una rete di protezione, che però non copre tutto il dirupo nella terrazzetta e se non avete le scarpe adatte rischiate di scivolare (raccomandazione valida per tutto il percorso).
Dome ne sa qualcosa: se non c’era la recinzione lo avrei ritrovato a valle..

Il Polo Museale di Pioraco: la gualchiera, la mostra della filigrana e dei fossili

Cosa vedere a Pioraco: ingresso del Polo Museale
Cosa vedere a Pioraco: il Polo Museale

Di ritorno dalla passeggiata lungo Li Virgacci, passando accanto alle Cartiere Miliani Fabriano, dopo una ripida salita di un centinaio di metri, sulla sinistra si scorge l’indicazione per il Polo Museale di Pioraco.

In alternativa, dal Ponte Marmone, in pochi passi si raggiunge seguendo l’indicazione per “Li Vurgacci sentiero breve”

E’ stata una bella sorpresa scoprire che a Pioraco è possibile vedere anche la Gualchiera, la mostra della filigrana e il museo dei fossili.

Per mancanza di tempo ho scelto di visitare solo i primi 2.

E’ più conveniente però approfittare della tariffa 3 musei a 6 euro piuttosto che di quella 2 musei a 5 euro.

La Gualchiera: assistere alla produzione della carta con la tecnica usata nel Medioevo

Negli ambienti realmente utilizzati nei secoli passati e fino agli anni 20 del 1900, è stato ricreato tutto il processo di produzione della famosissima carta “Miliani Fabriano”. E come una bimba curiosa che scopre qualcosa per la prima volta, ho potuto assistere alla lavorazione a mano della carta, secondo il metodo medievale e con strumenti fedelmente riprodotti.

Ci troviamo nella cartiera di sottopiazza, di quella che era la piazza principale del paese con i negozi e i palazzi dei signori importanti: i Mataloni, proprietari delle cartiere nell’800 e i Miliani che abitavano in via Gramsci.

A Pioraco la produzione della carta era iniziata già dalla metà del 1200 sviluppandosi contemporaneamente a quella di Fabriano, che poi l’ha inglobata nel 1900. Furono i Varano di Camerino a dare l’impulso e a permettere che venissero apportate ulteriori innovazioni a quelle portate dagli arabi che, rispetto ai cinesi, iniziarono ad usare stracci.

Come avveniva la produzione della carta nella cartiera di Pioraco?

Lo straccivendolo raccoglieva gli stracci, scelti dalle donne a seconda della qualità. Venivano poi spezzettati e messi a macerare in grossi tini con acqua e sostanze, quali la calce per disinfettarli e renderli più bianchi. Successivamente venivano pestati finche non diventavano fibra naturale.

Per far ciò è stata introdotta una prima innovazione: una macchina (la pila idraulica, che esisteva già per i lanaioli per produrre il feltro) in cui l’acqua azionava la ruota, che a sua volta faceva muovere i magli con i chiodi per sfibrare i tessuti creando il “Pisto” (che oggi è cellulosa).

Curioso è anche vedere la filigrana impressa su ogni foglio. La prima tipica di Pioraco era un piccolo drago. Veniva cucita sulla struttura del telaio in legno ed era il marchio di fabbrica che identificava il mastro cartaio.

A questo punto si assiste alla dimostrazione della produzione del foglio di carta, della quale non vi svelo altro, se non che una volta posizionato il foglio sul feltro in un tavolo a schiena d’asino per favorire il rilascio della carta in modo compatto, i fogli e feltri venivano impilati e messi sotto il torchio e successivamente appesi per esser asciugati. Si proseguiva poi con la “collatura” e lisciatura con il cialandro.

Non siete curiosi di assistere anche voi?

Il museo della filigrana di Pioraco

Il tour prosegue nelle stanze adibite a museo della filigrana. Qui è esposta una grande quantità di filigrane in chiaroscuro create da stampe in cera purissima, incise in bassorilievo con grande maestria, grazie all’avvento della galvanoplastica che sfrutta l‘elettrolisi.

Sono dei veri e propri capolavori che riproducono opere d’arte come la Gioconda o dipinti di Raffaello, personaggi storici ed anche la carta moneta e le ultime lire in circolazione.

La filigrana prodotta dal marchio Cartiere Miliani è stata utilizzata in tutto il mondo da famose ditte italiane e straniere. 

Il museo dei fossili 

L’altra sezione del Polo Museale comprende un’esposizione di fossili e di manufatti risalenti al Neolitico, donati dal Cittadino Piorachese comm. Offerl Spitoni. Provengono in gran parte dall’Appennino marchigiano e testimoniano l’evoluzione della vita nel nostro pianeta .

C’è anche una stanza dedicata alla mostra di funghi realizzati in gesso dal comm. Offerl Spitoni.

Un picnic al tramonto sulle rive del fiume

Dopo una giornata così intensa e piacevole, non vorrete certo dimenticarvi di mangiare qualcosa di sfizioso! Noi siamo stati attratti dalla panineria nei containers che dividono il parcheggio dalla strada e ci siamo fatti tentare da una golosa pinsa con la porchetta.

Pinsa con porchetta -Terminare la visita di Pioraco nel migliore dei modi cosa vedere
Pinsa con porchetta -Terminare la visita di Pioraco nel migliore dei modi

La pinsa non è altro che una focaccia salata dalla forma rettangolare, condita poi come una pizza.

Qui però viene servita ripiena, con salumi, formaggi, verdure o con la porchetta in una variante molto ricca di erbe aromatiche.

L’abbiamo fatta dividere in due e siamo andati sul prato lungo il fiume a gustarcela ammirando un bellissimo tramonto. Vi consigliamo di inserire tra i must “cosa fare a Pioraco” anche questa esperienza.

Cosa vedere a Pioraco - tramonto sul fiume e sulle montagne in lontananza
Tramonto a Pioraco

Ultima cosa da vedere a Pioraco: la Passerella del bacio

Terminata la visita del paese, uscendo dal parcheggio più comodo, costeggiando gli argini ampi ed erbosi del fiume…

Un ponte illuminato ha catturato la nostra attenzione. Al centro un cartello con su scritto “Kiss me please”, obbliga chiunque a fermarsi e a baciarsi. E direi anche a farsi un selfie con sullo sfondo la graziosa sagoma di Pioraco che sorge tra le due alte pareti rocciose.

Una trovata molto singolare, voluta dal sindaco per rilanciare un territorio devastato dal terremoto, cercando di trasmettere in primis una positività d’animo che non può non iniziare proprio con l’Amore.

Cosa vedere a Pioraco MC- Marche - argine del fiume adatto per picnic sull'erba
Pioraco MC- Marche

Purtroppo dopo una giornata così ricca di cose da vedere i nostri cellulari ci hanno abbandonato. Perciò se volete scoprire anche quest’ultima chicca che offre Pioraco, dovrete per forza visitarlo…

Ma credo che abbiate già capito da un po’ che ne vale davvero la pena… 

Per tutte le altre informazioni vi lasciamo il link di Pioraco Turismo.

3 risposte su “Cosa vedere a Pioraco (MC): il borgo dell’acqua, delle cartiere, dei mostri e del bacio”

Complimenti per la presentazione del paese e delle sue attrattive.
E’ il paese dei miei avi.
Grazie.

Grazie a te Giorgio per aver letto l’articolo e per aver lasciato il tuo apprezzamento. Ci fa molto piacere. Pioraco ci ha davvero sorpreso e abbiamo cercato di raccontarlo con l’entusiasmo che ci ha trasmesso in modo da farlo conoscere, apprezzzare e visitare il più possibile.

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