Tonino Guerra, una delle figure più affascinanti e poliedriche del panorama culturale italiano, è nato il 16 marzo 1920 a Santarcangelo di Romagna, in provincia di Rimini, ma ha scelto Pennabilli, un pittoresco paese situato sulle colline dell’Appennino romagnolo, come dimora in cui trascorrere gran parte della sua vita.
Qui l’artista ha vissuto momenti di ispirazione immerso nella bellezza della campagna circostante che ha influenzato profondamente la sua produzione artistica.
Per questo motivo Pennabilli è diventato un luogo in cui le radici dell’arte si intrecciano con la dolce melodia della natura e un’essenza vitale per coloro che cercano di abbracciare l’anima di Tonino Guerra.
Pennabilli è un rifugio, un’oasi di pace, dove le parole di Guerra si trasformano in poesia vivente. È qui che i versi si librano nell’aria, raccontando storie di vita e di emozioni, tessendo fili invisibili che connettono passato e presente. È un luogo in cui la mente si rilassa e si apre all’ispirazione, dove ogni istante è un invito a scoprire la bellezza che abita in ogni angolo.
Sei pronto ad iniziare questo viaggio nei Luoghi dell’anima di Tonino Guerra? Ad aprire il tuo cuore all’incanto, ad abbandonare la mente alla contemplazione e a nutrire la tua anima di bellezza?

Il mondo di Tonino Guerra
Il Mondo di Tonino Guerra si trova nei sotterranei del trecentesco Oratorio di Santa Maria della Misericordia, in via dei Fossi 4.
Qui verrai accolto dal tripudio di colori delle opere pittoriche, ceramiche e scultoree progettate e realizzate da Tonino Guerra. Potrai avvicinarti alla figura dell’artista grazie anche ad una serie di iniziative culturali volte a promuoverne la cultura poetica, cinematografica e artistica in Italia e nel mondo.
Il Mondo di Tonino Guerra è aperto tutti i giorni dalle 10 alle 12, con ingresso gratuito. Per i gruppi sono disponibili visite guidate su prenotazione all’indirizzo email associazionetoninoguerra@gmail.com o al numero 327.3853258.
I luoghi dell’Anima di Tonino Guerra
La Casa dei Mandorli
La Casa dei Mandorli si trova in via Tonino Guerra 1, in un angolo idilliaco di Pennabilli, arroccata sul Roccione nei pressi del Castello di Penna, un tempo appartenuto ai Malatesta. Dopo aver percorso un sentiero con targhe che rievocano le frasi più significative dell’artista, un varco nel muro di pietra introduce ad un’oasi di pace, immersa tra i mandorli che, come diceva Tonino, “fanno luce anche di notte”.
Stradine acciottolate, scalette a chiocciola che collegano i vari terrazzamenti, alberi da frutto e vegetazione che cresce selvaggia, nascondono quei simboli che continuano a raccontare l’anima di Guerra ed il suo legame con l’arte e la sua terra.
Tra l’erba incolta fanno capolino sette tappeti circolari in ceramica che concretizzano un’ idea poetica di Tonino Guerra per ricordare il nome delle persone illustri che sono passate in zona.

Gli interni della casa di Tonino Guerra a Pennabilli
E proprio in quell’ambiente bucolico si trova la casa in cui Tonino ha vissuto dal 1989 fino alla sua morte insieme ad Eleonora “Lora” Kreindlina.
La struttura, composta da due case collegate, si estende per 200 metri quadrati conduce in un incredibile viaggio intorno al mondo con il suo tripudio di sculture orientali, uova decorate, ceramiche uzbeke, oggetti in legno intarsiato, uno scettro africano, pupazzi in terracotta, un’antica chiave, un amuleto sciamano, l’elefantino di Soraya portato dalla Thailandia…
La pareti sono inoltre impreziosite dai suoi quadri, dai pastelli e da qualche bozzetto, dalle foto con Fellini, Antonioni, Theo Anghelopulos, Marcello Mastroianni e da opere di colleghi provenienti da ogni parte del mondo.
I mobili e gli scaffali realizzati da Tonino con l’aiuto di vari artigiani accolgono una miriade di libri e un ricchissimo archivio di lettere dove risuonano le penne di Pasolini, della Ginzburg, di Calvino, di Vittorini, di De Pisis, con Fellini e Antonioni, Garcia Marquez e molti altri.
L’abitazione è visitabile solo all’esterno perché ancora abitata dalla moglie.
Il Santuario dei pensieri

Accanto all’ingresso della Casa dei Mandorli, un altro varco nelle antiche mura, conduce ad un luogo intimo ed enigmatico: il Santuario dei Pensieri.
Sette sculture in pietra che Tonino definì “Sette pietre misteriose, sette specchi opachi per la mente, sette confessori muti, che aspettano di ascoltare le tue parole belle o le tue parole brutte” invitano alla meditazione e ad un percorso introspettivo del corpo, dell’anima e della mente.
L’orto dei frutti dimenticati

Un suggestivo “giardino/museo dei sapori” all’interno del convento dei frati missionari, ospita particolari specie di alberi da frutto che un tempo venivano coltivate nei vecchi orti dei contadini e adesso appartengono alla flora spontanea delle campagne. Tra i più insoliti troverai:
- il biricoccolo, una susina blu con la buccia vellutata simile all’albicocca,
- l’Azzeruolo (piccole bacche rosse o gialle con grossi semi e poca polpa dal sapore di mela),
- il nespolo,
- il sorbo,
- la mela cotogna,
- l’uva spina,
- la Corniola, una ciliegia dalla forma di cuore allungato,
- il Giuggiolo, che produce frutti simili alle olive dal sapore dolce e leggermente acidulo,
- la Ciliegia Cuccarina, piccola come un ribes.
La guest star è però il “Gelso della Pace”, piantato personalmente il 15 giugno 1994 dal XIV Dalai Lama del Tibet, durante la sua visita a Pennabilli in occasione del 250° anniversario della morte di Padre Francesco Orazio Olivieri.

Le opere d’arte nell’Orto dei frutti dimenticati
All’interno del museo, sono presenti anche diverse installazioni artistiche:


- Meridiana dell’incontro che sul far della sera trasforma l’ombra di due colombi in bronzo nelle sagome di Federico Fellini e Giulietta Masina che si baciano,
- Meridiana umana, con la quale puoi interagire sostituendoti allo “gnomone” (l’asticella degli orologi solari). Posizionandoti al centro del grande quadrante orizzontale, la tua ombra ti indicherà l’ora solare.
- Porta delle lumache, realizzata dal ceramista Aldo Rontini, per la suggestiva cappella di Tarkovskji,
- Arco delle favole per gli occhi dell’infanzia, un piccolo arco di trionfo rivestito di mosaici coloratissimi in ceramica, ricorda agli adulti di non perder mai di vista il loro bambino interiore ed invita ad entrare nel bosco incantato. In questa dimensione, un intreccio di installazioni scolpite nella pietra serena, decorate con i simboli evocativi della pigna e della ghianda, concede l’opportunità di smarrire la memoria e rievocare esclusivamente il giorno più bello della propria esistenza.
Al centro di questo scenario si erge solenne una scultura di lumaca in bronzo, un invito imperturbabile alla paziente contemplazione e alla profonda introspezione.



- La fontana La Voce della foglia, incarna l’armonia naturale in cui l’acqua, simile a linfa vitale, sgorga da una foglia in legno alta tre metri e ricade sulla pietra circolare di un vecchio mulino per poi raccogliersi tra bianchi sassi del fiume.
Le “Parole dei mesi” al vecchio lavatoio
Molto affascinante anche il vecchio lavatoio, testimonianza di tradizioni del passato, che oggi rievoca “Le Parole dei mesi” con 12 targhe in ceramica affisse sui muri:
Gennaio, coi rumori che lasciano impronte sulla neve
Febbraio, i colori dei vestiti che ballano
Marzo, i fiori dei mandorli per le api affamate
Aprile, con tutta la fantasia che ha sonno
Maggio, i petali di rosa che ridono
Giugno, coi piedi scalzi a toccare l’acqua
Luglio, il sole rovente caduto a terra
Agosto, col mare dentro agli occhi
Settembre, la musica della pioggia negli orecchi
Ottobre, i tappeti di foglie secche sotto i piedi
Novembre, con le sciarpe di nebbia attorno al collo
Dicembre, con le parole delle favole sul fuoco.
Il Rifugio delle Madonne abbandonate

All’interno dell’Orto dei Frutti Dimenticati sono state raccolte anche tutte le Madonne votive dislocate precedentemente nei vari crocicchi di campagna.
Il “Rifugio delle Madonne abbandonate” è una raccolta coloratissima ma solenne di Madonne in terracotta e ceramica dipinte da vari artisti.
Questa insolita collezione di tristi bellezze evoca un senso di malinconia e solitudine, una testimonianza silenziosa di un tempo in cui erano oggetto di devozione e cura.
Il poeta Tonino Guerra ha infatti voluto omaggiare le Madonne abbandonate fornendogli un rifugio sicuro e idilliaco che le proteggesse dal disinteresse dell’uomo e dal passare del tempo.
La strada delle Meridiane


Da Piazza Emanuele II si accede ad un altro angolo incantevole di Pennabilli che invita ad ammirare 6 opere raffiguranti bellissime meridiane, incorniciate da riproduzioni di quadri di autori famosi reinterpretate da Mario Arnaldi. Dove trovarle?
Del percorso fa parte anche la meridiana precedentemente nominata che si trova nell’Orto dei frutti dimenticati, ma le altre 5 dipinte sono così collocate:
- Sulla facciata dell’edificio all’inizio di via Carboni, si trova la meridiana ispirata all’opera del pittore naif Rabuzin “Il sole sopra le colline”,
- a pochi passi di distanza, spicca l’opera ispirata al “Martirio di San Sebastiano” di Antonello da Messina, in cui lo gnomone della meridiana si trasforma in una vera e propria freccia inserita nell’ascella del martire,
- Al lato opposto della strada, la meridiana “Putti intorno ad un pozzo”, riproduce un particolare della Camera degli sposi del Mantegna e si affaccia su un grazioso giardino,
- in Piazza Mastini, sulla facciata della casa natale di padre Francesco Orazio Olivieri, lo sfondo della meridiana è tratto dall’opera “Isola sul mare” dell’illustratore contemporaneo Tullio Pericoli,
- Scendendo lungo via Borgo San Rocco, si incontra la sesta meridiana collocata nell’edificio accanto alla chiesa della Misericordia. Sul quadrante è rappresentato “L’orologio sulla spiaggia” del pittore contemporaneo Giulio Turci.
L’Angelo coi baffi

All’interno della chiesetta dei Caduti, in un angolo nascosto tra i vicoli di Pennabilli, è custodita un’opera del pittore Luigi Poiaghi, ispirata ad una poesia di Tonino Guerra dedicata ad un Angelo coi baffi che non era capace di far niente.
C’era un angelo coi baffi
Tonino Guerra
che non era capace di far niente
e invece di volare attorno al Signore
veniva giù nel Marecchia
dentro la casa di un cacciatore
che teneva gli uccelli impagliati
in piedi sul pavimento di un camerone.
E l’angelo gli buttava il granoturco
per vedere se lo mangiavano.
E dai, e dai
con tutti i Santi che ridevano dei suoi sbagli
una mattina gli uccelli impagliati
hanno aperto le ali
e hanno preso il volo
fuori dalle finestre dentro l’aria del cielo
e cantavano come non mai.

Le parole sui muri
Lungo tutto l’itinerario dei luoghi dell’anima di Tonino Guerra si incontrano anche “Le Parole sui Muri”, targhe in ceramica ideate dall’artista che portano con sé il ricordo di personaggi noti e meno noti che hanno tessuto la trama della storia di questo luogo.

“E’ bello se puoi arrivare in un posto dove trovi te stesso!”
Che cosa ne pensi di questo incredibile collegamento tra il mondo esterno e quello interiore che Tonino Guerra ci aiuta a scoprire visitando Pennabilli?