Quando si visita Catania, una tappa imperdibile è senza dubbio Palazzo Biscari, uno dei più maestosi e affascinanti palazzi nobiliari della città. Sorto agli inizi del XVIII secolo, questo scrigno di bellezza architettonica racconta secoli di storia e di fascino tipicamente siciliano.
Un po’ di storia di Palazzo Biscari a Catania
Palazzo Biscari fu costruito sulle fortificazioni cinquecentesche di Catania in seguito al sisma del 1693 su richiesta della famiglia Paternò Castello dei principi di Biscari.
Fu Ignazio III principe di Biscari che scelse l’architetto Alonzo Di Benedetto per progettare la residenza. Il figlio Vincenzo fece invece ultimare i lavori, commissionando allo scultore Antonino Amato i sette meravigliosi rilievi plastici dei finestroni nel balcone che si affaccia sulla marina.
Il figlio di Vincenzo, che si chiamava Ignazio come il nonno, trasferì la sua grande passione per l’archeologia, nella realizzazione del cortile. Se ne può notare infatti la semplicità che lo fa sembrare incompiuto, proprio per il desiderio del principe di riprodurre un ritrovamento archeologico.
Per circa mezzo secolo il palazzo fu quindi soggetto a continui perfezionamenti e fu terminato nel 1763 ed inaugurato con sontuosi festeggiamenti.

Le collezioni dei Principi di Biscari
Le sale del palazzo iniziarono ad accogliere preziose collezioni di monete, gemme intagliate, medaglie, statue, cammei antichi, armature, vasi e stampe. Numerosi studiosi provenienti da tutta Europa andarono a visitare l’incredibile collezione e ne parlarono nelle loro opere e diari.
Tra i personaggi più importanti che ne elogiarono la bellezza ci fu anche Goethe, ospite dei Biscari il 3 maggio 1787 durante il suo viaggio in Italia.
«L’abate, che era già venuto a salutarci iersera, si è presentato stamani per tempo e ci ha condotti a palazzo Biscari, edificio ad un sol piano sopra un basamento elevato; e qui abbiamo visitato il museo, che raccoglie statue di marmo e bronzo, vasi e simili antichità d’ogni specie.»
(Goethe, Viaggio in Sicilia)
Oggi la maggior parte dei preziosi tesori del Palazzo Biscari è stata donata al comune di Catania ed esposta al Museo Civico di Castello Ursino.
Gli attuali proprietari di Palazzo Biscari
Palazzo Biscari è ancora oggi abitato dai discendenti dei principi che permettono a chi ne fa richiesta di utilizzare alcune sale per ricevimenti, mostre, convegni e concerti.
Quello che vedrai durante il tour del Palazzo è solo una minima parte delle oltre 700 sale che compongono il palazzo, ma sarà sufficiente per farti fare un tuffo nel passato e comprendere la bellezza e la cura dei dettagli di questo incredibile gioiello catanese.
Il Palazzo Biscari: inizia la visita
L’ingresso di Palazzo Biscari è davvero suggestivo: è il più grande a Catania per dimensioni e ricchezza ed ha anche il pennone genealogico del principe Vincenzo IV.
Da qui si accede al cortile interno, che all’epoca pullulava di alberi, aiuole e pergolati, mentre oggi è stato trasformato in un semplice parcheggio privato. La sontuosa scalinata a tenaglia però trasmette ancora un senso di solennità e di grandiosità degno di una dimora principesca.
Purtroppo non è possibile fotografare questa area per rispetto della privacy degli abitanti.
Nella sala d’ingresso che oggi funge da biglietteria, le pareti sono tappezzate con le mappe dei feudi e con le immagini delle seterie. E’ proprio grazie a quest’ultime che il casato dei Biscari, stanziatosi in Sicilia già dal 1053, creò la propria fortuna ed ottenne il titolo nobiliare.
La Sala verde e la sala Rossa di Palazzo Biscari


Si accede poi nella quadreria o Sala Verde (per il colore predominante negli arredi) dove si possono ammirare alcuni quadri di famiglia e i ritratti del capostipite e del primo principe di Biscari.
Meraviglioso è il pavimento in cotto con intarsi in pietra bianca di Siracusa.
Nella Sala Rossa potrai ammirare i ritratti dei principi che si sono occupati della costruzione del palazzo e delle rispettive mogli.
Il Balcone che si affaccia sulla Marina di Palazzo Biscari

Dai finestroni laterali della Sala Rossa si accede ad un meraviglioso balcone che permette di ammirare da vicino i dettagli della facciata.
Costruita nel 1707 sulle mura cinquecentesche volute da Carlo V, la maestosa facciata accoglie con un sorprendente benvenuto coloro che arrivano via mare, quasi a fungere da porta d’ingresso alla città.
L’impatto visivo è notevole: con i suoi balconi e lesene in pietra candida di Siracusa che contrastano con la nera base lavica adornata da fiori, putti, fauni e cariatidi, lascia letteralmente a bocca aperta.
Le figure in rilievo rappresentano le allegorie dell’Abbondanza (fichi e melograni), della Prosperità (cornucopia), della Fertilità (donne incinte) e della Saggezza (uomini anziani).
Se farai la tua visita in autonomia, non dimenticare di visitare questo stupefacente angolo di Palazzo Biscari.
Il Salone dell’Orchestra

Dalla Sala Rossa si accede anche al grande Salone dell’Orchestra, spettacolare esempio di rococò, dalla particolare forma di chitarra.
Un tripudio di colori, specchi che riflettono la luce ed evocano il fuoco (nel mondo allusivo del rococò), decorazioni, affreschi e dettagli ipnotici che si specchiano nello scintillante pavimento di ceramica napoletana .
I dipinti sopra le porte rappresentano principalmente scorci di Napoli, del Golfo e del Vesuvio. Il motivo di questa scelta è dovuto al fatto che il principe Ignazio Paternò Castello aveva ben due donne da gestire.
Dopo aver regalato all’amante un intero palazzo a pochi metri da quell’appartamento, sentì la necessità di farsi perdonare dedicando alla moglie Anna Morso di Poggioreale, principessa napoletana, i dettagli più belli del palazzo.
Sui due caminetti spiccano i ritratti del figlio e della nuora di Ignazio, i due responsabili di aver sperperato quasi tutta l’eredità (ottenuta dopo la morte del principe nel 1786) in pochi anni.

Il meraviglioso affresco sul soffitto è ricco di riferimenti alla mitologia greca, grande passione del Principe, ma la rappresentazione dell’Olimpo non si attiene ai canoni classici.
Il Dio principale non è Giove, piccolo e in disparte, bensì Vulcano che vive dentro l’Etna. Spiccano poi i Ciclopi Aci e Galatea, protagonisti del mito siciliano, mentre tutti gli altri dei si trovano ammassati verso l’uscita.
Nella grande cupola sono rappresentate le 4 virtù cardinali: temperanza, fortezza, prudenza e giustizia.
Lì si trova un ballatoio in cui si posizionava, quasi completamente nascosta al pubblico sottostante, l’orchestra. Per un certo periodo il maestro di cappella fu proprio il nonno del famoso compositore catanese Vincenzo Bellini.
Il dipinto con il buco nel Salone dell’Orchestra

In fondo al Salone dell’Orchestra, nella parte destra, c’è un dipinto che nasconde un particolare aneddoto legato alla storia del palazzo.
Durante la Seconda Guerra Mondiale, gli inglesi sbarcarono a Catania e cercarono un luogo difensivo nelle vicinanze del porto dove poter posizionare i cannoni.
Il Comando dell’Aviazione emanò l’ordine di distruggere il secondo piano del palazzo ma gli ufficiali si resero conto del suo immenso valore storico e architettonico e per fortuna non obbedirono. Tornarono però dopo qualche giorno con due racchette e una pallina da tennis.
Nacque così il primo campo da tennis indoor della storia di Catania, che fu testimone del lancio di una pallina proprio contro il quadro del salone.
Il buco non è stato restaurato per scelta, a ricordo di quell’evento.
La scalinata a fiocco di nuvola

Nel corridoio sul lato destro del Salone dell’Orchestra si nasconde una delle meraviglie monumentali più suggestive della città. Si tratta di una scala decorata a stucco (che il principe Ignazio chiamò “a fiocco di nuvola” e ribattezzata “ad onda” dalla direttrice dell’Ermitage in visita al palazzo) che consentiva l’accesso alla postazione dell’orchestra.
E’ sicuramente uno dei dettagli più belli che potrai ammirare e fotografare all’interno di Palazzo Biscari. L’intento del principe di farla sembrare un collegamento con il mare lì vicino è sicuramente ben riuscito.
Gli appartamenti privati di palazzo Biscari

Da sotto la scalinata o dal portone centrale in fondo al salone, si accede agli appartamenti privati, adiacenti al palazzo dove abitava l’amante che il principe raggiungeva comodamente tramite un passaggio segreto.
Nel palazzo ci fu anche un’altra amante, alla quale toccò però una sorte infausta. La donna fu murata viva in qualche angolo dell’immensa struttura e viene ricordata ancora oggi come la “gatta di Biscari” per le sue urla disperate.
Tornando agli appartamenti privati, potrai ammirare una graziosa piccola suite e una stanza foderate da una boiserie in legno rosa con un pavimento “a commesso” creato dalla precisa unione di frammenti di marmo romani.
La Stanza di Don Chisciotte e la Galleria degli Uccelli sono uno scrigno di intarsi, specchi, affreschi, porcellane e accessori.
Durante la visita guidata potrai scoprire molti altri aneddoti legati alle varie famiglie e alla loro vita privata.



Informazioni utili per la visita di Palazzo Biscari
Palazzo Biscari si trova a Catania in Via Museo Biscari 10.
E’ visitabile in autonomia in qualsiasi momento durante l’orario di apertura. Il costo del biglietto d’ingresso è di 7€.
Le visite guidate si svolgono in italiano, inglese e francese, ad orari prestabiliti per ogni lingua. Il loro costo è di 10 €.
Per maggiori dettagli sugli orari di apertura del Palazzo e sulle visite, consiglio di consultare il sito web ufficiale. Possono variare in base agli eventi che si svolgono al suo interno.
La durata della visita guidata è di circa 25 minuti, ma al termine si può rimanere nei saloni per ammirare e fotografare i dettagli. Sebbene la visita guidata non duri molto è necessaria per scoprire qualche informazione sul Palazzo, in quanto nelle sale non è presente alcun tipo di depliant o pannello esplicativo.
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