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Visita alla casa di Marino Moretti a Cesenatico

Tra le colorate casette che si affacciano sul Porto Canale Leonardesco di Cesenatico, ce n’è una che è stata testimone della nascita di importanti opere della letteratura italiana: la casa di Marino Moretti.

Una facciata verde pastello a pochi passi dal più conosciuto Museo della Marineria e dal ponticello che attraversa il Fosso Venarella, riporta una serie di targhe dedicate allo scrittore.

E poi c’è un portone, chiuso. Stiamo per entrare nella vera casa di Marino Moretti, non ci rimane altro che suonare il campanello.

Chi era Marino Moretti
conosciamolo nella sala di rappresentanza della sua casa

Ammetto che non conoscevo la figura di Marino Moretti e come me, anche altri visitatori. Proprio per questo la nostra preparatissima guida ci ha subito illustrato il personaggio attraverso le fotografie ancora appese alle pareti della prima stanza che visitiamo.

Veniamo infatti accolti in quella che sembra una biblioteca ma in realtà era uno spazio di rappresentanza in cui Moretti era solito accogliere gli ospiti non troppo intimi. Inizialmente veniva affittata come negozio di generi alimentari ma poi il padre decise di trasformarla in una farmacia con la speranza che il figlio diventasse farmacista.

Ma non era questo il destino di Marino Moretti.

Lasciò il liceo classico al secondo anno per le difficoltà dovute alla balbuzie e quasi per contrastare il problema si iscrisse ad una scuola di recitazione a Firenze. E lì decise di rimanere, trovando gli stimoli giusti per iniziare la sua carriera di scrittore.

La casa dove era nato nel 1885, rimase però un punto fisso nella sua vita. Nelle sue opere la definiva come la casa dei ritorni perché è qui che tornava a trascorrere le vacanze estive e quei periodi in inverno in cui aveva bisogno di ritrovare la pace necessaria per scrivere.

Marino Moretti era un “crepuscolare”, proponeva una poetica semplice di una realtà umile, senza termini elaborati in contrapposizione a quella di D’Annunzio. Ma la sua “poetica delle cose” riusciva anche ad indagare il senso più profondo degli oggetti di cui parlava e a cui si affezionò.

Si presentava come colui che “non ha nulla da dire” ma alla fine della sua vita, dopo aver pubblicato più di 70 opere si pentì per aver scritto troppo.

La svolta nella sua carriera arrivò nel 1910 con la pubblicazione della raccolta “Poesie scritte col lapis”.

Le sue poesie potevano essere davvero cancellate proprio perché scritte con il lapis, l’oggetto per lui più malinconico. Ma lo considerava ugualmente positivo perché a differenza della penna non era definitivo, poteva esser corretto e trasformato.

Era malinconico ma ironico, laico ma anche misericordioso, soffriva particolarmente le separazioni e la morte del fratello prima e della madre poi, segnarono la sua vita con un malessere profondo che non lo lasciò mai.

Ma adesso torniamo al presente durante la visita della casa. Curiosiamo tra i suoi libri. Scopriamo che Marino Moretti studiò da autodidatta il francese appassionandosi ai simbolisti. Ammirava in particolar modo due scrittori italiani: Pascoli, affine alla sua poetica e D’Annunzio, l’opposto.

La sala da pranzo

Sala da pranzo della casa di Marino Moretti a Cesenatico
Sala da pranzo della casa di Marino Moretti a Cesenatico

Ci spostiamo nella seconda grande stanza dove ho proprio la sensazione di vedere tutta la famiglia riunita e il piccolo Marino Moretti che ammira nonna e sorelle intente a cucinare o affacciato alla finestra per guardare i marinai a riposo.

Si riunivano qui perché era l’unico ambiente riscaldato, ma non c’era solo il calore del fuoco nella stanza. C’era anche il calore dei rapporti umani, la premura delle donne di casa nei confronti dell’unico maschio rimasto dopo il suicidio del fratello Olindo. Fu proprio questo evento che segnò profondamente la sua vita, sconvolgendo la leggerezza d’animo che l’aveva contraddistinto fino a quel momento.

Alcuni oggetti nella stanza, raccontano tanto di lui. Per Marino Moretti gli oggetti sono sempre stati importanti custodi di ricordi.

E così l’orologio a pendolo, al quale dedica anche una poesia, è fermo alle 9 di sera quando iniziavano ad arrivare gli ospiti per la veglia e la stanza si animava ancora di più.

Ed i mobili “con le zampe” dei primi del ‘900 ricordano l’amico Aldo Palazzeschi che lo aiutò a farli arrivare da Firenze.

corridoio di Marino Moretti nella casa di Cesenatico
Corridoio con le stampe alle pareti

La cucina di Marino Moretti

Una piccola porta conduce alla cucina, ma noi entriamo passando per il corridoio, tappezzato di stampe alle pareti. Sono i ricordi che Marino Moretti si faceva inviare dagli amici lontani per lenire la sofferenza che anche in questo caso gli provocava la separazione.

Anche questa stanza è spesso nominata nei suoi componimenti e non è difficile immaginarsi le donne di casa intente a cucinare e quell‘atmosfera intima e familiare che tanto amava.

La camera da letto di Marino Moretti

Nella camera da letto conosciamo meglio la sua famiglia attraverso una serie di fotografie. Vediamo la mamma Filomena nel 1885 in dolce attesa e il padre Ettore, un premio di Mondadori scolpito da Pomodoro ed una foto con un appunto dello scrittore molto importante.

“Suor Filomena dice: Ines non abbandonare il mio Marino”.

Questa è l’ennesima testimonianza della preoccupazione che avevano tutte le donne di casa nei suoi confronti. La madre chiede che la sorella Ines si prenda cura di lui, e così sarà.

Ines, rimasta vedova diventerà la sua ombra e sarà lei a proseguire idealmente le volontà del fratello dopo la sua morte. Marino scrisse infatti un testamento nel 1978 con il quale lasciò alla Biblioteca Comunale di Cesenatico i libri e le carte autografe e nel 1980 la sorella donò anche l’intera casa.

Lo studio di Marino Moretti

Studio di Marino Moretti Cesenatico
Studio di Marino Moretti – Casa di Cesenatico

Entriamo poi nel suo studio ed anche qui, ascoltando le parole della guida, la figura di Marino Moretti sembra materializzarsi a quella scrivania semplice, senza cassetti, appartenuta alla madre e senza una macchina da scrivere.

Lo scrittore preferiva usare le sue adorate matite o penne ad inchiostro perché le considerava contenitori di memorie così come la vecchia poltrona regalatagli da un amico.

Affermò che il breve tragitto tra la scrivania e la finestra dalla quale guardava i marinai gli aveva salvato la vita, permettendogli di riemergere dai suoi pensieri malinconici e di riequilibrare la sua inquietudine.

Vista dalla finestra dello studio di Marino Moretti sul Porto Canale Leonardesco di Cesenatico
Vista dalla finestra dello studio sul Porto Canale Leonardesco di Cesenatico

Nella stanza aveva anche una nicchia con una chaise longue in cui si riposava senza distrazioni che interrompessero il suo flusso creativo. Ed è qui che passava la maggior parte delle sue giornate.

Qui vediamo anche il carapace di Cunegonda e della figlia. Marino aveva infatti due fedeli compagni di vita: una tartaruga maschio che ironicamente aveva chiamato Cunegonda e il gattino Tigrotto che non era tigrato.

Il giardino

Cunegonda e Tigrotto avevano tanto spazio nel giardino nel retro della casa, l’ambiente preferito dal poeta – scrittore per accogliere ospiti importanti.

Le mura che lo circondano sono state testimoni di infiniti incontri tra personalità che hanno cambiato le sorti della letteratura italiana.

E anche qui mi sembra di sentire il brusio delle chiacchiere con Palazzeschi, con il figlio di D’Annunzio, con Govoni e anche con Grazia Deledda che lo raggiungeva dalla sua casa a Cervia.

Il giardino è rimasto pressoché invariato e si possono ancora vedere il pozzo e il lavatoio e alcune ceramiche di stampo robbiano regalate da Palazzeschi alle donne di casa, le più credenti e praticanti.

In fondo c’era la legnaia, ma oggi il locale è stato risistemato per ospitare eventi o mostre.

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Info utili per la visita

La casa-museo si affaccia direttamente sulla riva ponente del Porto Leonardesco. La incontrerete pochi passi più avanti rispetto al Museo della Marineria, subito dopo l’ingresso al ponticello.

Nei mesi da settembre a giugno è aperto sabato, domenica e festivi dalle ore 15,30 alle ore 18,30.

Luglio e agosto dalle ore 16:30 alle 22:30; tutti i giorni.

L’ingresso è gratuito ma si può accedere solamente partecipando ad una visita guidata di circa 30 minuti.

Da 15 anni la Casa è sede di un importante centro studi sulla letteratura italiana. Ospita seminari, eventi, mostre e numerose iniziative rivolte alle scuole, sia agli studenti che agli insegnanti.

Io ho potuto assistere alla mostra dedicata a Daniel Dufour, artista francese che si stabilì a Cesenatico legandosi profondamente a tutta la comunità.

Ogni stanza della casa ritrova qualche tono di colore grazie all’esposizione delle carte che dipingeva e inviava agli amici per gli auguri natalizi di “bonne année”.

Mostra Dufour  casa Marino Moretti
Mostra Dufour

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