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Giorno 14 – Arrivederci Los Angeles

Della serie “ormai conosco tutti i negozi di elettronica della California”, oggi si inizia la giornata con una bella visita al Best Buy di Downey. Come sempre ormai, a mattina inoltrata salutiamo il nostro motel e andiamo alla ricerca di questo benedetto tablet.

22 settembre
Della serie “ormai conosco tutti i negozi di elettronica della California“, oggi si inizia la giornata con una bella visita al Best Buy di Downey, poco fuori Los Angeles.  Come da copione, a mattina inoltrata salutiamo il nostro motel  e andiamo alla ricerca di questo benedetto tablet. Io ormai parlo con i commessi come se fossi un disco registrato. Ma sono sempre più sconsolata. Il tablet che cerca Dome, è solo nei suoi sogni.

Perdiamo tutta la mattina per questa cosa e io inizio a non poterne più. Ma non sono le donne che passano ore ed ore nei negozi?!? Ecco a me piacerebbe almeno una mezza giornata. Mi fumano le orecchie a pensare che invece dei vestiti devo scandagliare uno per uno tutte le caratteristiche di ram, pixel, processore … che non so nemmeno cosa siano.

” Dome la prossima volta ti fai un cavolo di corso full immersion di inglese e ti  lascio da solo…”
Fatto sta che arriviamo allo Staples Center non prima delle 14 . Giriamo un paio di volte alla ricerca del parcheggio che già conosco. Si trova in W Olympic Blvd, proprio accanto al cavalcavia.  Fortunatamente la tariffa è sempre la più vantaggiosa. 8 $ flat rate fino alle 17, contro i 20$ degli spazi vicini. Non fermatevi mai al primo che trovate in questa zona. Le tariffe si alternano e cambiano ogni ora, ma c’è sempre il più economico.

In due passi siamo di fronte all’insegna rossa dello Staples Center. Sfortunatamente ancora è presto per il campionato NBA che inizia ad ottobre, e non è possibile visitarlo all’interno.
Ci accontentiamo però di un’infinità di scatti con le statue di alcune icone dello sport : Wayne Gretzky e Magic Johnson, il  pugile Oscar De La Hoya, il  defunto emittente dei Lakers Chick Hearn , immortalato dietro una scrivania con una sedia per i fans. Ci sono poi Jerry West dei Lakers,  Kareem Abdul-Jabbar e l’ ex dei Kings Luc Robitaille. ci aspetta poi Shaquille O’Neal e ancora il presentatore Bob Miller ed infine la leggenda di Lakers, Elgin Baylor.

Dome  impazzisce. Un suo sogno era proprio  ritrovarsi qui dove i suoi idoli hanno giocato quelle partite che son passate alla storia. Dove i suoi miti hanno calpestato il terreno, segnato canestri e portato la loro squadra alla vittoria.

In un angolino sulla sinistra scorgiamo l’insegna Team La, il negozio ufficiale delle varie squadre. Il reparto Lakers sembra un po’ più misero rispetto a quello dei Kings, ma Dome sa già cosa vuole: la maglia gialla con il numero 23 di Lebron James.
La taglia da adulto è decisamente troppo grande e costa anche sopra i 100$, la più grande da bambino è perfetta e con una settantina di dollari più tasse ce la caviamo.

Allora, la prendiamo?!?
Anche qui esce fuori il Dome versione “sono peggio delle donne”. Passa in due secondi dal si si la voglio al mah boh, forse, però è troppo cara…ci penso. O povera me. Ho trovato davvero il mio alter ego.

Andiamo allora a fare una passeggiata nell’area LA LIVE di fronte al palazzetto. Si tratta di una piazza all’aperto racchiusa tra locali, ristoranti e sedi  di famosi brand, in cui si organizzano concerti e qualunque tipo di evento privato. Oggi ci sono una serie di stand in occasione di una manifestazione solidale su qualche malattia. È chiusa anche la strada e le telecamere delle emittenti televisive sono pronte ad immortalare il momento e ad intervistare una bella ragazza. Non la riconosciamo. Dome ovviamente la passa ai raggi x ma non ci sembra così famosa.

Nonostante la manifestazione tutto è tranquillo: la security agli ingressi e ognuno che fa le sue cose. Noi continuiamo a passeggiare tra il Microsoft Theater, il Grammy Museum, la sede di Herbalife, finché non passiamo davanti a Smashburger: un fast food di livello un po’ superiore in cui Dome si fionda ad ordinare il suo classico panino con pollo grigliato. Niente male. Servizio veloce, pasto economico e gustoso.  Con la pancia piena arriva anche l’ispirazione per la maglietta dei Lakers. La prendiamo.

Torniamo al negozio: pronti, prendiamo la maglia, si paga…e invece no. Due carte di Dome vengono rifiutate stessa cosa per le mie due principali. Mai successo una cosa simile. Vabè provo con la carta di credito con i numeri in rilievo, anche se non è destinata per queste spese, e zac. Pagamento andato a buon fine.

Sarei curiosa di sapere se è un caso o accettano solo carte di credito…ma l’importante è esser riusciti anche in questa impresa. Usciamo con 80 euro in meno e una bella maglia gialla e viola. Dome si spoglia qui davanti e si cambia la tshirt. Oggi si sfoggia il nuovo acquisto per tutto il giorno!

Nel venire via, facciamo un salto veloce nella zona del City Hall. Volevamo salire sulla terrazza panoramica e visitare il palazzo e i giardini di fronte e anche il famoso scivolo di vetro Skyspace a circa 1 miglio di distanza, ma ormai ho capito che le altezze non fanno per Dome e siccome anche per me è più una sfida che un piacere, non insisto e non ci fermiamo. En passant il Walt Disney Concert Hall, cattura la nostra attenzione con la sua forma stravagante, ma non ci fermiamo perché la nostra destinazione è un’altra.

Dobbiamo raggiungere il Griffith Park, dista solo una decina di miglia ma come sempre impieghiamo almeno un’ora per raggiungerlo, soprattutto perché i parcheggi sono strapieni anche lungo la strada e si procede a passo d’uomo, ognuno alla ricerca di uno spazio in cui fermarsi. A un paio di curve dal piazzale di fronte all’osservatorio, si libera finalmente un posto e anche se non sappiamo ancora quanto dobbiamo camminare,  ci fermiamo  fiduciosi. La tariffa è di 6$ l’ora,  perfetto, ci facciamo bastare un’ora. Non siamo molto distanti e la camminata non è faticosa seppur in salita.

Improvvisamente appare davanti al noi il bellissimo palazzo con le tre cupole e l’obelisco di fronte. E’ in assoluto uno dei posti più affascinanti di tutta LA. Ovunque ci si giri il panorama è mozzafiato. Di fronte la scritta Hollywood , dietro lo skyline di Los Angeles che si staglia in mezzo all’immensità di tutta l’area metropolitana. In alto il cielo, che si può osservare di giorno e di notte con i telescopi sul tetto o posizionati sul prato immenso, dove osservatori spaziali amatoriali si accampano e gentilmente fanno provare anche i curiosi come noi.

All’interno una serie di sale, con mostre sul sistema solare e spettacoli a tema scientifico. Potrebbe non bastare una giornata intera per godersi appieno le potenzialità e la bellezza che questo offre, è perfetto sia per appassionati che non.

I pannelli esplicativi sono fatti molto bene e spiegano tutto nel dettaglio, purtroppo però è un po’ complicato tradurre tutto in italiano a Dome, trattandosi di un argomento troppo specifico anche per me . Per questo non ci soffermiamo troppo sulle mostre interne. Preferiamo goderci la vista da ogni terrazza panoramica, nonostante l’altezza e le vertigini che in alcuni punti si fanno proprio sentire.

Sarebbe bello fermarci fin dopo il tramonto quando l’immensità della città si fa notare grazie alla miriade di luci sotto di noi…ma mancano ancora tre  ore e vogliamo provare a fare un giro con più calma delle zone che ieri abbiamo intravisto con il vip tour.

Lasciamo questo magnifico luogo estasiati dalla sua bellezza, passiamo di fronte all’ingresso del quartiere di Bel Air, senza fermarci e poi quasi per caso mi accorgo che siamo appena passati accanto a Rodeo Drive. Dome vuole scendere per visitarla.

Anche questa tappa è sempre stata un suo sogno soprattutto perché è una delle location più pubblicizzate di Los Angeles. Come al solito il parcheggio è una tortura. Ne ho segnati alcuni, nella mia guida personale, ma sono garage che chiedono cifre stratosferiche e propongono tariffe flat, che non fanno al caso nostro. Facciamo un giro in più e troviamo un posto libero in una traversa , per strada, a un paio di dollari l’ora.

Dome è impazzito. Il lusso e i negozi dalle vetrine lucenti ci circondano. Ogni due macchine una è una Porsche, un Cheyenne, una Lamborghini o una Ferrari… nemmeno le conosco tutte  queste marche. Son davvero auto che si vedono solo nei film o qui, tutte insieme.

Il marciapiede è pieno di gente anche se i negozi all’interno sono semivuoti. La cosa però mi fa ugualmente impressione: è molto più piacevole visitarla adesso che c’è vita. Anche qui negli anni passati ci son stata sempre in momenti in cui era piuttosto deserta e non mi aveva fatto una grande impressione.

Le griffe sono quasi tutte italiane o francesi. Mi avvicino ad un paio di vetrine. Io questa moda nemmeno la capisco. Noi siamo buffissimi. Passeggiamo con la nostra action cam sempre accesa. Dome con maglia dei Lakers e ciabatte, io vestita poco meglio. Bimbette appena maggiorenni ci passano accanto con borse firmate Valentino  o Dolce & Gabbana…siamo proprio dei barboni.

Arriviamo da Stefano Ricci, dove si sale per qualche metro tra negozi e ristoranti fino ad arrivare alla scalinata che si affaccia sul famoso hotel di Pretty Woman: il Beverly Wilshire.

La vista in questo periodo dell’anno è favolosa.  Il rosa degli alberi fioriti, le lucine lungo i tronchi delle palme, l’architettura dei palazzi, la fontana in fondo alla scalinata… nonostante il traffico si crea uno scorcio veramente molto bello. Il tutto caratterizzato da un’estrema pulizia: non c’è una cartaccia o cicca di sigarette in nessun angolo della strada. Lo so, può sembrare strano, ma tenere le città pulite ed ordinate, sembra proprio che sia possibile.


Un giorno faremo un bell’aperitivo proprio sul locale che si affaccia sulla scalinata, ma oggi ci sentiamo particolarmente poveracci. Non sappiamo con certezza se c’è il dress code, ma sicuramente non c’è nessuno addobbato come noi. Intanto Dome mi immortala con lo sguardo triste davanti alle vetrine di Tiffany. Anche qui figuriamoci se ci entriamo,  manderebbero la security a cacciarci.

Faccia sconsolata davanti alla vetrina di Tiffany in Rodeo Drive – Los Angeles

Vetrina per vetrina ripercorriamo Rodeo Drive al contrario nel marciapiede opposto e miracolo dei miracoli riusciamo anche noi a fare il nostro unico acquisto. Dome trova un carrettino dei gelati….Paradiso!!!  Riesce a capire che costano 3 $ (praticamente il doppio di una scatola da 8 al supermercato) e con gli occhi che brillano indica il biscotto fragola, cioccolato e panna che da qualche giorno sognava di prendere proprio al Walmart.

Io lo riprendo con la telecamera e lo prendo in giro. Dobbiamo immortalare questo mitico acquisto a Rodeo Drive. Passerà alla storia. Abbiamo comprato qualcosa anche noi e ce lo siamo potuti permettere. Una signora ci passa accanto e inizia a ridere pure lei. Avrà capito la comicità della situazione?  Beh…che dire. Queste risate son valse più di cento buste griffate.

Dome e il suo gelato in Rodeo Drive – Los Angeles

Per oggi abbiamo dato abbastanza. Son le 7 ed è l’ora di partire perché anche stasera c’è la tappa fissa del Best Buy, dove in teoria dobbiamo trovare il tablet che abbiamo visto online e che a Pico Rivera non avevano. La gentile commessa della mattina, ci ha consigliato proprio questo negozio assicurandoci che lo hanno in giacenza. Sarà la volta buona?

Ovviamente no. Arriviamo di corsa ma… finito pure qui. Basta, questo tablet è diventato un incubo. Ci costa il triplo in benzina, rotture e perdita di tempo.  Fortunatamente questa volta siamo in un centro commerciale Westfield e ne approfitto per un po’ di shopping pure per me. Forever 21 non delude mai. E visto che c’è vicino un Petsmart compro un paio di regalini anche al nostro cucciolo peloso.

Siamo pronti per dare il nostro arrivederci a Los Angeles.  Abbiamo circa mezz’ora di strada per raggiungere la nostra nuova destinazione: Calabasas.  Essendo le 9 il traffico scorre ormai senza troppi intoppi e arriviamo nei tempi previsti.

Il motel è il più economico che abbiamo trovato in tutta l’area di Malibu, ma è pur sempre abbastanza caro per ciò che offre, soprattutto perché non ha nemmeno il microonde. E noi stasera abbiamo quintali di pasta congelata da gustarci e zero voglia di uscire per cena. Per fortuna  nella hall c’è un forno a disposizione per tutti i clienti. Con gli schizzi di sugo al suo interno e la fila per usarlo, ma non abbiamo altra soluzione.

Impieghiamo quasi un’ora per scaldare le vivande.Ci alterniamo con una ragazza, forse una mamma, che come noi, fa vari turni.  Menomale che la camera è proprio a due passi dalla hall. Dopo cena come al solito i buoni propositi se ne vanno nel mondo dei sogni e noi con loro. Anche oggi abbiamo visitato e camminato molto. E domani ci aspettano le spiagge di Malibu…. Notte notte

Ciaoooo e….. alla prossima!!!!

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