Mondolfo, uno dei Borghi più belli d’Italia, ci accoglie nella sua struttura di castello con una doppia fortificazione, unica nel suo genere: cosa vedere ce lo indica immediatamente un cartello con un lungo elenco di attrazioni, che ci fanno ben sperare.
Ve lo raccontiamo in 8 tappe in base all’itinerario che abbiamo seguito noi.
1 – Sferisterio e il gioco della Cacciata
2 – Mondolfo Galleria senza soffitto
3 – Chiesa Parrocchiale – Collegiata di Santa Giustina
4 – La piazza centrale con il palazzo comunale e la torre civica
5 – Il Belvedere
6 – Bastione di Sant’Anna con il Giardino Martiniano
7 – Complesso Monumentale di Sant’Agostino Chiesa Monumentale Sant’Agostino
8 – Marotta e il lungomare dei mosaici
Cosa vedere a Mondolfo: inizia il nostro tour
1 – Lo Sferisterio e il gioco della Cacciata
Arrivati a Mondolfo parcheggiamo inconsapevolmente proprio nello Sferisterio, un’ampia piazza a ridosso delle mura del paese, un tempo la location perfetta per il gioco della Cacciata.
Il gioco del pallone con il bracciale, l’antenato del tennis, era molto diffuso nelle Marche ed oltre ad esser stato nominato da Leopardi, aveva attirato anche il giovane Papa Pio IX, nativo di Senigallia.
E proprio qui, nella piazza in cui le mura della fortificazione erano un perfetto piano contro cui lanciare la palla, ancora oggi, ogni anno a fine estate, gli abitanti si cimentano nella rievocazione storico sportiva de “La Cacciata”.
Un importante appuntamento in costumi rinascimentali, per ricordare anche il legame di Mondolfo con il Ducato d’Urbino.
2 – Mondolfo Galleria senza soffitto
Saliamo una prima rampa di scale e dopo qualche passo, la nostra attenzione viene catturata da una scalinata particolare. Ogni gradino è dipinto come fosse un tasto di un pianoforte…
Questa è solo la prima di tante opere d’arte che dal 7 agosto 2020 hanno trasformato Mondolfo in una mostra d’arte permanente a cielo aperto: “Mondolfo Galleria Senza Soffitto”.
Un progetto volto a rivalutare e ampliare l’offerta turistica che vede opere di fotografia, street art, scultura e pittura installate in angoli inaspettati del borgo, che vuole diventare uno spazio espositivo outdoor sempre aperto ed in costante evoluzione e soprattutto giocare sull’effetto sorpresa.
Sono già molti gli artisti che hanno contribuito e molti altri arriveranno per rendere Mondolfo unica nel genere. Nel sito del comune troverete la mappa dei luoghi in cui sono posizionate le varie opere, per non rischiare di perderle.
Crediamo che sia un’iniziativa molto interessante, utile in particolar modo a rivalutare alcuni angoli del borgo in cui i ruderi e il degrado rischiano di rovinarne l’immagine.
Sinceramente siamo rimasti abbastanza perplessi nel trovare al centro di uno dei borghi più belli d’Italia, così tanti palazzi e aree ancora poco curate, in contrapposizione a questo evidente desiderio di mascherarli.
3 – Chiesa parrocchiale di Santa Giustina
In un vicolo in discesa, proprio prima di accedere alla piazza principale troviamo la Collegiata di Santa Giustina con una facciata a capanna e un piccolo rosone centrale in stile romanico.
All’interno vediamo una sola navata con cinque altari laterali e tra i tanti personaggi venerati: la Madonna della Misericordia, alla quale gli abitanti di Mondolfo, offrirono le chiavi d’argento del Castello, la Patrona S. Giustina e S. Emidio Vescovo e Martire, invocato contro i terremoti.
Sopra il portone d’ingresso, ci colpisce anche il prezioso organo storico “Gaetano Callido”, del 1776.
4 – La piazza centrale con il palazzo comunale e la torre civica
Ed ecco che finalmente ci dedichiamo alla visita della piazza principale in cui svetta il Palazzo comunale con una imponente torre civica.
Si tratta di una ricostruzione del palazzo originario, utilizzando i mattoni recuperati dopo il terremoto degli anni ’30 che lo rase al suolo.
Qui troviamo i tre simboli che raccontano l’essenza del paese.
Il vessillo comunale oro e azzurro, unisce il colore dei campi a quello del mare. C’è poi la campana che viene addirittura chiamata per nome: San Gervasio e scandisce da secoli i ritmi di vita del borgo. Per finire vediamo uno scudo in pietra con lo stemma comunale, sorretto da una bocca di un leone.
5 – Il Belvedere
Per comprendere il significato dei colori oro e blu del vessillo, è stata sufficiente una breve passeggiata in direzione Via Torre, fino al Belvedere del Castello, il punto più panoramico, che al di là dei dolci pendii ci mostra il mare infinto.
Qui abbiamo incontrato anche molte altre opere di street art. Opere inaspettate e molto belle, che vi abbiamo mostrato nella gallery ad inizio articolo. Ci auguriamo davvero che servano a rivalutare soprattutto questa parte del borgo, piuttosto triste e trasandata.
Qui si trova anche un gazebo che custodisce uno dei tanti pezzi d’artiglieria dislocati lungo il camminamento di ronda.
6 – Il Bastione di Sant’Anna con il giardino Martiniano
Dalla parte opposta della piazza raggiungiamo poi il Bastione di Sant’Anna. Un classico giardino all’italiana con un paio di antichi pezzi d’artiglieria. Purtroppo anche questa zona del paese non ci ha colpito molto a causa di una manutenzione non troppo curata.
Proseguendo lungo le mura in via Vandali, si arriva anche all’Armeria del castello che ospita repliche di armi del Medioevo e del Rinascimento: armi da taglio e da botta, scudi, elmi, partigiane, ronconi e alabarde…
Ma anche qui c’è un purtroppo: ne scopriamo l’esistenza solo una volta arrivati a casa.
Ultimamente non possiamo far altro che improvvisare le nostre gite e questo ci fa capire quanto purtroppo nei piccoli borghi non si trovino le giuste informazioni per una visita completa, ma soprattutto quanto sia importante visitarli con una guida locale, per scoprirne la vera anima ripercorrendone la storia.
Consigliamo così, a voi che leggete questo articolo, di informarvi presso l’Archeoclub di Mondolfo, circa le loro visite guidate, durante le quali apprezzerete sicuramente molto di più il paese, come a noi è successo con Morrovalle, Montelupone e Morro d’Alba.
7 – Complesso Monumentale di Sant’Agostino Chiesa Monumentale Sant’Agostino
Ciò che più ci ha sorpreso della visita è stato il Complesso religioso dedicato a Sant’Agostino e presto capirete il perchè.
Dal 1200 ha ospitato gli agostiniani, ma oggi gli spazi sono utilizzati per eventi culturali o convegni nel chiostro interno con le arcate affrescate ed anche adibiti a Museo Civico ad ingresso gratuito.
Proprio qui, la nostra visita ha avuto una svolta positiva, grazie all’incontro con Elisa, volontaria dell’Archeoclub, che ci ha accolti spiegandoci una serie di aneddoti curiosi sulle varie esposizioni.
Il guerriero di Mondolfo
Nella prima teca è esposto un corredo funebre ritrovato negli anni ’90 vicino al fiume Cesano. La sua peculiarità sta nel fatto di avere stili di due popolazioni diverse.
La corazza è tipica della tribù dei Senoni, una popolazione gallica che aveva raggiunto la parte nord delle Marche, mentre la spada è ricollegabile allo stile dei Sanniti, che invece si erano insediati al sud. Si può pensare quindi che fosse un bottino di guerra o uno scambio.
Il gioco della Cacciata
Interessante è stato poi anche scoprire nel dettaglio come si svolge il gioco della Cacciata detto anche Gioco del pallone con il bracciale. Qui potete infatti approfondire come si svolge realmente e soprattutto vedere da vicino il bracciale di circa 2 kg con i “bischeri”, ovvero gli spunzoni che servivano ad attutire il colpo, e anche quello più leggero per i principianti.
Sapevate che anticamente era considerato un gioco per i nobili? Questo perché si usava di più la parte superiore del corpo e non le gambe, considerate gli arti dei plebei. E soprattutto perché il bracciale con i suoi 2 kg di peso era un perfetto allenamento per busto e spalla dei giovani nobili, che avrebbero poi dovuto cimentarsi nell’uso della spada.
Il meccanismo dell’orologio
Che ne dite di scoprire anche il funzionamento dell’antico orologio che fino agli anni ’70 era custodito nella torre civica?
In seguito a vari terremoti, la torre fu danneggiata e per questo motivo è stato spostato all’interno del Museo Civico.
E’ ancora in funzione e suona ogni 15 minuti e la nostra guida ci ha mostrato ogni passaggio che serve ad azionare i suoi rintocchi.
L’orologio fu creato da Pietro Mei e Antonio Galli nel 1858, per passare dall’orario all’italiana (usato dai contadini in base all’andamento del sole) a quello attuale definito alla francese.
Nonostante rimanesse nascosto, i i suoi costruttori aggiunsero una serie di tocchi artistici che dovrete divertirvi a scoprire e anche alcune incisioni: una vera e propria carta d’identità dell’orologio. La data della modifica corrisponde all’aggiunta della lancetta dei minuti.
Il museo della fisarmonica e i mosaici
Al primo piano del Museo Civico si trova il Museo della fisarmonica, a ricordo dell’importante fabbrica dei Silvestrini e dei Sora, rimasti attivi fino agli anni ’60 e conosciuti anche all’estero. Una piccola stanzetta in cui sono raccolti esemplari di vecchie fisarmoniche ma anche accessori e documenti storici.
Nell’area espositiva al piano superiore abbiamo invece potuto ammirare alcune opere create dagli artisti dell’Associazione Chiaro Scuro, che si occupa della creazione di splendidi mosaici. Quelli che incontreremo presto sul lungomare di Marotta.
Il Museo dell’arte contadina
In una piccola sala lungo il perimetro del chiostro, il Museo della civiltà contadina e artigiana, ci fornisce un quadro completo delle principali attività svolte in passato nel borgo.
La Chiesa Monumentale di S. Agostino
L’ultima tappa del complesso di Sant’Agostino, e anche quella della nostra visita a Mondolfo è la Chiesa di Sant’Agostino. Presenta un elegante stile tardo cinquecentesco con rimaneggiamenti del Settecento, già evidente nei tre portali d’accesso scolpiti in arenaria.
L’interno ha un’unica navata e 12 altari scolpiti ed arricchiti con opere di artisti cinque-seicenteschi marchigiani e un bel coro ligneo nella contro facciata.
Siamo vicinissimi allo Sferisterio, dove abbiamo parcheggiato, è giunto il momento di salutare Mondolfo e dirigersi verso Marotta, che fa parte del solito comune ma…si trova in riva al mare.
8 – Marotta e il lungomare dei mosaici
Ricordate il vessillo oro e blu? Eccoci pronti a lasciare le colline dorate per raggiungere Marotta l’anima marinara del comune Marotta-Mondolfo.
Qui vi aspetta una piacevole camminata sul lungomare, in cui potrete divertirvi ad ammirare gli infiniti mosaici che rallegrano i muretti che delimitano i marciapiedi, realizzati dall’Associazione Chiaro Scuro con materiali di recupero.
Ve ne parliamo qua nel dettaglio > Cosa vedere a Marotta: l’anima marinara di Marotta- Mondolfo.
Un po’ di storia di Mondolfo
Vi lasciamo con qualche informazione sulla storia di Mondolfo e della sua struttura particolare.
Mondolfo nasce come un castrum romano: nella zona interna del borgo sono ancora evidenti il cardo e decumano. In epoca bizantina si costruisce la prima cinta muraria e successivamente anche le prime case all’esterno.
La particolarità di Mondolfo è la sua forma a ventaglio aperto: l’edificazione infatti si concentrò soprattutto nella zona a sud per sopperire, con più ore di sole, all’assenza di energia elettrica.
Alla fine del 1400 fu costruita la seconda cinta muraria, che conferisce al borgo la sua unicità e la sua potenza difensiva, ad opera dell’architetto senese Francesco di Giorgio Martini (che ritroviamo anche a Gradara e Mondavio).
Fu proprio nei secoli successivi che Mondolfo visse un periodo di fiorente sviluppo e le ricche famiglie si dedicarono a reperire importanti dipinti di artisti marchigiani, per arricchire le chiese locali.