“Santa Fiora, chi ci va… ci s’innamora!” Non è soltanto uno slogan, ma una promessa che questo affascinante borgo mantiene fin dal primo sguardo. Adagiato sulle pendici del Monte Amiata, in provincia di Grosseto, Santa Fiora è un luogo in cui storia, natura e tradizioni convivono in perfetta armonia, regalando emozioni autentiche e scorci che rimangono nel cuore.
Passeggiando tra le sue stradine, si incontrano piazze che sembrano eleganti salotti racchiusi tra antichi palazzi, case sospese nel vuoto che fanno capolino sopra rocce possenti creando scorci fiabeschi, chiese che custodiscono tesori preziosi e inaspettati, un suggestivo viadotto nel cuore del centro storico e vicoli segreti tutti da scoprire.
E poi c’è lei: la celebre Peschiera, un angolo fiabesco alimentato da una sorgente d’acqua che sgorga direttamente sotto una chiesa. È diventata uno dei luoghi più famosi e fotografati del borgo… ma Santa Fiora è molto più di questo.
Il borgo di Santa Fiora conquista anche gli “illustri”
Per toglierti ogni dubbio sul potere magnetico di Santa Fiora, ti racconto subito di chi, di questo borgo, si è profondamente innamorato. Scrittori, intellettuali, religiosi e figure politiche: molti sono arrivati qui come semplici visitatori e se ne sono andati sentendosi parte della comunità. Qualcuno lo è diventato ufficialmente, come Andrea Camilleri, che ha ricevuto la cittadinanza onoraria.

Camminando nel cimitero monumentale, luogo di grande suggestione, si incontrano storie straordinarie di uomini che hanno lasciato un segno nella cultura e nella spiritualità italiana. Qui riposa Davide Lazzaretti, figura carismatica che divise i suoi contemporanei ma rimane ancora oggi profondamente legata a Santa Fiora. E sempre qui troviamo Padre Ernesto Balducci, nato proprio in questo borgo, che da adulto vi ritrovò le sue radici più vere.
Tra le personalità legate a Santa Fiora c’è anche Fernando Di Giulio, amico di Balducci e partigiano durante la guerra di Liberazione, poi importante esponente politico nazionale. E ancora la famiglia Morante, che con Elsa e Laura ha intrecciato il proprio percorso con la storia del borgo. Senza dimenticare Mario Pratesi, a cui è intitolata la scuola elementare e che nei suoi scritti ha saputo raccontare la profonda identità di questo luogo.
Santa Fiora è così: una terra che accoglie, che ispira, che resta nel cuore, con un glorioso passato che perdura nel tempo.
Un po’ di storia di Santa Fiora
Un tempo Santa Fiora era il centro più importante del Monte Amiata: nel XIII secolo contava persino più abitanti di Grosseto e già allora si distingueva per castello, fortificazioni, struttura urbana medievale e numerose chiese e conventi, che ancora oggi ne testimoniano il prestigio. La sua storia è legata alla Contea di Santa Fiora, una piccola ma strategica enclave di confine tra Toscana e Stato Pontificio, capitale di un territorio autonomo per circa quattro secoli.
Dal Medioevo fino al XV secolo il borgo fu dominio degli Aldobrandeschi, ma nel 1439, con le nozze tra Cecilia Aldobrandeschi e Bosio Sforza, la Contea passò agli Sforza. In questo periodo Santa Fiora visse un grande splendore: secondo la leggenda, Guido Sforza ospitò papa Pio II Piccolomini e uccise un drago che minacciava la zona.
Nel Cinquecento la Contea mantenne la propria autonomia, resistendo sia al Granducato di Toscana sia allo Stato Pontificio. Nel Seicento iniziò però un periodo di declino e solo il matrimonio tra Federigo Sforza e Livia Cesarini nel 1673 riportò una temporanea ripresa economica.
Tra Ottocento e Novecento, con la cessione dei diritti sulle miniere, sulle acque e sulle terre a privati, imprenditori ed enti pubblici, si concluse definitivamente il lungo dominio politico ed economico dei feudatari. Ma la storia gloriosa di Santa Fiora continua a vivere nella struttura urbana, nei monumenti e nello spirito orgoglioso degli abitanti.

Cosa vedere a Santa Fiora
Il Centro storico e i tre Terzieri di Santa Fiora
L’unicità di Santa Fiora si percepisce già dalla divisione del suo centro storico in tre terzieri: Castello, Borgo e Montecatino.
Il terziere di Castello rappresenta la parte più antica del paese, dove si trovano ancora oggi i palazzi degli Aldobrandeschi e il Palazzo Sforza, affacciati, insieme alla Torre, sull’ampia piazza che funge da elegante salotto urbano.
Il Borgo era invece la zona più popolata: qui vivevano artigiani e commercianti, che aprivano le loro botteghe lungo le stradine animate del quartiere. Si raggiunge attraversando la Porticciola e percorrendo Via Carolina.
Infine, il terziere di Montecatino, il più in basso, deve il suo nome al termine catino, inteso come punto di raccolta dell’acqua. È proprio qui che si trova la celebre Peschiera, alimentata dalle sorgenti del Fiora. La presenza di queste acque, sfruttate come forza motrice, favorì lo sviluppo di mulini e laboratori artigianali attorno ai quali si formò il centro abitato.
Cosa vedere nel terziere Castello di Santa Fiora
La Chiesa di San Giuseppe


Oltrepassato il singolare viadotto costruito proprio nel cuore del centro storico, prima di accedere a Piazza Garibaldi, ti ritroverai sulla destra la Chiesa di San Giuseppe costruita nel 1872, come dimostra la data collocata sulla facciata.
Proprio di fronte si trova la casa dove nacque il cardinale Valerio Valeri nel 1883.
Palazzo Sforza e il Museo delle Miniere di Mercurio del Monte Amiata

Su Piazza Garibaldi si affaccia un imponente palazzo in stile rinascimentale, Palazzo Sforza, oggi sede del Municipio ma anche del Museo delle miniere di mercurio del Monte Amiata.
Il Museo delle Miniere di Santa Fiora, fu inaugurato nel 2003 grazie all’impegno del Comune e dell’Associazione Minatori, per raccontare la lunga storia dell’attività mineraria sul Monte Amiata e il forte legame con la comunità locale. Qui si ripercorre l’epopea del cinabro e del mercurio, sfruttati fin dall’epoca etrusca e romana e diventati, nell’Ottocento, la principale risorsa economica del territorio. Il museo offre una testimonianza diretta della vita dei minatori, segnata da condizioni di lavoro estreme che alimentarono una nuova coscienza sociale e portarono a importanti lotte per i diritti e la sicurezza.
Il percorso espositivo si articola in più sale tematiche:
- Plastico del territorio con la mappa delle aree minerarie e reperti geologici e minerali,
- Evoluzione storica e tecniche di estrazione,
- Utensili e attrezzature di lavoro utilizzate nel sottosuolo, con la ricostruzione di una galleria mineraria, per comprendere concretamente l’ambiente di lavoro,
- Usi del mercurio e conseguenze sulla salute dei lavoratori,
- Chiusura delle miniere e battaglie sociali per un nuovo modello di sviluppo locale.
Purtroppo io l’ho trovato chiuso e non sono riuscita a visitarlo, ma credo che sia una tappa necessaria per scoprire la vera anima di Santa Fiora. Per tutte le informazioni su orari e costi del biglietto ti rimando al sito ufficiale.
La Chiesa del Suffragio


La Chiesa del Suffragio situata lungo via Carolina che parte da un angolo nascosto di Piazza Garibaldi, fu realizzata nella prima metà del ‘700 in stile barocco. Merita una visita in quanto al suo interno vengono conservati e esposti i tre “tronchi”: le 3 croci che il 3 maggio, durante la festa della Santa Croce vengono portate in processione insieme al Crocifisso miracoloso di suor Passitea proveniente dalla chiesa di Santa Chiara.
Casa natale di Domenico Bulgarini e Piazza 12 Giugno


Proseguendo la tua passeggiata noterai una targa su un antico palazzo che ricorda che proprio lì, nel 1887, nacque l’editore, scrittore e autore teatrale Domenico Bulgarini.
Proseguendo ancora ti ritroverai in un graziosa piazzetta, Piazza 12 giugno, dove una targa commemora il bombardamento alleato del 12 giugno 1944 che colpì Santa Fiora e causò 24 vittime.
La Pieve delle sante Flora e Lucilla

Ancora pochi passi e incontrerai una delle cose più affascinanti da vedere a Santa Fiora. La Pieve delle Sante Flora e Lucilla presenta una facciata a capanna piuttosto semplice in cui spicca lo stemma degli Aldobrandeschi. La sua esistenza è testimoniata fin dal 1142, ed è formata da un mix di stili architettonici gotici e rinascimentali.
Ma è tra le sue tre navate che custodisce un vero e proprio tesoro: una splendida collezione di terrecotte invetriate realizzate tra il 1464 e il 1490 da Andrea della Robbia:
- il Battesimo di Gesù con San Giovanni e gli Angeli,
- la Madonna della cintola e santi,
- l’Ultima Cena, la Resurrezione e l’Ascensione,
- il trittico con al centro l’Incoronazione della Vergine e le Stimmate di San Francesco e San Girolamo ai lati.




A rendere ancora più preziosa la chiesa, c’è anche il reliquiario delle Sante Flora e Lucilla che fu donato dai conti Sforza e Aldobrandeschi, i quali, arricchendolo con gli stemmi di entrambe le famiglie sancirono il passaggio fra le due dinastie.
Cosa vedere nel terziere di Borgo: il ghetto ebraico e la chiesa di Santa Chiara

L’affascinante Porticciola segna il passaggio dal terziere castello a quello di Borgo. Era una porta medievale che ancora oggi conserva la struttura dell’epoca con un arco segmentato e una minuscola finestrella a trifoglio.
Da qui si apre una meravigliosa vista sulle rocce possenti che sorreggono il terziere Castello e sul paesaggio circostante. La ripida discesa, impreziosita da piante rampicanti che cambiano colore con il passare delle stagioni creando cornici incantevoli, ti condurrà in pochi minuti al terziere Montecatino.



In questa area di Santa Fiora si trovava anche il ghetto ebraico che si sviluppò dal XVI al XVIII secolo. La piazza del Ghetto si distingue dalle altre piazze del paese per un unico ingresso ed è circondata dalla Chiesa di Santa Chiara e dal Convento Agostiniano. La Chiesa è uno dei luoghi sacri più importanti per i fedeli in quanto custodisce il Crocifisso ligneo cinquecentesco che viene portato in processione il 3 maggio di ogni anno. Si pensa fosse appartenuto a suor Passitea Crogi, che nel primo decennio del ‘600 fondò il convento delle Cappuccine lì accanto.
Cosa vedere nel terziere di Montecatino di Santa Fiora
Chiesa della Madonna della Neve


La Chiesa della Madonna della Neve è sicuramente il luogo di culto più particolare e conosciuto di Santa Fiora. E’ un minuscolo edificio sacro costruito nel XV secolo proprio accanto alla Peschiera e per questo ha ricevuto il soprannome di “Chiesa della Piscina”.
Prima della costruzione della chiesa, in quel punto esisteva una stradina medievale attraversata da un piccolo ruscello che venne deviato proprio per realizzare l’edificio sacro. Da allora iniziarono a verificarsi alcuni eventi ritenuti miracolosi, attribuiti a una Madonnina posta sopra un tabernacolo, oggi purtroppo scomparsa. Questo spinse i cittadini e la famiglia Sforza a impegnarsi per completare rapidamente la chiesa.
All’interno, a un primo sguardo, l’ambiente può sembrare semplice e spoglio. Ma basta osservare con attenzione per scoprire un dettaglio sorprendente: grazie ad alcune passerelle in vetro è possibile vedere l’antica strada sottostante e, soprattutto, la sorgente del Fiora che scorre proprio sotto i piedi. Un elemento unico che conferisce all’intera chiesa un fascino magico e misterioso, rendendola una delle esperienze più suggestive da fare a Santa Fiora.
La Peschiera di Santa Fiora

Divenuta ormai simbolo di Santa Fiora, la Peschiera è una grande vasca, al centro del nucleo abitato nato nel periodo medievale sotto gli Aldobrandeschi, per l’allevamento delle trote. Nel ‘400 gli Sforza la incorporarono nel loro sontuoso giardino nobiliare fino a quando, nel XIX secolo, assunse l’aspetto attuale all’interno di un grazioso parco all’inglese.
Diverse specie di alberi, piante e fiori popolano il parco attraversato da ruscelli e ponti in miniatura che lo fanno sembrare uscito da una fiaba. E il castello aldobrandesco e i palazzi degli Sforza che si riflettono sull’acqua creano scorci indimenticabili e romantici.
Per accedere al parco si paga un biglietto simbolico di 1 €, ti consiglio di munirti di moneta! All’interno c’è anche un piccolo punto ristoro con poltroncine e divanetti che offrono una vista privilegiata sulla peschiera. Se sei arrivato a piedi scendendo dalla parte alta del borgo, approfittane per rilassarti un po’ prima della salita.
Il Sasso di Petorsola: tra leggenda e natura selvaggia
Tra le cose più particolari da vedere a Santa Fiora c’è anche il Sasso di Petorsola, una grande rupe isolata di origine vulcanica, conosciuta anche come “Pietra Rossa”, che sorge poco fuori dal paese, tra boschi e corsi d’acqua. Attorno a questo masso, utilizzato un tempo per l’estrazione del rame, ruotano antiche leggende: si racconta che qui vivesse una misteriosa fata, la Petorsola, capace di trasformare gli abitanti in pietra dopo essere stata ingannata dalle donne del villaggio. Da quel momento, lei e le altre fate si sarebbero mutate in gatti misteriosi, sempre pronti a disturbare i cavalli agitando con insistenza le loro code. Per proteggersi, i contadini iniziarono a intrecciare un rametto di ginepro con un nastro rosso sulle criniere degli animali.
Il percorso per raggiungere la rupe parte dal terziere di Montecatino e prosegue per un totale di circa 3 km lungo sentieri e strade sterrate: la salita finale è semplice ma richiede attenzione, perché la roccia presenta fenditure e strapiombi naturali. Una volta in cima, si viene ripagati da un panorama suggestivo e dalla sensazione di toccare un frammento autentico della storia e delle credenze del Monte Amiata.
Sapori e prodotti tipici di Santa Fiora
Dopo tanto girovagare tra il saliscendi di vicoli e viuzze, concediti una piccola sosta per assaggiare anche alcuni prodotti tipici di Santa Fiora:
- la cipolla rossa della Selva, coltivata sulle colline intorno al borgo. Questa varietà schiacciata e tondeggiante si distingue per il sapore dolce, la polpa bianca striata di rosso e l’elevata digeribilità,
- i marroni e la farina di castagne del Monte Amiata. Il castagno è stato per secoli “pane” delle popolazioni montane dell’Amiata e nella zona di Santa Fiora ancora oggi si raccoglie la castagna IGP nelle varietà Marrone, Bastarda Rossa e Cecio,
- il formaggio di pecora del Monte Amiata che prende il sapore netto e autentico delle erbe aromatiche di cui si nutrono le pecore nei pascoli circostanti,
- il miele dell’Amiata di colore scuro, dall’aroma intenso proveniente dai castagneti.
Cosa vedere nei dintorni di Santa Fiora
Se sei arrivato fino a Santa Fiora, ti trovi già nel cuore del Monte Amiata: un territorio ricco di borghi affascinanti e panorami sorprendenti. Ecco qualche tappa imperdibile per continuare il tuo viaggio:
- Piancastagnaio, dominato dal profilo severo della Rocca Aldobrandesca, è anche la patria della castagna amiatina,
- Abbadia San Salvatore: con l’Abbazia benedettina che custodisce la suggestiva cripta longobarda – un tesoro unico,
- Arcidosso, vivace e accogliente, raccolto intorno alla Rocca Aldobrandesca,
- Castiglione d’Orcia, un piccolo gioiello immerso nella Val d’Orcia, dove la Rocca a Tentennano veglia da secoli su uno dei panorami più iconici della Toscana,
- Bagno Vignoni: un borgo termale unico nel suo genere, famoso per la piazza in cui l’acqua termale scorre al posto del selciato,
- Bagni San Filippo: un piccolo paradiso termale immerso nel bosco, dove le acque calde e ricche di minerali hanno creato affascinanti sculture naturali. La più famosa è la Balena Bianca, una formazione calcarea che sembra uscita da una fiaba,
- Radicofani: in cima a un colle solitario, la sua rocca racconta le vicende del leggendario Ghino di Tacco.
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