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Arcidosso alla scoperta del cuore medievale del Monte Amiata

Arcidosso è uno dei borghi più affascinanti e ricchi di storia del Monte Amiata, in provincia di Grosseto. Il suo profilo, dominato dall’imponente Rocca Aldobrandesca, racconta secoli di vicende legate a nobili famiglie, santi, pellegrini e comunità montane. Passeggiare tra le sue stradine antiche, circondate da castagni e panorami suggestivi, significa immergersi in un patrimonio storico e culturale unico nel suo genere.

Origini del Borgo di Arcidosso e Rocca Aldobrandesca

Il nome Arcidosso compare per la prima volta in un documento dell’860 e sembrerebbe derivare dai termini latini Arx e Dossum, ovvero “fortezza sul dosso”. Ed è proprio la Rocca Aldobrandesca a essere il simbolo del borgo: uno dei castelli medievali meglio conservati del territorio amiatino.

Il fortilizio entrò a far parte dei possedimenti degli Aldobrandeschi intorno al 1080, anche se la sua origine è ancora più antica. Già nella seconda metà del X secolo il Marchese Ugo di Tuscia, su mandato dell’imperatore Ottone I, aveva fatto innalzare una prima struttura difensiva sul poggio dove oggi sorge la rocca. Da quel momento il destino di Arcidosso si intrecciò con quello degli Aldobrandeschi, fino al declino del loro dominio.

Nel 1331 il castello cadde infatti nelle mani della Repubblica di Siena che, dopo un duro assedio guidato dal condottiero Guidoriccio da Fogliano vi istituì uno dei suoi undici Vicariati, trasformando Arcidosso in un importante presidio amministrativo e militare. Con la caduta definitiva di Siena nel 1559, il territorio passò al Granducato di Toscana sotto i Medici, che vi insediarono la sede di un Capitanato di Giustizia, mantenendone il ruolo di centro strategico nella gestione del Monte Amiata.

Porta Arcidosso Grosseto

Cosa vedere ad Arcidosso

La Chiesa della Madonna delle Grazie

Prima di entrare nel borgo medievale, ti consiglio di visitare la Chiesa della Madonna delle Grazie, anche detta dell’Incoronata. È uno dei santuari più venerati del Monte Amiata e custodisce splendide opere d’arte di scuola senese. Tra queste spiccano:

  • la Vergine in GloriaIl miracolo della neve di Ventura Salimbeni e una Madonna con Bambino quattrocentesca, sull’altare maggiore,
  • la Madonna col Bambino e san Giovannino (1726) di Giuseppe Nicola Nasini,
  • la Madonna col Bambino attribuita a Pellegrino di Mariano Rossini,
  • la Madonna della Misericordia, attribuibile ad Andrea di Niccolò
  • e una pala raffigurante Giovanni Battista davanti a papa Celestino V che abbandona gli attributi papali, di origine sconosciuta.

Il Monumento ai Caduti del Lavoro e il ricordo di David Lazzaretti

Arrivando in prossimità del borgo fortificato di Arcidosso, una delle prime cose che cattura lo sguardo è il Monumento ai Caduti del Lavoro, situato prima dell’ingresso al centro storico. Sulla destra una lapide ricorda il luogo dove nel 1878 venne ucciso David Lazzaretti, noto come il Profeta dell’Amiata: una figura carismatica e controversa che ha segnato profondamente la storia locale.

 Al termine del lungo viale dominato dal monumento, potrai entrare nel cuore del borgo attraverso la Porta della Rocca o Porta del Castello, stretta e alta, su cui svetta una torre merlata con il grande stemma degli Aldobrandeschi.

Dopo averla varcata, mantieni la sinistra, per arrivare alla piazza del Castello Aldobrandesco. 

Il Castello Aldobrandesco di Arcidosso

Rocca Aldobrandesca Arcidosso

Il Castello Aldobrandesco svetta sul punto più alto di Arcidosso, con la sua struttura massiccia che parte da una base rastremata e il mastio quadrato che ne domina l’intero profilo.

Al suo interno potrai visitare vari poli museali:

  • il Museo di David Lazzaretti, dove si racconta la vicenda umana e spirituale di David Lazzaretti (1834-1878), il “profeta dell’Amiata”,
  •  la collezione Emo Mecheroni, una collezioni di circa 175 tipi di armi che spazia dal Medioevo al Novecento,
  • il Museo del Paesaggio Medievale, che illustra l’evoluzione delle fortificazioni e delle architetture difensive in Amiata e in Maremma. Da qui puoi salire sulla Torre Aldobrandesca alta 28 ben metri. La salita è piuttosto impegnativa ma il panorama ripagherà la fatica,
  • e il Museo di Arte e Cultura Orientale (MACO) allestito negli spazi dell’ex Cancelleria, all’interno del complesso castellano. Il museo nasce dall’attività culturale della comunità Dzogchen di Merigar, presente sul Monte Amiata dagli anni ’80, e propone un percorso immersivo dedicato alle principali civiltà asiatiche. La collezione conta migliaia di opere e manufatti, accompagnati da esperienze multimediali, suoni e proiezioni che ti guideranno alla scoperta di tradizioni artistiche e spirituali orientali.

Altri musei ad Arcidosso

Il percorso museale, raggruppato per la maggior parte all’interno della rocca aldobrandesca, comprende anche altri due poli dislocati nel cuore di Arcidosso.

Il Museo etnografico “La casa dei secchi & dei triachi”, in via Talassese 10 racconta la storia delle comunità del Monte Amiata tra Ottocento e Novecento. In cinque sale tematiche si possono vedere arredi domestici, utensili del lavoro agricolo e artigiano e legati al bosco e alla castagna. Il percorso mette in luce antichi mestieri oggi scomparsi, come il carbonaio o il segantino ed è in continua evoluzione.

La Galleria Museo Artereastra (Arte-Realtà-Astrazione), nata dalla creatività dell’artista Maurizio Pizzetti, propone un viaggio attraverso esperienze visive e sensoriali. Installazioni interattive, effetti olografici e scenografie sorprendenti creano un percorso che riflette sui momenti chiave dell’esistenza umana. È una visita insolita e coinvolgente, adatta a tutti grazie ad audioguide disponibili in più lingue e a un itinerario dedicato ai più piccoli. La visita è possibile su prenotazione.

Per gli orari di apertura ed i costi aggiornati dei vari musei, consiglio di consultare la pagina Instagram, oppure utilizzare i contatti di questo sito.

Le vie del centro storico e le chiese di Arcidosso

I vicoli lastricati che si snodano ai piedi della Rocca conducono alla chiesa di San Niccolò, costruita intorno alla metà del XII secolo. Come molte chiese della Maremma fu completamente ricostruita nel XVII secolo e ancora alla fine dell’Ottocento. Nonostante ciò, rimane la chiesa di maggior rilievo e dimensioni di Arcidosso.

Proseguendo in discesa nel dedalo affascinante di vicoli, arriverai al Terziere del Codaccio, dove si trova la Chiesa di San Leonardo, incorporata già dal 1188 nel Monastero di San Salvatore. All’interno potrai ammirare:

  • gli imponenti altari dello scultore locale Amati,
  • La decollazione di San Giovanni Battista di Francesco Vanni (1588-89),
  • una Gloria del Santissimo Sacramento, nello stile di Bartolomeo Neroni (detto il Riccio),
  • una pala del ‘500 raffigurante l’Assunzione della Vergine tra i Santi Iacopo e Pietro,
  • due statue lignee provenienti dal Convento di San Processo, che rappresentano San Processo e Sant’Andrea.

Appena fuori dalla Porta Talassese, c’è un altro degli edifici religiosi più antichi di Arcidosso, la Chiesa di Sant’Andrea documentata già alla fine del XII secolo. Nel corso dei secoli ha subito diversi interventi: il presbiterio fu aggiunto nel Seicento e la struttura venne consolidata nel Settecento grazie a Leonardo Ximenes. In seguito, divenne sede della Confraternita della Misericordia. All’interno, l’ambiente semplice coperto da capriate in legno custodisce alcuni elementi pregiati:

  • un affresco raffigurante la Madonna con Bambino e santi, attribuito a un pittore senese del primo Cinquecento,
  • un Crocifisso seicentesco in cartapesta,
  • e un dipinto realizzato nel 1928 da Ovidio Gragnoli che rappresenta San Giovanni di Dio nell’atto di benedire volontari impegnati nel soccorso ai malati,
  • il sepolcro del poeta locale Giovan Domenico Peri.

Purtoppo però al momento della stesura dell’articolo (novembre 2025) la Chiesa sembra esser chiusa.

La Pieve di Santa Maria in Làmula

Allontanandosi leggermente dal centro, lungo la strada che collega Arcidosso a Montelaterone, in un paesaggio ricco di castagneti, la Pieve di Santa Maria a Làmula è uno dei monumenti religiosi più importanti e antichi della zona. Le prime testimonianze risalgono al IX secolo e confermano che la pieve ha svolto un ruolo centrale nella vita amministrativa e spirituale del Monte Amiata. L’aspetto attuale deriva in gran parte dai lavori di ricostruzione del 1268, avviati dopo i danneggiamenti provocati durante le incursioni senesi.

La pieve presenta una tipica struttura romanica a tre navate con absidi semicircolari, pareti in possenti blocchi di trachite locale e copertura lignea a capriate.

E’ inoltre legata a una tradizione popolare molto sentita: secondo una leggenda, una mula (da qui Lamula) si sarebbe inginocchiata davanti al portale principale, lasciando l’impronta delle sue ginocchia, ancora oggi visibile, sulla soglia in pietra.

Eventi da non perdere ad Arcidosso

Arcidosso è un borgo che vive intensamente le proprie tradizioni: durante l’anno le sue piazze, i castagneti e il Monte Labro diventano il cuore pulsante di feste popolari e riti antichi. Ecco gli eventi da non perdere:

  • Festa della Pina (domenica dopo Pasqua)
    Alla Pieve di Santa Maria a Làmula si rinnova un antico rituale legato al fidanzamento: giovani coppie si scambiano “pine” intrecciate con rami d’edera e zuccherini,
  • Cantamaggio (30 aprile)
    Il borgo si riempie delle melodie dei maggiaioli, che percorrono le vie del paese e le campagne cantando e raccogliendo offerte,
  • La Via delle Erbe (maggio)
    Un evento dedicato alle erbe officinali dell’Amiata: passeggiate guidate, incontri divulgativi, dimostrazioni e momenti sensoriali per scoprire i segreti della natura,
  • Amiata Folk Festival (luglio)
    Un appuntamento imperdibile per chi ama la musica e le tradizioni popolari. Per tre giorni Arcidosso si anima di suoni e danze di gruppi folk, bande e ballerini provenienti da tutta Italia,
  • Festa dell’Assunta (14 agosto)
    Sul suggestivo Monte Labro si celebra una ricorrenza religiosa in memoria di David Lazzaretti,
  • Festa della Madonna Incoronata (ultimo weekend di agosto)
    Musica, cortei storici, rievocazioni medievali e spettacoli pirotecnici animano il borgo e l’area del castello,
  • La Castagna in Festa (terza e quarta domenica di ottobre)
    Il mese della regina dei boschi diventa un’occasione per scoprire i sapori autentici dell’Amiata. Arcidosso si anima con mercatini, musica, visite ai seccatoi, degustazioni e cantine aperte celebrano la castagna, simbolo del territorio.

Cosa vedere nei dintorni di Arcidosso

Per visitare Arcidosso potrai impiegare qualche ora, al massimo mezza giornata se decidi di visitare tutti i musei e magari fermarti per un pasto. Per questo motivo ti suggerisco qualche altra tappa che dovresti aggiungere al tuo tour nei dintorni del Monte Amiata e di Arcidosso:

  • Santa Fiora: con un centro storico elegante affacciato sulla Peschiera e antiche chiese ricche di robbiane,
  • Piancastagnaio: sotto la protezione della sua Rocca Aldobrandesca, racconta storie di boschi, di castagne e di antiche tradizioni contadine,
  • Abbadia San Salvatore, dove l’Abbazia benedettina nasconde una cripta longobarda davvero affascinante,
  • Castiglione d’Orcia, con la Rocca a Tentennano che domina il panorama,
  • Bagno Vignoni, un borgo unico nel suo genere, dove la grande vasca di acqua termale al centro della piazza regala un’atmosfera magica,
  • Bagni San Filippo: un angolo di natura sorprendente dove le acque termali creano fiabesche sculture calcaree tra le quali rilassarsi gratuitamente,
  • Radicofani, con l’inconfondibile profilo dominato dalla Rocca del leggendario Ghino di Tacco.

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