Arroccato sul versante sud-orientale del Monte Amiata, Piancastagnaio è un borgo medievale che conquista subito per la sua atmosfera sospesa nel tempo e per la bellezza del paesaggio che lo circonda. Un paese dove la storia si intreccia con la natura, tra vicoli pittoreschi, antiche mura e boschi di castagni che hanno sostenuto intere generazioni.
Cosa vedere a Piancastagnaio
La Rocca Aldobrandesca

Simbolo indiscusso del borgo, la Rocca Aldobrandesca ti accoglierà all’ingresso del centro storico con le sue mura possenti e la torre che scruta l’orizzonte verso la Val d’Orcia, le crete senesi e i boschi del Monte Amiata.
La sua storia affonda le radici nel Medioevo: nel 1208 divenne feudo degli Aldobrandeschi e, nei secoli successivi, fu al centro di conquiste, restauri e nuovi domini.
Nel Trecento passò prima sotto Orvieto e poi, nel 1345, fu presa dai senesi che demolirono parte delle fortificazioni. Da quel periodo iniziò un lungo processo di rinnovamento, culminato nel grande restauro del 1471-1478: le mura vennero rinforzate, la torre dotata di mensole e archetti pensili, e comparvero i simboli della Repubblica di Siena quali il leone rampante e la celebre balzana bianconera.
Con l’arrivo dei Medici, nel 1559, la Rocca cambiò nuovamente bandiera e sulla porta venne affisso lo stemma con i sei bisanti della potente casata fiorentina. Nel 1601 entrò a far parte dei possedimenti dei Bourbon del Monte, che la trasformarono in carcere fino al Settecento, quando perse definitivamente il ruolo difensivo.
Oggi la Rocca è un interessante museo.
Per tutte le informazioni inerenti orari di apertura e i costi ti consiglio di consultare i siti ufficiali o contattare la Pro Loco, perché sono soggetti a frequenti variazioni.
La Chiesa di San Filippo Neri

Superato l’arco della Rocca Aldobrandesca e la sua imponente torre, ti ritroverai nella piazza dove si affaccia anche la Chiesa di San Filippo Neri, un luogo semplice ma ricco di devozione popolare. In passato l’edificio era dedicato alla Santa Croce e, dal 1577, accolse la Compagnia del Santissimo Nome di Gesù. La dedicazione attuale risale invece alla fine del Settecento, quando qui fu trasferito l’oratorio notturno dedicato al Santo.
La chiesa ha una struttura molto semplice con una cappella laterale sulla destra che custodisce la statua di San Filippo Neri, protagonista ogni 26 maggio della tradizionale processione per le vie del borgo.
Nell’abside, spicca una tela settecentesca che rappresenta l’apparizione della Madonna con il Bambino al Santo, attribuita allo stile del Nasini.
Cosa vedere a Piancastagnaio: la Pieve di santa Maria Assunta

Nel cuore di Piancastagnaio si trova anche la Pieve di Santa Maria Assunta, uno degli edifici religiosi più antichi del borgo, già citata in documenti del 1188. L’ingresso laterale conserva ancora antiche monofore che testimoniano la sua origine medievale. La chiesa ha una sola navata e un elegante campanile romanico merlato che ne caratterizza il profilo.
All’interno custodisce preziose opere d’arte e ambienti ricchi di storia come:
- la cappella del Santissimo Sacramento, in stile barocco, con una rara vasca battesimale monolitica di epoca rinascimentale,
- la cappella dedicata alla Santissima Annunziata con un altare ligneo barocco dove spicca una pala raffigurante l’Annunciazione, un suggestivo Cristo morto scolpito nel 1864 da Pasquale Leoncini e un raffinato pulpito in pietra del 1607,
- il tabernacolo quattrocentesco della cappella maggiore e,
- nella sacrestia, un affresco seicentesco di Francesco Nasini che rappresenta la Pietà insieme ai santi Francesco e Rocco.
Le Fonti e i Terzieri
Passeggiando per i vicoli di Piancastagnaio noterai anche che l’antica suddivisione del paese in terzieri è ancora ben evidente. Il Terziere del Borgo prende il nome dalla Fonte di Borgo, situata presso la porta meridionale e alimentata dall’acqua del Bagno degli Ebrei. In quest’area, un tempo, le ragazze riempivano le brocche mentre i ragazzi facevano abbeverare i muli.
Proseguendo oltre la porta del Cancello si trova la Fonte di Voltaia, un articolato complesso idrico che un tempo soddisfaceva molteplici esigenze: dall’acqua potabile agli abbeveratoi, fino alle vasche destinate alla lavorazione dei tessuti, alla macerazione del lino e alla tintura delle lane.
Oggi, grazie a un attento recupero, questi spazi sono stati valorizzati e trasformati in suggestive location per eventi culturali e artistici, oltre che in punti di grande interesse turistico.
Palazzo Bourbon del Monte di Piancastagnaio
Molto interessante sarebbe anche il Palazzo Bourbon del Monte realizzato nei primi anni del Seicento, per volontà del generale Giovan Battista Bourbon del Monte. Si tratta di un edificio raro nel panorama toscano di quel periodo: una residenza signorile dalle dimensioni imponenti e dall’impianto tipicamente feudale, in un’epoca in cui strutture simili erano ormai poco diffuse.
Il progetto è attribuito a Valentino Martelli, artista di origini umbre e allievo di Michelangelo. La famiglia Del Monte mantenne il controllo sul territorio fino al XIX secolo, quando la proprietà passò a Mons. Pellegrini e l’edificio venne utilizzato come deposito agricolo, per poi essere diviso in molte unità diverse.
Questi adattamenti, insieme al degrado del tempo, ne però hanno compromesso la stabilità: il palazzo è stato dichiarato inagibile nella seconda metà del Novecento. Oggi resta un bene di grande importanza storica, ma purtroppo non è ancora visitabile.
Il Piatto delle Streghe di Piancastagnaio
Fuori dalle mura del borgo, in via del Mugnellino, si trova una grande lastra in pietra peperina scavata a forma di vasca: è il Piatto delle Streghe. Originariamente faceva parte di una fontana ornamentale nel “Belvedere” dei giardini della residenza seicentesca dei Marchesi Bourbon del Monte.
Con il passare del tempo il giardino fu abbandonato e la vasca spostata nella collocazione attuale dove la pietra levigata dagli agenti atmosferici, assunse un aspetto misterioso che alimentò favole e racconti popolari.
Una leggenda, tramandata in diverse varianti, racconta la storia di un uomo di nome Ferro, padre di tre figlie rapite dalle streghe e portate qui per un banchetto terrificante. Durante i rituali e le danze notturne, le streghe iniziarono a litigare su chi avrebbe dovuto divorare le ragazze: quel momento di confusione permise al padre di salvarle e riportarle sane e salve a casa.
Oggi il Piatto delle Streghe resta uno dei luoghi più misteriosi e suggestivi del borgo ma purtroppo, così come il palazzo Bourbon del Monte, si trova in un triste stato di abbandono, e addirittura sembra anche all’interno di una proprietà privata.
Un vero peccato che alcuni tesori così particolari da vedere a Piancastagnaio non ricevano l’attenzione e la cura che meritano.
Eventi e Tradizioni: l’Anima Viva di Piancastagnaio
Piancastagnaio non è solo storia e architettura: è un borgo che pulsa di tradizioni profondamente radicate nella comunità. Ogni 18 agosto, in occasione della Madonna di San Pietro, le quattro contrade di Borgo, Castello, Coro e Voltaia, partecipano al Palio delle Contrade.
Dame, tamburini e sbandieratori accompagnano i fantini in un corteo medievale che attraversa il centro storico, ma solo una contrada conquisterà il cencio, il prezioso drappo di seta dipinto a mano.
Gli eventi di Piancastagnaio non finiscono qui: tra ottobre e novembre va in scena il Crastatone, storica sagra dedicata alla castagna arrosto, la “crastata”, prodotto tipico del Monte Amiata. Cantine aperte, stand gastronomici, vino novello, musica e profumi autunnali invadono il borgo, regalando un’esperienza irresistibile.

Cosa vedere nei dintorni di Piancastagnaio
Per visitare il piccolo borgo di Piancastagnaio con calma sono sufficienti un paio d’ore per questo si presta bene ad esser inserito in un itinerario che comprende altri borghi nelle vicinanze del Monte Amiata. Qui sotto te ne suggerisco alcuni tra i più affascinanti:
- Abbadia San Salvatore, con l’antica Abbazia che custodisce una cripta segreta e millenaria,
- Santa Fiora: uno dei gioielli dell’Amiata, affascina con i suoi vicoli in pietra e gli scorci pittoreschi, il Parco della Peschiera, la Chiesa costruita sulle sorgenti del Fiora e numerose robbiane,
- Arcidosso: dominato dall’imponente Rocca Aldobrandesca e legato alle figure spirituali del Monte Labro, come il profeta David Lazzaretti,
- Castiglione d’Orcia: un piccolo borgo medievale incorniciato dalle Crete Senesi, con il castello di Rocca a Tentennano che domina il paesaggio offrendo uno dei panorami più iconici della Val d’Orcia,
- Bagno Vignoni: famoso per la vasca con acqua calda alimentata dalle calde sorgenti termali, al centro della piazza,
- Bagni San Filippo, con le sorgenti termali gratuite dove la “Balena Bianca” regala uno scenario degno di un altro pianeta,
- Radicofani con la sua celebre rocca che svetta sull’orizzonte, racconta le imprese del celebre Ghino di Tacco.
Se hai apprezzato questo articolo ti invito a seguirmi su Facebook e su Instagram dove condivido tutti i nuovi reel, post e articoli sulle mete che ho visitato nel mondo. Un semplice like o commento non ti costa nulla ma per me ha un grande valore. Se poi vuoi supportare il mio lavoro offrendomi un caffè, sarò ancora più felice.
* Questo articolo contiene link e banner di affiliazione. Se effettui una prenotazione tramite questi link, riceverò una commissione, senza alcun costo aggiuntivo per te. Questo piccolo supporto mi aiuterà a sostenere il lavoro di ricerca e la creazione dei contenuti che trovi nel mio blog.
