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Le grotte di Santarcangelo di Romagna: una misteriosa realtà sotterranea

Santarcangelo di Romagna non è solo un tripudio di vicoli che si intrecciano nel centro storico, ma anche un vero e proprio mondo sotterraneo fatto di grotte e cunicoli che nel corso dei secoli sono state testimoni e custodi della storia del paese.

Queste gallerie infatti uniscono tra di loro le attuali cantine delle case o dei ristoranti in superficie, mantenendo vivi e tangibili i ricordi di un passato che non deve esser dimenticato.

L’origine delle grotte è ancora oggi incerta. Sappiamo però che non sono grotte naturali ma ipogei, ovvero cunicoli scavati dall’uomo nell’arenaria e nel tufo di cui è formato il colle Giove, sul quale sorge Santarcangelo di Romagna.

Ingresso alle Grotte San Michele di Santarcangelo di Romagna
Ingresso alle Grotte di San Michele – Santarcangelo

Le grotte di Santarcangelo di Romagna nel Medioevo

Questa particolare formazione del terreno si prestò perfettamente per essere scavata in gallerie, nicchie, corridoi e sale circolari che già nel Medioevo diventarono indispensabili per la conservazione del vino, degli alimenti e dei cereali.

Per proteggere questa preziosa fonte di nutrimento dai numerosi assedi furono creati circa trecento granai, oggi segnalati sui ciottoli lungo i vicoli del borgo.

In mancanza di documenti si pensa che sia stato questo il motivo per cui fu creato un nuovo mondo sotterraneo, ma la presenza di 4 sale circolari più grandi fa pensare ai secoli precedenti e alla necessità di avere un luogo di culto.

Potrebbero esser state rifugi paleocristiani, piccole basiliche dei Monaci Basiliani o dedicate a San Michele…

targa all'ingresso delle Grotte di San Michele di Santarcangelo di Romagna
Targa all’ingresso delle Grotte di San Michele – Santarcangelo

Le grotte durante la Seconda Guerra Mondiale

Qualunque sia stata la loro origine, dai ricordi degli anziani santarcangiolesi emerge ancora la funzione che hanno avuto durante la Seconda Guerra Mondiale.

Immaginate di dover abitare nelle grotte per settimane, forse per mesi. Durante la guerra le grotte sotterranee furono utilizzate come rifugio, grazie all’incredibile resistenza del terreno ai bombardamenti.

Mentre l’80% di Rimini veniva distrutta, a pochi km di distanza Santarcangelo di Romagna aveva più di 8000 persone nascoste in queste grotte.

Più di 500 occupavano le grotte di San Michele, quelle visitabili ancora oggi.

E se all’inizio del percorso l’alone di mistero, le luci soffuse e lo stupore possono farle sembrare un regno magico, il pensiero che in ogni nicchia ha vissuto una famiglia intera composta da un minimo di cinque persone, cambia tutte le carte in tavola.

Gli anziani del paese ancora ricordano quei momenti e i loro racconti vengono trasmessi ai visitatori anche dalle guide più giovani.

Immaginate di dover vivere sottoterra giorno e notte, stipati in spazi così stretti e umidi.

Arrivavano ad esser anche 9 persone tutte insieme in una sola nicchia e spesso dovevano creare dei piani rialzati per accogliere i bambini.

Immaginate che gli occupanti non potevano uscire nemmeno per fare i propri bisogni e per questo trasformarono le nicchie più vicine all’uscita in latrine.

E quando il cibo iniziava a scarseggiare? Non rimaneva che sfamarsi con gatti e topi.

La grotta delle Monache diventò un ospedale improvvisato: ancora oggi c’è chi racconta di esser nato proprio lì.

La visita delle grotte di Santarcangelo di Romagna

Arcate all'ingresso delle grotte Santarcangelo di Romagna
Arcate all’ingresso della grotta San Michele – Santarcangelo di Romagna

All’ingresso delle grotte, 4 archi occupano la parete destra e raccontano anche loro una storia di Santarcangelo.

Facevano parte del chiostro del convento che si affacciava su Piazza Ganganelli, proprio dove oggi sorge la scuola elementare. Il convento e l’annessa chiesa hanno avuto una storia piuttosto travagliata.

La loro costruzione è collocabile tra il 1331 e il 1336 e sono addirittura sopravvissuti alla soppressione degli ordini religiosi con Napoleone. Ma nel 1862 il complesso venne adibito a caserma e nel 1873 trasformato in un deposito di pipe per poi esser completamente abbandonato e demolito per farne una scuola.

Addentrandosi nelle grotte si percepisce subito la loro struttura labirintica. Alcuni passaggi sono oggi murati perché collegati con cantine private o dei ristoranti del paese, mentre altri sono stati aperti come ad esempio quello che unisce le due grotte visitabili.

Possiamo toccare con mano il materiale elastico e resistente a terremoti e bombardamenti con cui sono fatte le grotte. La presenza di sabbia è evidente.

Le nicchie sono ancora ben riconoscibili, così come la loro funzione iniziale grazie alla presenza dei fori in basso su cui si inserivano le travi per sorreggere le botti.

Si vede anche il tunnel di aerazione. Sembra incredibile ma in pochi passi si raggiunge già una profondità di 12 metri perché ci stiamo addentrando verso l’interno del colle Giove.

La sala circolare sembra immensa se paragonata ai cunicoli stretti. In effetti le dimensioni e e le nicchie tutte uguali fanno pensare ad un utilizzo differente rispetto alle altre. Peccato non avere alcun tipo di documento che ci sveli qualcosa in più.

Tuttavia questa passeggiata nel sottosuolo tra cunicoli, storia e misteri è molto interessante ed indispensabile per aggiungere uno dei tanti tasselli che ci permettono di scoprire l’anima di Santarcangelo di Romagna.

Sala circolare all'interno delle grotte di Santarcangelo di Romagna
Sala circolare all’interno delle grotte di Santarcangelo

Info utili per la visita alle grotte di Santarcangelo di Romagna

Per accedere alle grotte è necessario partecipare ad una visita guidata: per questione di sicurezza non è possibile visitarle in autonomia.

Per le informazioni su prezzi e orari potete rivolgervi all’Ufficio Informazione ed Accoglienza Turistica – Pro Loco
Tel. 0541 624270,
e-mail: iat@comune.santarcangelo.rn.it

Per accedere è necessario essere in possesso del Super Green Pass, come da normativa vigente. Consiglio però di monitorare i continui cambiamenti del governo o informarsi direttamente al momento della prenotazione.

La visita guidata dura 30-45 minuti. Alcuni corridoi sono stretti e bui, ma non ho avuto problemi di claustrofobia.

La temperatura è sempre di 12-13 gradi. Un toccasana sia in estate che in inverno, ma è consigliato vestirsi adeguatamente.

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