Ludwig van Beethoven trascorse 15 estati nella sua casa di Baden, a 30 km da Vienna. Anzi, in realtà è più appropriato parlare di case, al plurale.
In quei 15 anni cambiò ben 17 abitazioni, anche se l’unica ancora in piedi è all’interno di un palazzo a due piani proprio al centro di Baden, affacciata sulla Rathausgasse, la via principale.
Se anche Baden, come Vienna, si è guadagnata l’appellativo di città della musica, il merito è proprio del grande musicista che in questa casa compose quello che dal 1972 sarebbe diventato l’inno europeo, ovvero l’Inno alla Gioia, dal testo di Friedrich Schiller.
Ma quale fu il motivo per cui Beethoven frequentò così assiduamente Baden bei Wien?
Beethoven a Baden
Forse già saprete che Baden bei Wien è una famosa località termale e fu proprio per questo che Beethoven non poteva più fare a meno di andarci.
Per lui non era solo un luogo ricreativo come per molti altri personaggi illustri suoi contemporanei, ma era la soluzione migliore per alleviare le sofferenze fisiche.
Nella casa museo un’interessante sezione è dedicata proprio alle malattie di cui soffriva. Da non credere quante ne ha dovute affrontare!
Era l’anno 1821 quando arrivò per la prima volta in quella che era una pensione per forestieri appartenuta al giurista Johann Bayer. Aveva 51 anni ed il medico gli consigliò i trattamenti termali per curare non più solo i dolori addominali, ma anche la gotta e i reumatismi, apparsi proprio quell’anno.
Ma conosciamolo meglio attraverso un tour delle stanze del suo appartamento.
La casa di Beethoven a Baden racconta la sua vita
Dopo aver oltrepassato la biglietteria e negozio di souvenir si accede all’appartamento storico di Beethoven, salendo una stretta scala.
C’era una piccola anticamera, una camera da letto e un soggiorno. Purtroppo i mobili originali non si sono conservati ma tutti i pezzi esposti sono del periodo Biedermeier e i lavori di ristrutturazione hanno riportato alla luce interessanti dipinti originali.
L’anticamera è stata allestita con un baule da viaggio e una giacca e un cappello Montebello appesi al muro.
Nella minuscola camera è stato sistemato un letto Biedermeier e un mobile con 7 cassetti dove Beethoven teneva la biancheria per ogni giorno della settimana.
In questa ambientazione, il personaggio di Beethoven inizia a spogliarsi della sola accezione di musicista e viene presentato nella sua intimità.
Nella stanza più grande, una scrivania con copie di citazioni tratte dai quaderni di conversazione fa immedesimare il visitatore nel musicista, concentrato in una intensa produzione di opere e di lettere. Una stufa Biedermaier a forma cilindrica ricrea il probabile arredamento dell’epoca.
Nei leggii di fronte viene svolta un’indagine approfondita di tutte le malattie di cui soffriva. Non c’era un organo o un arto del suo corpo che non gli procurasse sofferenza.
Per questo motivo Beethoven beveva anche l’acqua termale traendone un certo giovamento. Ma allo stesso tempo si rovinava con le sue stesse mani. In quell’epoca era usanza addolcire il vino con acetato di piombo e lui, amante del vino, lo utilizzò a tal punto da avvelenarsi gravemente con il piombo.
Usciamo dalle sue stanze private per raggiungere la sala dei concerti e quella da pranzo.
La sala dei concerti della casa di Beethoven a Baden
Nella sala dei concerti il protagonista della scena è il fortepiano che Beethoven suonava a casa di amici e che ancora oggi viene utilizzato per concerti speciali.
Nei diorami alle pareti vengono raccontati i momenti salienti della vita di Beethoven in quel periodo.
Si scopre che Antonsbad era uno dei suoi bagni termali preferiti, così come la Scheiner’sche Kaffeehaus, il locale in cui si recava per leggere le notizie del giorno.
Ci viene mostrata Baden colpita dall’incendio del 26 luglio 1812 per raccontare la generosità del maestro nell’organizzare un concerto di beneficienza. Anche se purtroppo i guadagni non furono soddisfacenti.
Altri diorami mostrano la mappa di tutte le sue abitazioni a Baden e dei sentieri in cui amava passeggiare o uscire in carrozza. E si scopre anche un buffo aneddoto legato al viaggio nella vicina Wiener Neustadt. Ma non posso svelarvi tutto…
La sala da pranzo e gli ospiti illustri di Beethoven
In un’altra grande sala, con al centro una lunga tavola imbandita sono i rapporti sociali ed il carattere di Beethoven ad esser messi a nudo.
Il compositore veniva spesso descritto come complicato e litigioso. A questo banchetto però sono chiamati a partecipare una selezione di ospiti che lo hanno elogiato o aiutato.
Sembra quasi di vederli, grazie anche ai ritratti alle pareti e nei lampadari, banchettare allegramente e scrivere nei quaderni di conversazione per facilitare Beethoven nella conversazione.
Uno degli ospiti, Karl Maria Von Weber, lo descrive in una lettera come amorevole e premuroso nell’accoglienza, ma con una sordità terribilmente angosciante.
Anton Schindler, segretario e biografo gli rimase accanto anche sul letto di morte. Nanette, la figlia di un costruttore di pianoforti di Ausgusta, fu un’amica disinteressata che si prese cura della casa e delle questioni riguardanti il nipote.
Il principe Francesco Giuseppe Massimiliano Lobkowitz fu il promotore e mecenate principale di Beethoven. Nel suo palazzo viennese venne rappresentata per la prima volta la terza sinfonia e la sala da ballo è ancora chiamata la “Sala dell’Eroica”.
L’Arciduca Rodolfo fu un allievo di pianoforte e grande amico. Lo sostenne quando avrebbe dovuto lasciare Vienna garantendogli un guadagno a vita.
Anche l’editore musicale Tobias Haslinger e Carl Czerny si legarono a lui da un profondo legame di amicizia.
Il nipote Karl fu invece una figura controversa nella sua vita. Quando il fratello morì prematuramente, Beethoven lo ricevette in affido come da testamento.
Il compositore alternò esagerate dimostrazioni di affetto ad un grande rigore nell’educazione e lottò per anni per non lasciarlo in custodia alla madre. Quando nel 1826 Karl tentò il suicidio, lo zio ne rimase profondamente segnato.
La morte di Beethoven e le varie sale per l’ascolto
Salutiamo gli ospiti del banchetto per entrare nella stanza dedicata all’ascolto delle opere di Beethoven. Una decina di postazioni con cuffie permettono di scegliere tra i brani più o meno famosi.
Nella stanza successiva, che all’epoca era la cucina, è il momento di dare l’ultimo saluto a Beethoven. Qui sono esposti la sua maschera mortuaria e una ciocca di capelli tagliata sul letto di morte.
Le stanze da visitare però non sono finite: due sale sono interamente dedicate alla Nona Sinfonia, alle interpretazioni di diverse orchestre e ad una presentazione multimediale dell’opera.
Nel seminterrato c’è invece un laboratorio di ascolto in cui imparare come nasce un suono e simulare la sordità del compositore.
Finisce qui una visita intensa ed esaustiva sulla vita di Beethoven a Baden.
Info utili per la visita della casa museo di Beethoven a Baden
La casa di Beethoven di Baden si trova in Rathausgasse 10.
E’ aperta dal martedì alla domenica e festivi dalle 10:00 alle 18:00.
Il prezzo del biglietto intero è di 8 €, con varie riduzioni per età, gruppi, possessori della Niederösterreich Card.
E possibile usufruire di un biglietto cumulativo che comprende la Kaiserhaus ed eventualmente anche il Museo Arnulf Rainer.
Per maggiori informazioni vi rimando al sito ufficiale.
Scaricando l’app Hearonymus, avrete anche la guida gratuita in varie lingue (italiano compreso), che vi accompagnerà per 30 minuti circa in questo speciale viaggio nella vita del compositore.
Se ancora non ne avete abbastanza di Beethoven, vi porto con me a visitare la Pasqualatihaus di Vienna. La conoscete?
E sapete dove si trova sepolto? Andiamo insieme anche al Zentralfriedhof Wien.
Una risposta su “La casa di Beethoven (BeethovenHaus) a Baden bei Wien”
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