A pochi minuti dalle attrazioni più conosciute di Vienna, c’è un mondo fantastico dove puoi sognare ad occhi aperti: la Otto Wagner Villa, oggi Ernst Fuchs Museum.
Qui potrai fare un viaggio spazio temporale tra figure sacre e mitologiche, tessuti, vetrate, pietre colorate trasformate in mosaici ed elementi d’arredo stravaganti.
Un po’ di storia della Villa Otto Wagner a Vienna
Nel 1888 Otto Wagner, uno dei più famosi architetti dell’Art Nouveau, costruì per sé e per la sua famiglia un incredibile palazzo estivo a Hütteldorf, una zona che all’epoca era in periferia di Vienna. Wagner si ispirò alle opere di Andrea Palladio, il suo architetto preferito e propose il progetto a numerosi concorsi di architettura europei.
Creò una villa completamente diversa per quel periodo, costruita su un pendio immerso nel verde ed accessibile tramite una maestosa rampa di scale su cui si affaccia un ampio salone.
Fino al 1911 Villa Otto Wagner accolse l’alta società viennese durante ricevimenti estivi memorabili. Gustav Klimt, Josef Hoffmann, Adolf Loos, Gustav Mahler, Alma Mahler-Werfel furono solo alcuni degli illustri ospiti ad animare quelle stanze con le loro opere ed i loro pensieri.
Già nel 1912 però Otto Wagner decise di vendere la villa al direttore dell’Apollo Theater di Vienna, Ben Tiber.
Costruì una villa più piccola in stile Art Nouveau nel terreno adiacente alla precedente dove però abitò solo per tre anni. Negli anni ’30 anche il nuovo proprietario abbandonò la villa per scappare alle persecuzioni naziste.
La bellissima residenza fu espropriata e durante la Seconda Guerra Mondiale fu occupata dai nazisti, rischiando poi di esser demolita.
Ma quella villa dall’aspetto così insolito e unico aveva da sempre attirato le attenzioni di numerosi artisti. E tra questi c’era anche Ernst Fuchs.
Chi era Ernst Fuchs?

Ernst Fuchs nacque nel quartiere viennese di Ottakring nel 1930 da genitori ebrei. Per sfuggire alle persecuzioni, a 12 anni fu costretto a convertirsi al cattolicesimo e ricevette il Battesimo nella cattedrale di Santo Stefano a Vienna. Studiò privatamente scultura e pittura e solo al termine della guerra riuscì a iscriversi all’Accademia di Belle Arti di Vienna.
Ispirandosi a grandi artisti del calibro di Gustav Klimt, Egon Schiele, Pablo Picasso e Max Ernst con alcuni suoi compagni di classe creò il “realismo fantastico viennese”.
Introdusse nelle sue opere soggetti legati all’alchimia, al misticismo cristiano ed ebraico, ma anche alla psicologia o alla mitologia. Conobbe poi Giorgio de Chirico e la metafisica in Italia e si trasferì per 12 anni a Parigi insieme all’amico Friedensreich Hundertwasser.
Incontrò Dalì e Jean-Paul Sartre, per poi spostarsi negli Stati Uniti con la seconda moglie dove incontrò Peggy Guggenheim. Visse in una casa sull’albero vicino a Los Angeles e nel 1956 si trasferì in Israele. Rientrò a Vienna nel 1961 e si sposò per la terza volta.
La sua arte in quegli anni fu un successo: creò bronzi erotici e monumentali come “Hypnosia” ed “Esther”, disegnò opere architettoniche, mobili, carte da parati e gioielli per la moglie Eva-Christina. La coppia divenne un’icona di stile degli anni ’60 e le mostre dei cinque artisti della “Scuola del Relismo fantastico di Vienna” fecero il giro del mondo.
E nel 1972 Ernst Fuchs riuscì ad acquistare la prima villa di Otto Wagner che stava per esser demolita.
Scoprì quella villa abbandonata già in tenera età, alla fine degli anni ’30 e la promise in dono alla madre non appena avesse avuto successo come pittore. Negli anni ’60 organizzò addirittura un’operazione di salvataggio della villa con i suoi colleghi pittori Friedensreich Hundertwasser e Arnulf Rainer, ma nessuno lo appoggiò.
Dovette aspettare di avere la proprie risorse finanziarie per realizzare il suo sogno.
Auto-progettò ogni dettaglio per restaurare quella residenza. In soli due anni nacque uno degli atelier più belli d’Europa, in cui Fuchs riuscì anche a dar forma alle sue idee architettoniche con la spettacolare fontana Ninfeo Omega.

Negli anni successivi viaggiò molto e solo nel 1988 fece diventare Villa Wagner il suo museo privato, aprendo le porte ai visitatori di tutto il mondo.
In quegli anni Placido Domingo, Edward Teller, Oskar Werner, Falco, Grace Kelly, Curd Jürgens e Yoko Ono visitarono l’amico Ernst Fuchs, tra le mura di quell’incredibile opera d’arte.
Visitare Villa Otto Wagner significa fare un viaggio in un universo parallelo, dove tutti i sensi vengono continuamente stimolati da dettagli fantastici e colori vivaci. Ed immaginare illustri ospiti seduti a creare arte.
Nei due piani della villa avrai accesso a 5 salotti, alla sala da pranzo, al bagno romano e al giardino incantato.
Il grande salotto della villa di Otto Wagner a Vienna
La prima stanza ad accoglierti è il grande salotto centrale, in origine la sala da pranzo di Otto Wagner ed il luogo in cui riceveva gli ospiti illustri come Mahler, Klimt, Bertha Zuckerkandl e Arthur Schnitzler.
Interamente ridisegnato da Fuchs il salone ha riacquistato il ruolo di stanza più prestigiosa della casa ed ospita alcune delle opere principali della fase “Feurfuchs” inerente alla seconda metà del XX secolo.
Le sedute al centro della stanza sono un omaggio ad Hoffman, all’Art Nouveau in memoria di Wagner ed alla monarchia, espressa nell’intarsio che riproduce l’aquila bicipite.
Tra le opere alle pareti potrai ammirare scene religiose in cui vita e morte, peccato e salvezza si contrappongono:
- “Adamo Mistico” evidenzia il contrasto tra l’aspirazione dell’uomo a raggiungere le stelle e quindi Dio e la caduta causata dal serpente,
- “La distruzione e la promessa di Adamo” rappresenta la caduta di Adamo e l’Angelo pronto a salvarlo,
- “La danza con la morte” non lascia invece spazio ad elementi positivi: la morte trionfa sull’Amore e conduce tutti alla tomba tra demoni e mostri,
- “Afrodite e Perseo nell’isola degli Occhi” rappresenta invece il trionfo di Perseo sugli Inferi con la sconfitta di Medusa ed un Unicorno a vegliare su loro.
Colori accesi, tratti decisi, figure sacre e mitologiche non solo nei dipinti ma anche negli elementi d’arredo come statue o soprammobili in Jugendstil. Un lampadario che sembra uscito da una favola, che ricorda i colori e la delicatezza di un unicorno o di un regno principesco.
Già nella prima stanza proverai un intenso mix di emozioni incredibili destinate a crescere sempre più.
Piccolo salone e sala da pranzo
Prima di accedere alla sala più importante di tutto l’edificio, attraverserai due piccole stanze: il “piccolo salone”e la sala da pranzo.
Fuchs realizzò la sala da pranzo dove in origine si trovava il bagno di Villa Wagner. Le mille sfumature del giallo dominano l’ambiente ed in particolare i mobili realizzati con un design italiano e dipinti a mano. Sul tavolo, i due candelieri a forma di grifoni in porcellana sono stati realizzati dalla ditta Rosenthal. I dipinti alle pareti risalgono al periodo “manierista” di Fuchs.
L’acquarello “La risurrezione di Cristo” unisce simboli ebraici e cristiani ed ha tratti e colori tipici della pittura “miniaturista” olandese.
Il piccolo salone era invece la camera da letto di Wagner. Qui domina il rosso delle poltrone che ruba la scena ai dipinti di Fuchs realizzati a matita, in bianco e nero. Sono opere che risalgono agli anni ’60, periodo in cui Fuchs scrisse “Architectura Caelestis: Die Bilder des verschollenen Stils
“.
Nell’opera Anti-Laocoonte l’artista ricreò il gruppo di Laocoonte custodito nei Musei Vaticani, utilizzando un riferimento al mito greco per trasmettere un messaggio di fede in Dio.
Perdersi nei dettagli delle sue opere e degli elementi d’arredo è intrigante ed affascinante.
La sala Adolf Böhm

La sala più grande dell’ala ovest è l’unica stanza al piano terra ad aver mantenuto la sua forma originale e la più bella sala in Jugendstil rimasta a Vienna.
In origine ospitava lo studio di Otto Wagner ed è qui che l’artista progettò molte delle sue opere architettoniche come la come la Kirche am Steinhof.
Mostra ancora in tutto il suo splendore gli stucchi di Joseph Olbrich e le vetrate Tiffany di Adolf Böhm. Quando la luce esterna le illumina la sala si anima di una coinvolgente vitalità in netto contrasto con i disegni più drammatici di Fuchs appesi di fronte.
Il salone della musica
Il “Salone della musica” era solo in parte utilizzato per l’intrattenimento musicale. Era più che altro un intimo salottino da tè in stile inglese dove le signore si ritiravano dopo cena.
Alle pareti c’erano dipinti di paesaggi attribuiti ad Adolf Böhm mentre i mobili e il camino in marmo rosso furono disegnati da Otto Wagner. Oggi vi sono appese altre opere di Fuchs tra cui l’“Altare alato”, uno scintillante omaggio ad Albrecht Dürer.
Il salotto blu di Villa Wagner
Il Salotto blu è l’ultima stanza visitabile al piano terra ed una delle più suggestive.
Era in origine una sala da biliardo che in inverno fungeva da orangerie e prese il nome di salotto blu solo dopo l’intervento di Ernst Fuchs che aggiunse un soffitto blu in stile Art Nouveau.
Le ampie vetrate ricordano la sua antica funzione e lasciano abbastanza spazio alla parete centrale per ospitare la “Vestitura di Ester” in cui Fuchs raffigura Ester, la protettrice degli ebrei e nel suo simbolismo, madre primordiale.
Di fronte, un divano-letto giallo con figure di animali nei cuscini e nella coperta, un tavolo in vetro e sedie anch’esse con dettagli gialli.
Nella stanza domina la figura della Sfinge sotto forma di statue di varie dimensioni e colori. La Sfinge rappresenta un ibrido metà uomo e metà animale, un essere che ha contatti con un mondo mistico ed erotico. La sfinge di colore bianco in questa stanza è stata scolpita nella sabbia della Sfinge di Giza ed il suo elmo è ricoperto di foglia d’oro 24 carati.


Il secondo piano di Villa Wagner
Una sinuosa scala, dal soffitto basso e ricoperta da un arazzo color tortora, conduce al piano superiore in cui il viaggio spazio temporale si ferma all’epoca romana.
Nell’ampio salone in cui si trovavano le camere da letto di Otto Wagner, Ernst Fuchs realizzò le “Terme romane” ispirandosi all’architettura delle antiche ville, tornata in vita con gli scavi di Pompei ed Ercolano.
Una sequenza di colonne doriche e drappeggi lascia intravedere una lunga vasca da cui emergono statue in cui riappare la figura della sfinge.
E poi una vasca da bagno ovale decorata con colorati mosaici, tra cui il più particolare è quello nell’alcova superiore. Fu Koloman Moser a realizzare i due uccelli del Paradiso su richiesta dell’amico Wagner.
Alle pareti, l’ennesimo contrasto: i primi disegni del giovane Ernst Fuchs influenzato dalla Seconda Guerra Mondiale. Si riconoscono immagini di morte e distruzione: un ordine sociale in decadenza che viene paragonato alla caduta di Pompei.
Al termine del corridoio c’è un piccolo salottino con tavolo e poltroncine verdi ed arancioni: colori che riprendono in modo più vivace le tonalità della carta da parati. Anche qui non mancano opere di Fuchs alle pareti.
Le altre stanze di questo piano non sono purtroppo visitabili ma le sorprese di Villa Wagner non finiscono qua.
Ti consiglio di uscire dalla porta a vetri che si affaccia sulla scalinata (dovrebbe esser sempre aperta) e di goderti anche il bellissimo balcone.
Approfitta di quel silenzio e della magia del luogo per sederti in uno dei tavolini. Alza gli occhi al cielo e ammira il soffitto bianco e azzurro e poi le geometrie delle ringhiere e poi ancora la grande e formosa statua di Ester che veglia sulla villa.
Avrai poi sicuramente già notato che in un angolo del giardino c’è un’altra creazione strabiliante.
ll giardino mitico e la fontana Ninfeo Omega di Ernst Fuchs


Otto Wagner aveva una pista da bowling in giardino ma oggi non la troverai. Fuchs la sostituì con una creazione incredibile ed ipnotica: una fontana mitologica che sembra uscita da un film fantasy.
Non è difficile immaginare di vedere un unicorno, un elfo o un druido uscire da quello scintillio di pietre colorate che immancabilmente fa pensare anche all’epoca bizantina.
Il Nymphaeum Omega di Ernst Fuchs è immerso tra sorgenti naturali e una rigogliosa vegetazione tra cui la “quercia millenaria” (la più antica quercia di Vienna).
Un tripudio di pietre di vetro Tiffany, angeli dell’Apocalisse, una Madonna con bambino e Mosè ricordano il potere della natura e della religione e la loro stretta connessione.
Potresti perderti per ore ad ammirare tutti i dettagli della scenografica e suggestiva fontana lasciandoti cullare dal fruscio dei rami degli alberi.
Potresti anche incontrare un artista intento a restaurare qualche angolo del monumento. Ti consiglio di soffermarti ad osservare la minuziosa dedizione con la quale applica le piccole pietruzze colorate per creare nuovi lucenti mosaici.
Prima di tornare alla realtà puoi anche fare una passeggiata nel bosco circostante oppure fermarti nel piccolo edificio di fronte al gate d’ingresso. Anche qui troverai incredibili decorazioni musive e poi un cafè ed un negozio di souvenir!
Informazioni utili per la visita della Villa Otto Wagner a Vienna
La Otto Wagner Villa – Ernst Fuchs Museum si trova in Hüttelbergstrasse 26 ed è comodamente raggiungibile con i mezzi pubblici, anche se è nella periferia di Vienna.
Dovrai prendere la metropolitana linea verde U4 fino al capolinea Hütteldorf e da qui un autobus tra:
- 52 A in direzione Jägerwaldsiedlung,
- o il 52 B per Siedlung Kordon,
Scendi alla fermata Campingplatz Wien West 1 e prosegui a piedi per circa 300 metri e capirai benissimo quando sarai arrivato a destinazione.
La Otto Wagner Villa è aperta:
- dal martedì alla domenica,
- dalle 10:00 alle 16:00.
Il costo del biglietto di ingresso è di:
- 11 euro intero,
- 8 euro ridotto.
La Villa Wagner II lì accanto invece non si può visitare all’interno ed è visibile solo attraverso l’alto cancello.

Attenzione: all’interno della villa è vietato fare fotografie, per questo motivo potrai solo immaginarti le meraviglie che ti aspettano. Spero di averti aiutato con le mie descrizioni e che anche semplicemente le foto dell’esterno ti convincano a visitare Villa Otto Wagner. Se proprio non puoi resistere, su Google si trovano molte immagini dei vari salotti. E’ un po’ un controsenso, ma la visita compenserà sicuramente questa piccola delusione.