Nel cuore di Foligno si nasconde una delle sculture più enigmatiche di arte contemporanea italiana: “Calamita cosmica”.
Chiamata anche “Grande scheletro” o “scheletrone” potrebbe lasciarti già intuire qual è il soggetto rappresentato: si tratta infatti di uno scheletro monumentale antropomorfo steso al suolo, lungo ben 24 metri, largo 9 e alto quasi 4.
Calamita cosmica affascina per due peculiarità: il volto con un becco d’uccello ed un’asta dorata che si staglia verso il cielo sospesa sul dito medio della mano destra. E’ proprio quest’ultima che dà il nome all’opera: una calamita che attira le energie cosmiche.
Calamita Cosmica: storia di un’opera affascinante
Calamita Cosmica è stata realizzata segretamente ed esposta a sorpresa al Magasin di Grenoble nel 1990. Sei anni dopo è apparsa, solitaria, nel cortile della Reggia di Capodimonte a Napoli. Fin dalla sua creazione è rimasta avvolta nel mistero.
Quell’immenso scheletro rappresenta un soggetto antropomorfo. Il lungo becco da uccello in un primo momento crea un senso di stupore e inquietudine che presto lascia spazio alla curiosità.
E poi l’attenzione si sposta sull’asta d’oro che tiene in mano, la calamita che vuole creare una connessione tra la terra e il cielo, attirando le energie delle stelle lontane e scandendo il tempo ultraterreno.
La superficie ossea riprodotta nell’opera è bianca e liscissima ed è stata realizzata intorno ad una struttura interna di ferro ricoperta di polistirolo e vetroresina.
Ti ritroverai di fronte a qualcosa di davvero surreale, una figura che può esser definita mitologica, circondata da un alone di mistero che esterna la presenza del divino. Le sue dimensioni ti faranno sentire piccolo e stimoleranno in te un leggero disagio ma anche il desiderio di avere risposte alle più disparate domande.
E tra queste, la voglia di saperne di più sull’autore e sul motivo che lo ha spinto a realizzare un’opera così stravagante.
Chi era l’autore di Calmita Cosmica: Gino De Dominicis
Gino de Dominicis nacque ad Ancona nel 1947 ed è stato uno degli esponenti di arte contemporanea italiani più emblematici del secolo scorso. Artista eclettico, si è distinto per opere di pittura, scultura ed architettura, ma soprattutto per il suo approccio provocatorio e non convenzionale all’arte.
Così come le sue opere, anche il personaggio di De Dominicis è infatti avvolto da un alone di mistero che lui stesso ha sempre cercato di creare evitando di apparire in pubblico e di far pubblicare cataloghi o libri sulle sue opere. Proprio per questo motivo la maggior parte delle sue creazioni non sono documentate in modo tangibile ma solamente descritte dalle testimonianze di amici e altri galleristi che hanno avuto il piacere e l’onore di vederle alle varie esposizioni.
E De Dominicis ha sempre avuto un rapporto insolito anche con il suo pubblico considerandolo una presenza superflua, inutile e deleteria per l’arte. Secondo lui infatti quest’ultima non aveva bisogno di sguardi curiosi e indiscreti per esistere.
De Dominicis studiò nell’Istituto d’arte di Ancona e fu proprio nella sua città che espose per la prima volta le sue opere, a soli 17 anni, nel 1964. Negli anni successivi viaggiò finché non decise di stabilirsi a Roma nel 1967. Qui iniziò lo studio di tecniche diverse per rappresentare la morte e l’immortalità fisica confutandone l’irreversibilità.
Di quei primi anni di attività rimangono:
- due filmati “Tentativo di far formare dei quadrati invece che dei cerchi attorno ad un sasso che cade nell’acqua” e “Tentativo di volo” (1969),
- la scultura “Il tempo, lo sbaglio, lo spazio” (1969),
- “Il Cubo, il Cilindro, la Piramide” (1969) oggetti invisibili realizzati solo attraverso i loro perimetri tracciati sul pavimento.
Gino De Dominicis dopo gli anni ’70
Nel 1970 De Dominicis realizzò lo “Zodiaco” con opere “reali” raffiguranti i dodici segni: utilizzò addirittura un leone, un toro, una vergine e due pesci morti.
Alla Biennale di Venezia del 1972 presentò “Seconda soluzione d’Immortalità”, che aveva come protagonista un giovane affetto da Sindrome di Down. Rappresentò il ragazzo seduto nell’angolo di una stanza di fronte ad un cubo invisibile, una palla di gomma e una pietra. Il suo scopo non era di focalizzarsi sulle difficoltà della persona ma di dare un volto all’immortalità attraverso la figura di un uomo con l’aria di bambino che sarebbe stato in grado di ingannare il tempo.
Il pubblico e la critica considerarono l’opera sadica e sia de Domincis che il suo assistente furono sospettati del reato di sottrazione di persona incapace. Un anno dopo furono assolti perché “il fatto non sussisteva”.
Nel 1975 organizzò una mostra a Pescara a cui potevano accedere solo animali.
Alla fine degli anni Settanta iniziò a invece focalizzarsi sulle figure mitologiche di Urvasi e Gilgamesh.
Fu invitato a numerose mostre nazionali e internazionali a Venezia, Parigi e Roma e organizzò mostre personali a Philadelphia, Amsterdam, NYC, Grenoble, Londra e Tokyo.
Morì il 29 novembre 1998, a soli 51 anni, a causa di un infarto.
Dove si trova Calamita Cosmica?
Dopo tanto girovagare, Calamita Cosmica ha finalmente trovato una collocazione definitiva degna della sua arcana natura: l’Ex Chiesa della SS. Trinità in Annunziata
La ex Chiesa della SS. Trinità in Annunziata è il secondo polo museale del Centro Italiano Arte Contemporanea (CIAC). Fu progettata all’architetto Carlo Murena, allievo di Luigi Vanvitelli e maestro di Giuseppe Piermarini.
La struttura fu realizzata sulla preesistente chiesa di Santa Cecilia tra il 1760 al 1765 e rimase incompiuta quando, dopo la morte dell’architetto, le suore dell’annesso Monastero dell’Annunziata delle Clarisse decisero di sospendere i lavori in attesa di denaro per finanziare il progetto.
Nel corso dei secoli cambiò più volte la sua destinazione d’uso: rimase a lungo inutilizzata per poi diventare sede delle truppe di passaggio, panificio, granaio ed anche ufficio e autorimessa della Polizia di Stato.
Dopo i gravi danni riportati in seguito al terremoto del 1997 lo Stato decise di cederla al Comune di Foligno. Grazie ad un prezioso intervento di ristrutturazione curato dalla Regione Umbria e dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Foligno, il 9 aprile 2011 furono inaugurati i locali dell’attuale museo.
La Calamita si trova all’interno di quella che era la navata della chiesa ma può esser ammirata anche dall’alto. Al secondo piano c’è infatti un corridoio lungo tutto il perimetro della struttura che permette di averne una più ampia visione.
Lo stile classico e moderno si fondono tra loro, così come il sacro e il profano a creare un’unica affascinante dimensione e tu avrai come l’impressione di trovarti al centro dell’Universo.
Info utili per ammirare Calamita Cosmica
La sede di Calamita Cosmica si trova in Via Giuseppe Garibaldi 153/a.
E’ possibile visitarla dal giovedì alla domenica dalle 10.30 alle 13 e dalle 15.30 alle 18.
Il biglietto comprende anche l’ingresso al Centro Italiano di Arte Contemporanea (CIAC) dove è esposta la collezione permanente della Fondazione Cassa di Risparmio di Foligno.
Il costo è di 7,00€ intero,
5,00€ ridotto,
con ulteriori riduzioni per bambini (3€) e gratuità.
E’ comodamente raggiungibile anche in treno in quanto dista pochi minuti a piedi dalla stazione di Foligno, con le linee:
- Firenze – Roma,
- Roma – Orte,
- Ancona – Foligno.