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L’Abbazia di Marola: un tesoro nascosto dell’Emilia

Incastonata tra le colline di Carpineti, nell’Appennino reggiano, l’Abbazia di Marola è un luogo intriso di storia e spiritualità e una testimonianza affascinante del passato medievale dell’Emilia-Romagna.

Questo luogo incantevole, che da secoli richiama visitatori e studiosi, fu costruito per volontà di Matilde di Canossa poco dopo il “consiglio di Guerra”.

L’Abbazia di Marola e Matilde di Canossa

Abbazia di Marola Carpineti

Nell’anno 1092 Matilde di Canossa convocò nel Castello di Carpineti, un’assemblea per valutare se continuare la guerra contro l’imperatore.

Giovanni l’Eremita, detto anche Giovanni da Marola, fu l’unico a sostenere di proseguire la guerra contro Enrico IV, mentre tutti gli altri partecipanti, compreso il Vescovo di Reggio Eriberto volevano la pace.

Matilde decise di ascoltare Giovanni e vinse la guerra durante la famosa battaglia di Bianello, conosciuta come battaglia della Nebbia.

Fu proprio in segno di riconoscenza a Giovanni che Matilde fece costruire l’Abbazia di Marola e il convento, donando anche numerosi terreni.

La struttura diventò la sede di una comunità religiosa e poi passò ai Duchi d’Este, che la restaurarono in stile barocco. Dal 1824 al 1972 fu sede del Seminario Vescovile e dal 1990 ospita il Centro Diocesano di Spiritualità e Cultura.

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L’Architettura dell’Abbazia di Marola: Tra Romanico e Barocco

L’architettura dell’abbazia racconta una storia di trasformazioni e restauri. La struttura originale era tipicamente romanica, con una facciata a capanna semplice ma imponente.

Nel 1709 la chiesa era dotata di tre navate, costruite con pietre ben levigate, alcune delle quali erano a volta mentre altre erano coperte da tegole. Purtroppo, i lavori di restauro eseguiti tra il 1736 ed il 1738 furono eseguiti in maniera frettolosa, danneggiando gravemente alcune delle murature originali.

Tra il 1745 e il 1747, ulteriori modifiche crearono un edificio in stile barocco a croce latina, con una sola navata e con volte in mattoni.

Solo nel 1955 si intraprese un grande progetto di restauro volto a riportare l’abbazia alla sua configurazione medievale preservando i resti romanici della facciata antica e dell’abside.

Dettagli Artistici e Architettonici dell’Abbazia matildica

La facciata a capanna presenta un portale a tutto sesto strombato e al centro del prospetto si apre una bifora. Nell’abside, la decorazione ad archetti testimonia il gusto romanico che ha caratterizzato la chiesa nella sua forma originaria.

Il portone in bronzo all’ingresso è caratterizzato da meravigliose incisioni, realizzate da un’artista reggiano. Rappresentano scene sull’origine della Chiesa, il simbolo di Matilde e Giovanni da Marola.

All’interno, l’Abbazia di Marola è divisa in tre navate con colonne e pilastri dai capitelli che richiamano lo stile corinzio.

Conserva inoltre La maglia del Martirio, indossata dal Beato Rolando Rivi quando a soli 14 anni, nel 1945, fu ucciso per la sua fede cristiana.

la maglia del Martirio del Beato Rolando Rivi Abbazia di Marola

Meravigliosa è l’Abside vista dall’esterno, incorniciata nella rigogliosa vegetazione e nel silenzio più assoluto dei parti e boschi circostanti.

Non dimenticare di fare una piccola passeggiata dietro l’Abbazia per vederla con i tuoi occhi.

abside Abbazia di Marola

Info utili per la visita dell’Abbazia di Marola

L’Abbazia di Marola si trova in Via S. Donnino, 8 a Carpineti e dista circa 7 km dal Castello di Carpineti.

Per info su orari e visite guidate che si svolgono nel fine settimana, consiglio di scrivere a ospitalita.marola@gmail.com.

Il seminario vescovile mette a disposizione camere singole, doppie e multiple, per disabili e letti per sacchi a pelo, quindi puoi valutare di vivere un’esperienza ancor più rilassante e coinvolgente, trascorrendo la notte nella struttura.

Se hai un po’ di tempo a disposizione, non dimenticare di fare una passeggiata nel castagneto circostante, chiamato “il Castagneto Matildico“. Si estende per 56 ettari ed ha più di 600 castagni secolari con 12 varietà di castagne.

Mostra ancora l’impianto a “sesto matildico“: una tecnica specifica adottata da Matilde di Canossa per piantare i castagni.

In epoca matildica fu molto importante in quanto servì da difesa impenetrabile ai due castelli di Carpineti e Canossa, oggi è un immenso bosco perfetto per rigenerarsi in mezzo alla natura.

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