Era una grigia giornata di marzo, quella in cui per puro caso ho scoperto la Jim Beam Distillery, la fabbrica del bourbon numero uno al mondo, immersa nello splendido e sconfinato paesaggio rurale del Kentucky.
Un cartello lungo la I-65, poco a sud di Louisville in direzione Nashville, mi invitava ad una deviazione verso Clermont, dove il richiamo di un agglomerato di grandi barns restaurate ed appariscenti in lontananza, era troppo forte.