In una tranquilla ed elegante zona di Vienna, nel quartiere di Hietzing, si nasconde una bellissima villa neobarocca a due piani circondata da un idilliaco giardino: è la Villa museo di Klimt.
Nonostante l’aspetto originale sia cambiato, tra quelle mura Gustav Klimt dipinse circa 50 opere dal 1911 fino alla sua morte nel 1918. Tra queste vengono ricordate: “Adele Bloch-Bauer II“, “il ritratto di Friederike Maria Beer“, “la Sposa” e “Adamo ed Eva”.
Il suo studio e laboratorio si trovava in una casetta molto più piccola ad un solo piano, oggi inglobata nella nuova struttura, ma gli interni sono stati fedelmente ricostruiti grazie a fotografie dell’epoca di Moritz Nahrungsmittel e alle descrizioni di Egon Schiele e Kijiro Ohta.
Non ci sono cimeli originali, è vero, ma la presenza di Klimt si sente ancora prepotentemente grazie ai pannelli che raccontano la sua vita e soprattutto all’immenso lavoro di ricerca portato avanti per tenere in vita le sue opere perdute.
Proprio all’interno del museo di Villa Klimt potrai approfondire infatti il rapporto di Klimt con i suoi clienti e con le sue modelle. Potrai conoscerli a fondo per poi scoprire le opere che avevano commissionato e che son state distrutte o confiscate da Nazisti.
Un po’ di storia di Villa Klimt
Klimt non vide mai la villa con l’aspetto attuale perché i proprietari, gli Hermann, iniziarono ad ampliarla dopo pochi anni dalla sua morte. I lavori terminarono nel 1923 con la famiglia Klein, che aggiunse il piano superiore, un portico sul lato sud e la scala esterna a nord.
I nuovi proprietari dovettero però rifugiarsi in Francia e poi a Monaco per sfuggire ai nazisti che nel 1939 si impossessarono della villa e delle opere d’arte custodite al suo interno.
La proprietà gli fu restituita nel 1950, ma i Klein non tornarono più in quella villa e decisero di venderla alla Repubblica d’Austria. Per molti anni fu utilizzata come scuola, ma perse lentamente il suo valore storico e artistico e rischiò addirittura di esser demolita.
Fu ri-valorizzata solamente nel 2012, in occasione del 150° compleanno del pittore e trasformata nell’unico museo a lui interamente dedicato presente a Vienna.
Inizia il tour all’interno del museo di Villa Klimt a Vienna
Ad accoglierti all’ingresso di Villa Klimt, nel lato sud, troverai una scultura del pittore e scultore Erwin Kastner raffigurante uno schizzo di Gustav Klimt che al calar del sole proietta la sua ombra sulla facciata.
Dopo aver fatto il biglietto in una stanzetta ricca di souvenir a tema, verrai accompagnato all’ingresso della villetta originale e riceverai una spiegazione introduttiva (la guida parla anche inglese).
Poi potrai perderti in modo indipendente tra quelle stanze che hanno fatto da testimoni all’estro creativo di Klimt ed ai suoi incontri.
La sala del ricevimento di Villa Klimt
La sala del ricevimento è oggi molto simile all’originale che potrai ammirare in una fotografia alla parete.
I mobili scuri riproducono gli originali progettati da Josef Hoffmann e prodotti dalla Wiener Werkstätte che oggi sono esposti al Leopold Museum. La vetrina in tre pezzi fu portata lì dal suo precedente studio in Josefstädter Straße.
Il tappeto con motivi geometrici “modello Campanula”, fu disegnato da Josef Hoffmann e realizzato dalla ditta Backhausen.
Immagina gli scaffali e i cassetti dell’armadio pieni di schizzi, disegni, abiti e stoffe di seta dell’Asia orientale che Klimt utilizzava per adornare i suoi modelli.
Si riesce ancora a percepire l’euforia e la creatività che aleggiava all’epoca in quella stanza e a viaggiare in tutto il mondo con i cimeli da cui Klimt traeva ispirazione.
Le stampe giapponesi e i due grandi quadri cinesi risalenti al XVIII e XIX secolo ricordano l’amore di Klimt nei confronti di quella cultura così lontana ma affascinante che spesso ritroviamo anche nelle sue opere.
Durante il suo soggiorno al lago Attersee, nell’agosto del 1903, Gustav Klimt scrisse in due lettere:
“Nei primi giorni qui non ho iniziato a lavorare subito ma, come previsto, mi sono rilassato per alcuni giorni – sfogliato libri, studiato Un po’ di arte giapponese…”
“alcune volte perdo la sessione di pittura mattutina e invece studio i miei libri giapponesi² – all’aperto”
Gustav Klimt
Secondo la descrizione che Schiele fece del suo studio, sul pavimento c’erano anche alcune sculture africane provenienti dal Congo, un‘armatura da samurai giapponese rossa e nera, alcuni oggetti legati all’arte europea e molti libri.
Alma Mahler testimoniò che Klimt aveva sempre una copia della “Divina Commedia” e del “Faust” nelle tasche del cappotto. Della sua biblioteca facevano parte inoltre 14 testi storici dell’arte, saggi sull’arte applicata e sulla calligrafia.
Klimt Perduto
Il vero fulcro della mostra all’interno di Villa Klimt è rappresentato da “Klimt perduto”.
L’esposizione propone un’accurata analisi delle opere di Klimt che furono distrutte, saccheggiate o bruciate e dei vari collezionisti e mecenati che i nazisti costrinsero in esilio in parti sconosciute del mondo o ancor peggio assassinarono.
Con l’Anschluss dell’Austria nel 1938, improvvisamente tutti i dipinti che animavano gli eleganti salotti andarono persi così come tutti i rapporti personali e le sorti dei vari committenti. “Klimt perduto” cerca di riportare in vita proprio tutte queste connessioni che contribuirono a renderlo uno degli artisti più famosi al mondo.
Klimt è ancora oggi ovunque, i 2/3 dei suoi capolavori possono essere ammirati da chiunque in vari musei. Raramente però si parla delle restanti opere andate perdute insieme alle storie dei collezionisti ebrei perseguitati dai nazisti.
Così come non si parla delle 15 opere, rubate e nascoste dai nazisti nel castello di Immendorf, che nel 1945 bruciarono a causa dell’incendio appiccato dalle truppe tedesche in ritirata.
Tra queste c’erano anche i “quadri delle facoltà” che Klimt realizzò per il soffitto dell’aula magna dell’Università di Vienna, suscitando un forte scandalo.
E poi si rende omaggio ai mecenati di Gustav Klimt: gli esponenti delle classi sociali più ricche che per distinguersi investirono nelle sue opere.
Tra questi ci furono anche i clienti della Wiener Werkstätte e l’architetto Josef Hoffmann, con i quali Klimt instaurò relazioni intense, familiari o di amicizia. La mostra si sofferma su tutti loro ed in particolare sulle figure di Zuckerkandl, Bloch-Bauer, Lederer, Primavesi, Wittgenstein, Alma Mahler e Karl Reininghaus.
E’ un percorso conoscitivo davvero molto suggestivo e coinvolgente.
Il laboratorio di Klimt nella sua Villa Museo di Vienna
Il tuo tour all’interno della villa museo prosegue nello studio/laboratorio riprodotto fedelmente basandosi sulla foto di Moritz Nähr, scattata intorno al 1917 allo studio abbandonato.
La stanza non ha molti mobili, ma un’esplosione di colori creata dalle riproduzioni di alcune opere alle pareti e nei cavalletti. In un angolo vedrai un divano ricoperto da un tessuto (forse seta) a righe bianco e nero. Alcuni tessuti, un giornale e i suoi disegni sono sparsi sul divano, sul pavimento e sul cavalletto di fronte ai due piccoli sgabelli africani, affiancati dagli strumenti del suo lavoro.
Le due stanze comunicanti con lo studio non sono state allestite come le originali ma abbiamo qualche informazione sulla loro funzione grazie alle testimonianze degli amici di Klimt.
Il pittore giapponese Kijiro Ohta in visita alla villa nella primavera del 1913 raccontò:
“Nella stanza accanto allo studio c’era una credenza con una vetrata. Conteneva molti vecchi abiti giapponesi e cinesi. Klimt presumibilmente si è ispirato a questi abiti per i motivi dei suoi abiti”.
L’altra stanza accoglieva invece le modelle durante il loro tempo libero.
Mentre fantasticherai sul modo in cui Klimt trascorreva le giornate di lavoro, potrai anche scoprire qualcosa in più sulle sue opere.
Partendo dal dipinto incompiuto “la Sposa”potrai approfondire lo stile e la filosofia alla base di alcune delle sue opere più famose come il “Fregio di Beethoven” alla Secessione di Vienna, il fregio a mosaico per il Palais Stoclet a Bruxelles, “Il bacio”, “La Vergine” e “Morte e vita”.
“La donna in oro” – Ritratto di Adele Bloch- Bauer
Molto interessante è la parte finale della mostra che si sofferma sul “Ritratto di Adele Bloch Bauer” per analizzare le sorti delle opere d’arte saccheggiate.
Le persecuzioni dei nazisti segnarono la vita degli ebrei costringendoli a privarsi dei loro, beni, della patria e della libertà provocando un sentimento di perdita che non terminò con la fine della guerra.
Molti esiliati non tornarono mai più in patria e la resistenza che l’Austria fece nel restituire alcune opere ai loro legittimi proprietari quando la guerra finì, rievocò sentimenti di odio e antisemitismo.
Per molti emigrati l’esilio divenne permanente ed il caso della restituzione diventò per loro un processo alle ingiustizie subite. L’esempio più famoso fu quello di Maria Altmann erede del ritratto di Adele Bloch Bauer (I) di Gustav Klimt, uno dei quadri esposti al Belvedere, divenuto un simbolo della città.
A Villa Klimt potrai saperne di più su questa lunga lotta e riviverla grazie a documenti e fotografie originali. E se non l’hai già visto, ti consiglio di approfondire ancora con il film “La donna in oro” di Simon Curtis.
Una pellicola appassionante e dinamica che in meno di due ore ti farà rivivere la battaglia legale per riavere il dipinto ma anche quella personale di estenuante lotta contro le terrificanti sofferenze del passato.
I piani superiori della villa
Il tour del museo finisce qua, ma prima di lasciare la villa ti consiglio di visitare i piani superiori dove troverai in vendita alcune riproduzioni delle opere più famose di Klimt e altri artisti. E poi non dimenticarti il giardino!
Il giardino di Villa Klimt
Il giardino di Villa Klimt si estende per ben 6.000 m² ed è una vera e propria oasi di pace. Ha ispirato numerose opere di Klimt e presto tornerà a fiorire come in passato per far immedesimare ancor più il visitatore nell’idilliaca atmosfera di quell’epoca.
Se hai la fortuna di visitare Villa Klimt durante una bella giornata di sole da maggio a settembre, potrai goderti quel piccolo Paradiso nei tavolini del Garden Cafè all’ombra di splendidi castagni.
Il café è aperto con i soliti orari del museo: dal mercoledì alla domenica e nei giorni festivi dalle 10:00 alle 18:00, ma solo con il bel tempo.
Potrebbe interessarti > Tour sulle tracce di Klimt a Vienna
Info utili per la visita del museo di Villa Klimt a Vienna
Villa Klimt si trova in Feldmühlgasse 11, ed è raggiungibile con la metropolitana U4 fino alla stazione Unter-St.-Veit + una passeggiata di circa 5 minuti.
E’ aperta dal mercoledì alla domenica dalle 10 alle 18. E’ chiusa il lunedì e il martedì.
Il costo del biglietto intero è di 10€, ridotto 8€ con ulteriori riduzioni per possessori di Card.
Su richiesta e ad una tariffa extra sono disponibili anche visite guidate.
La durata della visita è molto soggettiva. Apparentemente le stanze possono sembrare poche, ma se sei interessato a tutta la storia che hanno da raccontare, potrai trascorrerci anche un paio d’ore.