Uno dei motivi per cui Vienna è così affascinante è che ha visto numerosi artisti nascere e raggiungere il successo: non solo grandi musicisti, ma anche pittori del calibro di Gustav Klimt.
Il celebre artista, tra i più grandi esponenti della Secessione, nacque il 14 luglio 1862 in una casa al numero 247 della Linzer Strasse, nel XIV distretto.
Oggi di quell’abitazione non c’è più traccia, ma a Vienna sono ancora molti i luoghi che permettono di ripercorrere la sua vita ammirandone le opere più affascinanti in locations suggestive.
Klimt nei musei di Vienna
Il Bacio di Gustav Klimt al Belvedere
Il Belvedere è il primo museo di Vienna che si associa a Klimt in quanto ospita ben 24 opere del grande artista, compreso Il Bacio. Un capolavoro di 180 m x 180 m in cui si ritrovano tutte le caratteristiche principali della sua arte: l’importanza della natura e della bellezza femminile e l’influenza dei mosaici bizantini che aveva ammirato a Ravenna.

Klimt al MAK
Tra il 1905 e il 1910 Klimt lavorò insieme a Josef Hoffmann per decorare la sala da pranzo del palazzo del finanziere Adolphe Stoclet a Bruxelles. Vi realizzò un fregio a mosaico in cui il soggetto principale era l’albero della vita, un simbolo ricorrente nelle sue opere.
Oggi il palazzo è chiuso al pubblico, ma al MAK (Museum fur Angewandte Kunst) di Vienna sono conservate le 9 bozze preparatorie del Fregio Stoclet.

Inoltre il MAK conserva anche un prezioso lascito dell’illustre circolo Wiener Werkstätte che comprende modelli, schizzi, libri fotografici, ricami, campioni di tessuto, poster, ricami, filmati e mobili.
Per saperne di più > MAK Vienna
Klimt negli altri musei di Vienna: Leopold Museum, Albertina, Theatermuseum
In quasi tutti i musei d’arte di Vienna si trovano immancabilmente tracce di Klimt anche se con un numero minore di opere rispetto al Belvedere.
- Al Leopold Museum potrai ammirare l’allegorica Morte e Vita, alcuni dei suoi paesaggi ed i mobili originali del suo studio nella Villa Klimt,


- Al Theatermuseum è esposta Nuda Veritas,

Per saperne di più > Visitare il Theatermuseum di Vienna
- Il Wien Museum conserva la collezione più grande al mondo dei suoi disegni: ce ne sono ben 411. Qui si trova anche la Pallas Athena, una delle opere più criticate di Klimt che raffigura l’omonima divinità con elmo e armatura su cui è ritratto il volto della Gorgone Medusa,
- l’Albertina possiede una notevole quantità di disegni di Klimt, che vengono esposti a rotazione in occasione di particolari eventi a tema.
Le opere di Klimt nei palazzi viennesi
Il Fregio di Beethoven nel palazzo della Secessione

Il palazzo viennese che maggiormente rappresenta Klimt è senza dubbio il padiglione della Secessione nato come spazio espositivo per gli artisti dell’omonimo movimento.
Durante la XIV esposizione della Secessione fu celebrata la figura di Ludwig Van Beethoven, apprezzato da tutti gli artisti del movimento in quanto “incarnazione del genio”.
La celebre Nona Sinfonia era considerata come “l’esaltazione dell’amore e dell’abnegazione che possono redimere l’uomo” e Klimt la riprodusse nel ciclo pittorico di 34m x 2m, oggi visibile proprio all’interno del Palazzo della Secessione.
Intorno all’enorme statua policroma di Beethoven realizzata da Max Klinger, Klimt realizzò il fregio che ti farà compiere un intrigante viaggio interiore tra personaggi misteriosi e bizzarri che rappresentano la morte, la pazzia e la gioia.
La visita della Secessione accompagnata da una audioguida in varie lingue permette di vivere quel climax di emozioni che Beethoven e Klimt hanno voluto esprimere con le loro opere.
Non limitarti ad ammirare il palazzo solo dall’esterno e vai oltre la brillante cupola dorata: il tesoro più prezioso di Klimt è proprio tra quelle mura.
Clicca qui per saperne di più > Palazzo della Secessione viennese
Gustav Klimt al Burgtheater
Ancora prima di aderire alla Secessione Klimt aveva riscosso un grande successo decorando importanti edifici pubblici insieme al fratello Ernst e a Franz Matsch.
Il primo incarico fu quello di disegnare la storia del teatro sui soffitti delle due grandi scalinate del Burgtheater che era appena stato costruito da Karl von Hasenauerin lungo la Ringstrasse.
Klimt realizzò i seguenti dipinti:
- il teatro dell’antichità di Taormina (nel lato più vicino al Cafè Landtmann),
- il London Globe Theatre (lato Volksgarten) con la scena finale di Romeo e Giulietta di Shakespeare,
- se stesso (nell’unico suo autoritratto) e i suoi due colleghi sullo sfondo.
L’imperatore Francesco Giuseppe rimase così colpito da quei dipinti che conferì ai 3 artisti la Croce d’oro al merito, segnando il momento del grande salto di carriera di Klimt.
Le bozze di quei dipinti sono state ritrovate nel 1990 nella soffitta del teatro. Dopo un importante restauro è possibile vederle esposte proprio nel Burgtheater, nella sala “Angelika Prokopp Foyer-Klimtraum”, accessibile durante specifiche visite guidate.


Klimt al Kunsthistorische Museum
Anche la scalinata monumentale del Kunsthistorische Museum è stata decorata da Gustav Klimt insieme al fratello Ernst e a Franz Matsch.
Il ciclo pittorico rappresenta la storia della pittura dall’epoca degli antichi egizi fino alla modernità. Klimt realizzò 11 dei 40 pannelli che decorano gli stretti spazi fra le colonne e gli archi.

Gli affreschi di Klimt nella villa dei sogni di Sissi
Nella splendida cornice dell’ex tenuta di caccia imperiale ai confini occidentali di Vienna, Franz Joseph fece costruire la Hermesvilla per l’amata moglie Sissi.
Gli affreschi nel soffitto del salone e della camera da letto dell’imperatrice sono stati realizzati da Gustav ed Ernst Klimt e da Franz Matsch.
Clicca qui per saperne di più sulla > Hermesvilla
Klimt Villa

Klimt Villa è uno di quei luoghi in cui è possibile indagare più a fondo nella vita privata di Klimt e nelle sue opere perdute.
Qui si trova l’ultimo atelier che il pittore utilizzò dal 1911 al 1918. L’interno è stato completamente restaurato cercando di rappresentare quell’atmosfera autentica che fu testimone degli ultimi anni di vita dell’artista, grazie a descrizioni accurate e fotografie dell’epoca.
Per saperne di più > La Villa museo di Klimt a Vienna
L’atelier dell’amante Emilie Flöge

Un altro luogo testimone di un aspetto particolare della vita di Klimt è un palazzo nella famosa Mariahilferstrasse.
Qui la stilista Emilie Flöge, la più stabile delle tante amanti dell’artista, aveva un atelier insieme alla sorella Helene, moglie di Ernest Klimt.
Quel palazzo è oggi occupato oggi dalla sede viennese delle Assicurazioni Generali.
Il cimitero di Hietzing: la tomba di Klimt

Klimt fu costretto ad abbandonare definitivamente la sua attività l’11 gennaio 1918. Rientrando da un viaggio in Romania, fu colpito da ictus e polmonite causata dall’epidemia dell’influenza spagnola.
Morì dopo una lunga agonia, il 6 febbraio e fu sepolto nel cimitero di Hietzing vicino alla tenuta di Schönbrunn.
La sua tomba, molto semplice ma inconfondibile per il suo nome inciso nella lapide con i caratteri della sua firma, è la tappa finale del suo viaggio ed anche del nostro tour di Vienna in una chiave di lettura diversa dal solito.
Se vuoi porgergli un saluto, la tomba si trova nel gruppo 5. Nello stesso cimitero troverai anche Otto Wagner, Kohlo Moser, la famiglia Strauss, Franz Grillparzer, Dollfuss, Katharina Schratt e la sua famiglia.
Per saperne di più > Le tombe di Klimt e dei personaggi famosi nel cimitero di Hietzing
Le opere di Klimt andate distrutte a Vienna



Dell’immensa eredità che Klimt aveva lasciato a Vienna, purtroppo ci sono anche molte opere che non sono arrivate fino ad oggi.
Una delle perdite più clamorose fu realizzata insieme a Franz Matsch per il soffitto dell’Aula Magna dell’Università di Vienna su richiesta, nel 1894, del Ministero per l’istruzione austriaco.
L’opera doveva rappresentare La vittoria della luce sulle tenebre ed i due artisti realizzarono:
- Klimt la Filosofia, la Medicina e la Giurisprudenza,
- Matsch la Teologia.
In quel periodo l’estro creativo di Klimt aveva subito una profonda trasformazione a causa della morte del fratello e l’opera fu ben diversa dalle aspettative. L’alone tenebroso intorno alle tre figure allegoriche e i troppi personaggi nudi destarono scandalo ed i dipinti non furono mai installati all’Università.
Furono però acquistati da ricchi committenti e conservati nel castello di Immendorf che fu bruciato dai nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale insieme alle preziose opere di Klimt.
Potrebbe interessarti anche:
2 risposte su “Sulle tracce di Klimt a Vienna”
Mi colpisce l’ultima opera del maestro Klimt, Adamo ed Eva peraltro pure incompiuta, così è sembrato a tutti… Ma questa presunta incompiutezza ha un valore immenso perché cela tutto il mistero di Gustav Klimt.
Tutti sono concordi nel ritenere Eva il vero soggetto del dipinto di “Adamo ed Eva” di Gustav Klimt, mentre Adamo è quasi nell’ombra. Ma non si conosce bene il Klimt artista se si giudica in tal modo la sua opera, non solo per questo caso.
Gustav Klimt si definiva “un povero pazzo”, ma a chi cercava di delinearne la camaleontica personalità un giorno rispose: “Chi vuole sapere di più su di me, cioè sull’artista, l’unico che vale la pena di conoscere, osservi attentamente i miei dipinti per rintracciarvi chi sono e cosa voglio”.
Ed ecco che si scopre l’arcano, perché per vederlo si osservi bene l’Adamo in secondo piano dietro Eva che impersona la sua prima moglie Lilith. E l’attenzione va riposta là dove doveva esserci la mano di lei ma anche quella di lui.
Ahimè non ci fu tempo per dipingere la possibile mano destra di Lilith stretta nella mano di Adamo, il tempo ne aveva spazzato la memoria. Ma il maestro Klimt non avrebbe mai potuto nemmeno dipingere le due mani legate fra loro perché la morte lo colse. Forse lo presagiva mentre dipingeva perché nell’intento di porre un simbolo floreale funesto su Lilith la vampira, dipinse sulla sinistra, sotto la parte incompiuta, a due terzi della coscia di lei, un papavero, che segnala l’intorpidimento dei sensi indotto dall’oppio, e simboleggia la morte.
Adamo è ritratto in un secondo piano, quello terrestre dei mortali, e mentre la sua vecchia sposa Lilith, immortale, appare sempre giovanile e luminosa di bellezza, il solcato suo volto è appesantito dal tempo. Il lavoro dei campi lo ha imbrunito e segnato nelle membra, non più giovanili, come al tempo dell’amore con Lilith e poi con Eva. Ma lui, ad occhi chiusi, sogna quei tempi nei momenti di riposo come se fosse in sintonia con la testa reclinata come quella dell’amata antica, se pur preso dal vecchio rancore del “sotto” e “sopra”. Ma ironia della sorte, il maestro Gustav lo dispone sotto di lei a soggiacere finché piacerà a lei.
Il quadro di Adamo ed Eva non è incompiuto, così andava fatto.
Ebbene è in Adamo che Klimt si riflette, l’artista in attesa per quella stretta di mano che non fu possibile concepire nemmeno nella sua mente. Gli fu possibile un bacio rimasto memorabile, ma la mano nella mano è un’altra cosa. Ricorda il camminare insieme di due giovani innamorati appena conosciuti, svagati ma uniti, parlando e ridendo. A volte incrociando gli sguardi come in un amplesso furtivo non ancora avvenuto. Un preludio che nello scenario del dipinto, sa di morte che di lì a poco avvenne. Ed ecco l’incompiutezza rimasta nel tempo, ma che si estingue se due giovani innamorati ammirano il dipinto di Adamo ed Eva e vi si immedesimano.
Buongiorno Gaetano, grazie mille per questa splendida e dettagliata spiegazione!