A metà strada tra Ferrara e Comacchio c’è una piccola cittadina utopica che sembra uscita da un quadro di De Chirico: è proprio per questo che Tresigallo viene chiamata la città metafisica.
Portici monumentali in marmo, torrette, figure geometriche solide che si intrecciano dando forma agli edifici dai mille colori, archi che si ripetono all’infinito: passeggiare per le vie di Tresigallo è un viaggio indietro nel tempo nell’unica e vera città corporativa realizzata nel ‘900.
Ma prima di scoprire gli edifici maggiormente rappresentativi dell’architettura razionalista conosciamo la storia che l’ha portata ad essere definita la città metafisica.
Tresigallo: da paese rurale a città metafisica
Tresigallo è uno dei centri più antichi della provincia di Ferrara come testimonia la chiesa di Sant’Apollinare risalente al 1044 circa. Dopo aver accolto per vari secoli i patrizi veneziani, fu tra le cittadine protagoniste delle opere di bonifica del Delta del Po promosse nel Rinascimento dagli Estensi.
Ma la più grande bonificazione ferrarese avvenne nella seconda metà dell’Ottocento e portò ad un rapido sviluppo del bracciantato seguito da un altrettanto repentino aumento della disoccupazione.
Fu in questo clima di estrema povertà che si generò l’idea di una città utopica nella mente di Edmondo Rossoni, all’epoca Ministro dell’Agricoltura e delle Foreste del Regime Fascista.
Tra il 1933 e il 1939 Rossoni intervenne per dare al suo paese nativo un nuovo assetto urbano, industriale e architettonico basandosi sui canoni del Razionalismo Italiano che mirava ad esaltare la purezza della Funzione eliminando tutti i dettagli superflui e barocchi.
Le sue intenzioni erano di portare ricchezza e benessere alla popolazione impedendo l’emigrazione di massa verso le città e di trasformare Tresigallo nel simbolo di una nuova collaborazione tra datori di lavoro e lavoratori.
La “città nuova”, basata sulle teorie di scuola tedesca, fu fornita di strade, piazze, infrastrutture, centri sportivi, educativi, sanitari, industriali, realizzati in base a precisi criteri urbanistici e simbolici.
Siamo di fronte ad un esempio unico di architettura razionalista e di città di fondazione che è valso a Tresigallo il titolo di “Città d’arte”. Ed oggi quell’aspetto insolito rimasto inalterato nel tempo fa credere al visitatore di esser in un museo d’arte moderna a cielo aperto.
Siete pronti a scoprire come tutto ciò di cui vi ho parlato si presenterà di fronte ai vostri occhi?
Cosa vedere nella città metafisica di Tresigallo
La maggior parte delle attrazioni di Tresigallo sono poco distanti tra di loro e facilmente raggiungibili a piedi con una passeggiata di un paio di km. Altre sono invece lungo strade più esterne e leggermente più trafficate.
Se non avete troppo tempo a disposizione e se volete evitare di percorrere circa 4 km a piedi, consiglio di fare una parte del tour in auto. L’unico inconveniente è che non sempre è possibile fermarsi lungo la strada per vederle meglio e fotografarle, ma le particolari strutture riusciranno ugualmente a farsi notare.
Itinerario fra le attrazioni di Tresigallo raggiungibili a piedi
Piazza Italia: l’asilo parrocchiale e la Chiesa di Santa Apollinare
Iniziamo il nostro tour a piedi di Tresigallo da Piazza Italia, dove proprio di fronte alla prima tappa c’è un comodo parcheggio gratuito. L’atmosfera quasi surreale di Tresigallo è già piuttosto evidente.
Asilo parrocchiale di Tresigallo

L’edificio che ospita l’asilo parrocchiale esisteva già nel 1800 e fu inglobato nel nuovo assetto urbano come perno prospettico di via Roma.
Nel 1933 la facciata fu arricchita da un portale d’ingresso monumentale su cui spicca il bassorilievo del balcone raffigurante il Sacrario ai Caduti.
Chiesa di Sant’Apollinare di Tresigallo

Adiacente all’asilo, la Chiesa di Sant’Apollinare ha antiche origini romaniche testimoniate dalla torre campanaria, unica superstite della struttura precedente. Nel 1930 anche la chiesa fu protagonista del rinnovamento di Tresigallo: la facciata settecentesca fu ricoperta da lastre di travertino romano e da bassorilievi in marmo.
Di forte impatto visivo è però, secondo me, il portico accanto realizzato in cemento armato e rivestito di intonaco. Il modo in cui segue le curve della strada su cui si affaccia rende armonioso ed attraente l’ingresso in Via Verdi.
Via Verdi: la Casa del Ricamo, l’Albergo e l’Ex Opera Nazionale Maternità e Infanzia
Via Verdi, nei suoi 300 metri di lunghezza, è una delle strade più ricche di strutture rappresentative della città metafisica. In base alla rifondazione rossoniana la “via sociale” era destinata ad ospitare le funzioni per la cittadinanza.
La Casa del ricamo di Tresigallo

La Casa del ricamo si distingue per la forma a parallelepipedo con due estremità semicircolari in una delle quali c’è ancora l’infisso in ferrofinestra che alleggerisce la facciata.
La struttura era adibita a scuola di cucito e ricamo per ragazze madri con lo scopo di favorire l’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro, aiutandoli anche a trovare una sistemazione per i propri figli nell’asilo nido di fronte.
O.N.M.I – Opera Nazionale Maternità e Infanzia

L’Opera Nazionale Maternità e Infanzia era l’edificio gemello della casa del ricamo, in cui le madri e i loro figli trovavano qualsiasi forma di assistenza igienico-sanitaria. Oggi ospita l’asilo comunale di Tresigallo.
Albergo Domus Tua – Ora Casa Protetta

Anche la struttura dell’albergo Domus Tua è molto simile alle due precedenti ma ancora più massiccia e imponente. Nacque come albergo di lusso per ospitare imprenditori e rappresentanti di spicco del regime.
Durante il secondo conflitto mondiale fu sede del comando tedesco e subì vari cambi di destinazione d’uso fino a quando è diventata (1990), ed è tutt’ora, una casa protetta.
Piazza Forlanini: Ex Domus Tua, Scuole Elementari e Campo Sportivo
Domus Tua

La Domus Tua è facilmente riconoscibile per la torretta che si affaccia sulla rotonda di Piazza Forlanini. Ciò che vediamo oggi è quello che resta di un incendio che ha lasciato solo una piccola parte di un edificio molto più massiccio.
Nacque con funzione di sala da ballo ed oggi è stata trasformata in una struttura ricettiva.
Scuola elementare di Tresigallo

Anche la scuola elementare contribuisce ad aumentare le sensazioni di trovarsi in una città metafisica. Il suo aspetto austero è inconfondibile nonostante i restauri di porte e finestre avvenuti negli ani ’60.
L’ingresso centrale si affaccia su Piazza Forlanini seguendo le linee della rotatoria con due corpi laterali allungati. Doveva contenere 12 aule ma il progetto non è mai stato portato a termine.
Il Campo sportivo della città metafisica di Tresigallo

L’ingresso monumentale del campo sportivo è una delle opere di maggior impatto visivo. Il desiderio del regime di riappropriarsi della romanità classica si tradusse in quelle forme che ricordano l’arco di trionfo riadattato secondo i canoni dello stile razionalista.
Massicci blocchi di marmo travertino si stagliano verso il cielo e l’unico dettaglio che gli è stato concesso è la scritta “campo sportivo” in cui nemmeno il font è lasciato al caso.
Un tempo era collegato alle scuole elementari tramite un portale di raccordo ed al suo interno ospitava l’appartamento del custode, a rafforzare il legame tra funzione ricreativa, educativa e sociale.
Colonia post sanatoriale

Nascosto in un grande parco poco fuori dal centro abitato, l’ospedale risale al 1939 ed è l’ultimo edificio realizzato nel periodo rossoniano. La struttura imponente che si sviluppa su cinque piani è una delle più importanti opere architettoniche realizzate dall’ingegner Frighi.
A quel tempo accoglieva solo donne che già prima delle dimissioni ricevevano supporto per il reinserimento al lavoro attraverso corsi professionalizzanti. Tra gli elementi più caratteristici troviamo: il vano scale nell’edificio centrale con la forma elicoidale, la cappella, la terrazza- solarium e le finestre a forma di oblò.
A lungo adibita a Poliambulatori e RSA, oggi sembra esser abbandonata.
Piazza della Repubblica


Un tempo Piazza della Rivoluzione, Piazza della Repubblica rappresenta il baricentro del paese, l’unione simbolica dei luoghi del lavoro con il cimitero, luogo della memoria.
Nella piazza non si affacciavano edifici destinati a svolgere funzioni civili, politiche, religiose o di regime.
Secondo l’ideologia corporativa di Rossoni, quello spazio doveva essere utilizzato per la collaborazione tra privati, per il consumo e commercio. E proprio i portici con le colonne bianche in forte contrasto con gli edifici dalle mille tonalità dell’arancio erano testimoni della vita comunitaria del paese.
Nel centro della piazza la cui forma a D vuole rappresentare un semicerchio quasi perfetto, si trova un’austera fontana con 4 sculture bronzee raffiguranti gazzelle nell’atto di abbeverarsi.
Il Mulino di Tresigallo

Da Piazza della Repubblica ci spostiamo verso sinistra lungo Viale Ferrara fino all’incrocio con Via del Lavoro. Proseguendo ancora a sinistra, all’angolo con Via del Mare incontriamo il vecchio Mulino destinato alla produzione di energia elettrica.
Nonostante l’edificio sia ormai dismesso sono ancora evidenti le caratteristiche tipiche del razionalismo italiano: le ferrofinestre, il tetto piano e la convessità angolare.
Ex Bagni: l’iconico edificio SOGNI della città metafisica di Tresigallo

Tornando indietro lungo Via del Lavoro appare l’edificio che forse più di tutti stavate aspettando.
Il palazzo azzurro sovrastato dalla scritta Sogni che si staglia verso il cielo quasi a creare una fusione di colori, è diventato ormai l’icona della città metafisica. Ed è senza dubbio il più fotografato in assoluto.
Era destinato a bagni e spogliatoi per i giovani inquadrati nelle formazioni propagandistiche del regime, ma mantenne questa funzione per poco più di due anni. Durante la Seconda Guerra Mondiale diventò un rifugio per sfollati e subì varie modifiche nel corso degli anni.
Nel 2010 un grande intervento lo ha riportato al suo imponente aspetto e ai vivaci colori delle origini. Oggi SOGNI è l’Urban Center della città ed accoglie mostre e rassegne temporanee.
La Casa della Cultura – Ex casa della G.I.L.

Proprio accanto allo Urban Center si trova la nuova Casa della Cultura, prima denominata Casa del Balilla e poi Casa della Gioventù Italiana del Littorio.
All’interno la palestra, l’ufficio per l’istruzione premilitare e la scuola guida servivano per plasmare la gioventù fascista nel corpo e nello spirito.
Dal 2006 ospita la biblioteca comunale e l’info point turistico di Tresigallo.
Via Roma a Tresigallo: teatro ‘900, Bar Roma e Casa del Fascio
Teatro ’900

Percorriamo adesso Via Roma e incontriamo il primo grande palazzo storico costruito tra il 1933 e il 1939 dai tresigallesi appartenenti alla Società Immobiliare Operai.
L’edificio era adibito a teatro inaugurato nel 1935 con la proiezione del film Passaporto rosso.
Qui Edmondo Rossoni portò in scena anche l’opera lirica e numerosi interpreti di grande fama come Lina Pagliughi, Mario Basiola, Rosetta Pampanini. Oggi è sede dell’Associazione Musicale Arianna Alberighi – Scuola di Musica Banda Filarmonica.
La Casa del Fascio di Tresigallo

L’imponente edificio con la massiccia torretta che spicca tra gli atri palazzi, era un tempo la sede del Partito Nazionale Fascista locale.
Si distingue per i volumi della facciata non allineati e per il contrasto tra il rosso e il bianco del travertino romano, materiale pregiato che ne avrebbe evidenziato la sacralità.
Ora è sede della Caserma dei Carabinieri.
Il Bar Roma

Il Bar Roma è ormai in stato di abbandono ma gli elementi razionalisti che lo contraddistinguevano sono sopravvissuti al passare del tempo.
Gli infissi in ferrofinestra e il rivestimento del piano terra in litoceramica, così come i caratteri particolari dell’insegna rappresentano perfettamente l’epoca della sua costruzione.
Il tour in auto per vedere le restanti attrazioni di Tresigallo
Dal Bar Roma raggiungiamo nuovamente in pochi passi Piazza Italia per spostarci in auto verso le restanti attrazioni della città metafisica.
C.A.L.E.F.O.

Il Consorzio Agrario Lavorazione ed Esportazione Frutta e Ortaggi, nacque per la raccolta e la lavorazione dei prodotti locali specializzandosi poi nella produzione vivaistica. Risale al 1936 ma già negli anni ’40 perse la sua funzione per diventare un magazzino di rifornimenti per la Seconda Guerra Mondiale.
Nel corso dei decenni successivi è stato sede di un’autofficina e di un gommista ed ha poi subito un restauro filologico che ci permette di ammirarlo in tutta la sua massiccia volumetria.
Il Cimitero di Tresigallo

Il cimitero di Tresigallo si trova al termine della lunga strada che giunge perpendicolare al centro di Piazza della Repubblica collegando il luogo del lavoro con il luogo del riposo e della memoria. L’alto muro di cinta circondato solo dal verde delle campagne crea un forte senso di smarrimento in opposizione al portale a trifora che ne aggrazia le forme.
Di forte impatto è la tomba monumentale di Edmundo Rossoni, dietro la quale ancor prima di entrare appare la statua di un angelo operaio in volo sopra la fiaccola in marmo verde. Un gioco di prospettive impressionante e un forte contrasto cromatico e simbolico.

Le fabbriche che racchiudevano la città metafisica
Percorriamo adesso via Giordano Bruno, l’arteria stradale dove erano concentrate le fabbriche in base al progetto rossiniano di città corporativa basata sulle industrie in posizione strategica per racchiudere il nucleo abitato.
Vi elenco le tappe principali di Via Giordano Bruno e nelle vicinanze:
- Consorzio agrario (Piazzale dei Mille), utilizzato per lo stoccaggio del grano, si riconosce per la facciata intonacata intervallata da fasce verticali in laterizio,
- S.A.I.M.M. era una fabbrica metalmeccanica di macchine agricole. In quanto esempio di industria modello, accanto ai capannoni furono costruite le abitazioni degli operai. La sua forma curvilinea e allungata fu appositamente progettata per chiudere il nucleo abitato. Oggi ospita laboratori artigiani e piccole imprese.
- Consorzio nazionale produttori CANAPA: utilizzato per la selezione di canapa macerata, rimase attivo fino alla crisi canapiera dei primi anni ’50. Oggi è sede della cooperativa agricola Mazzoni.
- S.I.A.R.I. La Società Incremento Agricolo e Rinnovamento Industriale adibita alla lavorazione del latte. Sperimentò anche il Lanital e nel 1942 diventò S.A.I.P.O. (Società Anonima Industrializzazione Prodotti Ortofrutticoli), ovvero uno stabilimento per la produzione di conserve. Subì alcuni rifacimenti nel corso dei decenni ma la sua struttura originale è ancora percepibile.
- S.A.A.T.: la Società Anonima Allevamenti Tresigallo aveva due stalle che accoglievano 114 mucche da latte, 40 vitelli, due infermerie veterinarie e 5 silos esterni. La sua struttura è stata modificata nel corso degli anni e sono stati abbattuti due corpi di fabbrica circolari.
- C.E.L.N.La Cellulosa Nazionale si riconosce per le dimensioni mastodontiche e l’inconfondibile ciminiera alta 70 metri. Fu inaugurata da Edmondo Rossoni nel maggio del 1940 ma mai utilizzata a causa dello scoppio della guerra. Era tra gli stabilimenti chimici del suo genere più grandi d’Europa ed avrebbe accolto circa 400 lavoratori per una produzione giornaliera di 600 q di cellulosa.


Info utili alla visita di Tresigallo città metafisica
Visitare Tresigallo è come tuffarsi in un quadro di De Chirico e sentirsi disorientati tra dimensioni esagerate, volumetrie di forte impatto e la desolazione più totale. Per quanto ci fosse qualche bar aperto e qualche cittadino in giro tutto sembrava in stand by, traslato in una dimensione spazio temporale indefinita.
In questo articolo ho cercato di raccogliere tutte le informazioni che mi hanno aiutato a comprendere meglio il significato di Tresigallo e il suo passato. Un passato che spesso neghiamo o ignoriamo, ma ugualmente indispensabile per comprendere la storia.
- Se decidete di visitare Tresigallo in autonomia vi consiglio di scaricare e stampare la mappa direttamente dal sito ufficiale.
- Se però volete indagare a fondo nella storia del paese, partecipate ad una visita guidata con esperti ed appassionati locali. E’ l’unico modo per capire realmente Tresigallo.
- Per rivolgervi ad una guida consultate il sito che vi ho linkato sopra ma ricordate che si richiede almeno una settimana di preavviso. Io ho scoperto la cittadina per caso il giorno stesso che ho deciso di visitarla e non ho potuto usufruire di questo servizio che avrei apprezzato molto.
- Il centro turistico era chiuso, nessuna indicazione e nessun cartello o targa al di là della mappa che potevo visualizzare solo sul cellulare.
E’ stato faticoso improvvisare la visita per questo vi invito a seguire i piccoli accorgimenti che vi ho elencato e spero di avervi aiutato a comprendere un po’ meglio questa insolita e unica città metafisica sospesa tra il sogno e la realtà.
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