Piazza San Marco è una delle attrazioni più famose e iconiche di Venezia, ma sapevi che è l’unica piazza della città sia per nome che per destinazione? Tutti gli altri spazi urbani con conformazione simile sono infatti detti “campi” o “campielli”.
La sua storia è ricca di fascino e di avvenimenti che l’hanno resa uno dei luoghi più importanti e rappresentativi della città.
La storia di Piazza San Marco a Venezia
In origine l’area di Piazza San Marco era un grande orto attraversato dal rio Batario, che collegava il Rio del Cavalletto e quello della Zecca.
Nel IX secolo iniziò a prendere la forma di centro storico grazie all’arrivo del Corpo di San Marco ovvero le reliquie del santo patrono di Venezia, San Marco Evangelista, che furono traslate da Alessandria d’Egitto a Venezia.
Secondo la tradizione, le spoglie di San Marco furono trasposte in modo segreto da due mercanti veneziani, Rustico da Torcello e Buono da Malamocco ed una volta arrivate a Venezia fu costruita la Basilica di San Marco per accoglierle.
La topografia della Piazza San Marco subì però il cambiamento più significativo nel 1156, quando il Doge Viatale II Michiel ordinò di interrare il rio Batario.
Nel 1172 iniziarono i lavori di ampliamento per ospitare nuovi edifici. La piazza fu delimitata dall’antica Chiesa di San Geminiano e dalle due colonne monumentali.
Piazza San Marco è stata per molti secoli il centro politico, religioso e culturale di Venezia e ancora oggi è il luogo d’incontro di veneziani e turisti. Proprio per questo motivo viene definita come il “salotto d’Europa”.
Sulla sua suggestiva pavimentazione in marmo a scacchi bianco e nero si affacciano bellissimi monumenti e simboli ricchi di storia.

Le attrazioni da non perdere in Piazza San Marco a Venezia
1. Palazzo Ducale
Arrivando con il traghetto a Riva degli Schiavoni la prima cosa che catturerà la tua attenzione è il maestoso Palazzo Ducale, sede del governo della Serenissima Repubblica di Venezia.
Il palazzo risale al XV secolo e nelle sale interne quali la Sala del Maggior Consiglio, la Sala del Senato e la Sala del Collegio racconta ancora oggi secoli di storia di potere.
E’ visitabile con un tour guidato che comprende anche gli appartamenti e le prigioni.
2 – I capitelli di Palazzo Ducale
All’esterno del Palazzo Ducale non dimenticarti di osservare gli infiniti dettagli dei capitelli scolpiti in pietra d’Istria dai più rinomati “tajapiera” veneziani dell’epoca.
Quelli sul loggiato affacciato sulla laguna sono di origine trecentesca mentre quelli che sormontano le colonne verso la Piazza risalgono al XV secolo. Non tutti però sono originali, i più antichi e delicati furono sostituiti da copie già nell’800.
I capitelli raccontano l’esigenza della Repubblica Serenissima di decorare il palazzo con una serie di immagini allegoriche rappresentanti valori come la Giustizia, la Saggezza e il Buon Governo. Non mancano riproduzioni di scene bibliche e più di 600 immagini che rappresentano la vita di tutti i giorni.
Tra le opere più apprezzate ci sono la “Creazione dell’uomo e dei pianeti” e il diciottesimo capitello d’angolo con le “dodici costellazioni ed i segni zodiacali“.
Quest’ultimo è stato descritto dallo scrittore inglese John Ruskin nel suo libro “Le Pietre di Venezia“come uno dei più “belli e raffinati esempi di un’arte in cui i Veneziani erano maestri”.
3 – La Biblioteca Nazionale Marciana
La Biblioteca Nazionale Marciana, detta anche Libreria Sansoviniana è una delle più grandi biblioteche d’Italia.
La prima proposta per avere una “libreria pubblica” a Venezia arrivò nel 1362 da Francesco Petrarca ma questo suo desiderio si realizzò solo molti anni dopo.
Il primo nucleo della biblioteca si formò infatti con la donazione “ad communem hominum utilitatem” che il cardinal Bessarione fece alla Repubblica di Venezia il 31 maggio 1468. La collezione si è arricchita nel corso dei secoli grazie e numerosi lasciti e ai volumi che vi confluirono durante le soppressioni degli ordini religiosi volute da Napoleone. Oggi custodisce:
- 1.000.000 circa di volumi a stampa,
- 2.887 incunaboli,
- 13.117 manoscritti,
- 24.060 cinquecentine,
- 56 volumi di diari di Marin Sanudo, una delle fonti più importanti della storia veneziana agli inizi del 1500,
- una raccolta completa delle Aldine,
- carte geografiche ed atlanti.
E’ sicuramente il Paradiso per gli amanti dei libri antichi ed è visitabile tutti i giorni con il biglietto unico dei Musei di Piazza San Marco.
4 – Il campanile di San Marco

Il Campanile di San Marco si staglia verso il cielo con i suoi quasi 100 metri di altezza, tra la Biblioteca e il Palazzo Ducale. Risale al XVI secolo ed è stato realizzato in cotto con cella campanaria in pietra d’Istria.
E’ stato ricostruito interamente nel 1902 dopo un crollo dovuto a un indebolimento strutturale.
5 – La loggetta alla base del campanile di San Marco
La graziosa Loggetta costruita alla base del campanile risale al XVI secolo e fu realizzata su progetto di Jacopo Sansovino.
Nacque come luogo d’incontro dei patrizi per poi accogliere il corpo di guardia degli arsenalotti.
Sul lato destro della loggetta si trova un tronco di colonna di porfido rosso chiamato “Pietra di Bando”, che salvò la Basilica di San Marco dalle macerie che la raggiunsero dopo il crollo della torre dell’orologio.

Il Lorenzetti racconta: venne ‘(…) trasportata, sembra, dalla Siria (da San Giovanni d’Acri): da qui il Comandador bandiva le leggi, che venivano poi proclamate sull’altra Pietra di Bando in Rialto – Travolta nel 1902 dalle rovine del campanile di San Marco, protesse e salvò miracolosamente da rovina l’angolo della Basilica. (…)”
6 – La Basilica di San Marco
La Basilica di San Marco è uno dei più affascinanti simboli della maestria artistica ed architettonica italiana.
La sua eleganza è dovuta ad un mix di stili differenti impreziositi con mosaici, colonne, marmi e sculture.
La prima struttura risale all’820 quando fu necessaria per accogliere il corpo del Santo, ma nel corso dei secoli è stata ricostruita più volte. Nel 976 dopo la devastazione di un incendio e nel 1063 quando lasciò il posto alla terza basilica, quella che vediamo ancora oggi.
Fu costruita ispirandosi alla chiesa dei Dodici Apostoli e a quella di Santa Sofia di Costantinopoli con tratti bizantini che la rendono ancor più suggestiva.
7 – I Mosaici sulla facciata della Basilica

Gli splendidi mosaici che impreziosiscono le lunette della facciata della Basilica, brillano al sole come un mare di gemme preziose.
Raccontano in ordine cronologico la storia dell’arrivo a Venezia delle reliquie di Marco.
A partire da destra potrai ammirare il Recupero del corpo di San Marco, l’Arrivo del corpo a Venezia, l’Accoglienza da parte del doge della Signoria, il Trasporto processionale del santo in Basilica.
Quest’ultimo mosaico è situato sopra il portale di Sant’Alipio ed è il più antico dei 4 in quanto risale al XIII secolo. Gli altri furono infatti aggiunti tra il XVII e XVIII secolo.
8 – La torre dell’orologio e “I Do Mori”
La Torre dell’Orologio, costruita nel XVI secolo, è uno dei simboli più famosi di Venezia e rappresenta una meraviglia dell’ingegneria e dell’arte.
La torre è alta circa 99 metri e ospita un grande orologio meccanico, che mostra l’ora, il giorno, la fase lunare e i segni zodiacali. La sua facciata è decorata con numerose statue che rappresentano la giustizia, la saggezza, la prudenza, la forza e varie figure allegoriche.
A renderla unica ci sono però i “Do Mori“: due pastori di bronzo che scandiscono le ore battendo con i martelli su una campana.
Le due statue furono realizzate da Ambrogio delle Ancore nel 1497 con il corpo snodato in vita per poter percuotere la campana in bronzo su cui svettano un globo dorato ed una croce dove è inciso il nome Simeone in omaggio all’ideatore Simone Campanato.
I due Mori si distinguono perché uno ha la barba ed è chiamato “il vecchio” e l’altro no, a rappresentare un giovane.
Il Moro Vecchio batte le ore due minuti prima dell’ora esatta, a indicare il tempo passato, mentre il Moro Giovane due minuti dopo in segno del tempo che deve ancora arrivare.
9- La Chiesa “perduta” di San Geminiano

Dove oggi sorge l’Ala Napoleonica, fino al 1807 si ergeva la chiesa di San Geminiano, capolavoro del Sansovino.
Fu Napoleone a farla distruggere per costruire la struttura attuale che doveva ospitare la sua sala da ballo.
In ricordo della vecchia chiesa, tra le arcate dell’ala Napoleonica è stata installata una una lapide sul pavimento.
Come è suddivisa Piazza San Marco?
Piazza San Marco ha la forma di un trapezio con una lunghezza di 175 metri, una larghezza di 57 sul lato minore dell’Ala Napoleonica e 83 metri dal lato della Basilica.
E’ divisa in tre settori:
- La vera Piazza è quella racchiusa tra le Procuratie Vecchie, Nuove e l’Ala Napoleonica,
- la Piazzetta è la parte più a sud, su cui si affacciano il Palazzo Ducale e la Libreria sansoviniana, delimitata dal Molo con le famose colonne di Marco e Todaro,
- la Piazzetta dei Leoncini, è situata nella zona nord-occidentale dove si affaccia la Basilica, il Palazzo Patriarcale e la Chiesa sconsacrata di San Basso. Prende il nome delle statue di due leoni accovacciati realizzati in marmo rosso di Verona.
Curiosità: Le colonne di Piazza San Marco

In fondo a Piazzetta San Marco le due Colonne di San Marco e di San Todaro creano una meravigliosa cornice al panorama sulla laguna.
Secondo la leggenda, le colonne in origine erano tre ed arrivarono a Venezia da Tiro nel IX secolo. A causa del peso eccessivo una delle tre imbarcazioni naufragò e solo due colonne furono trasportate sulla terraferma. Nessuno era però in grado di sollevarle e rimasero a terra per più di un secolo.
Solo nel 1173 grazie ad uno stratagemma dell’abile costruttore bergamasco Nicolò Barattieri, le due colonne furono erette nella collocazione attuale.
Sulla sommità della colonna di destra si trova la statua di San Teodoro, il primo protettore della città e in quella a sinistra San Marco con le sembianze di un Leone alato.
I veneziani evitano scrupolosamente di passare tra le due colonne in quanto proprio in quell’area si svolgevano le condanne a morte per impiccagione o squartamento. Se vuoi scongiurare la sfortuna ti consiglio di fare altrettanto.
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