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Il Monastero di Fonte Avellana: luogo mistico che incantò anche Dante Alighieri

Alle pendici dell’imponente Monte Catria, nel cuore delle Marche, sorge il Monastero di Fonte Avellana, un luogo mistico dove si respira una pace incredibile, immerso tra spiritualità, natura e tradizioni secolari.

Oltre alla sua solenne storia, il Monastero di Fonte Avellana è legato anche alla figura di Dante Alighieri e alla Divina Commedia. La sua connessione con il Sommo Poeta conferisce quindi al monastero un ulteriore valore aggiunto alla visita.

Le Origini e l’Ascesa dell’Abbazia di Fonte Avellana

Ingresso Monastero di Fonte Avellana Marche

Intorno al 980, un gruppo di eremiti scelse di insediarsi tra la fitta vegetazione del Monte Catria e vi costruì un piccolo eremo dedicato alla Santa Croce e destinato a diventare uno dei monasteri più importanti della regione.

Tra i fondatori di questa comunità religiosa, nel 1012, spicca la figura di San Romualdo di Ravenna, padre della Congregazione benedettina camaldolese. Il Santo diffuse la sua spiritualità in luoghi come Fonte Avellana, Sitria, il monte Petrano e San Vincenzo al Furlo, tra il X e l’XI secolo.

Nel corso dei secoli, l’originario eremo venne gradualmente ampliato e trasformato in un importante monastero, che raggiunse un notevole prestigio sia dal punto di vista economico che politico.

Nel 1392, l’Abbazia di Fonte Avellana assunse addirittura il titolo di “commenda”, ovvero una comunità basata sulle attività affaristiche.

Nonostante l’autonomia originaria della congregazione avellanita, nel 1569 venne assorbita dall’Ordine dei Monaci Camaldolesi, ma successivamente passò sotto vari proprietari. Nel 1935, venne definitivamente acquisita dai Monaci Eremiti Camaldolesi, che ancora oggi ne custodiscono il prezioso patrimonio spirituale e culturale.

Oggi, vi abitano solo 7 monaci, ma nel corso dei secoli ha ospitato ben 76 tra Santi e Beati.

Cosa vedere all’interno del Monastero di Fonte Avellana

Se vuoi scoprire tutti i segreti del Monastero di Fonte Avellana e visitare luoghi altrimenti inaccessibili ti consiglio di partecipare ad una visita guidata.

In questo modo potrai ammirare la Biblioteca, la Sala di San Giovanni da Lodi, lo Scriptorium, il Chiostro, la sala del Capitolo e la Cripta, la parte più antica dell’Eremo di Fonte Avellana.

Le visite guidate si svolgono dal lunedì al sabato alle ore 10:00 – 11:00 – 15:00 – 16:00 – 17:00. La domenica e i giorni festivi partono ogni 30 minuti dalle 10:00 alle 12:00 e dalle 15:00 alle 17:30. E’ richiesto un piccolo contributo di 2 € a persona.

La Biblioteca di Fonte Avellana

Biblioteca Dante Alighieri Monastero Fonte Avellana

La Biblioteca di Fonte Avellana, nel 1965, per i 700 anni dalla nascita del Sommo Poeta fu intitolata proprio a “Dante Alighieri”, per rimarcare quanto la sua eredità letteraria e spirituale abbia profondamente segnato la storia di questo luogo.

Questa preziosa collezione custodisce un patrimonio librario di oltre 25.000 volumi tra cui codici miniati di straordinario valore, antichi testi sacri e persino il Codice NN dell’XI secolo, il primo breviario della comunità avellanita che rappresenta un documento fondamentale nell’evoluzione delle notazioni musicali.

Solo una piccola parte della biblioteca è visibile durante la visita guidata, in quanto la parte più antica si trova nelle aree dove si svolgono ancora le attività quotidiane dei monaci. Tuttavia, tutti i libri sono catalogati e consultabili su appuntamento con la supervisione dei monaci. Sono testi prevalentemente di carattere umanistico: letteratura, filosofia, storia, storia della chiesa e teologia.

La piccola sezione visibile oggi, era in origine una foresteria in cui venivano accolti i pellegrini.

Dante Alighieri e Fonte Avellana

Paradiso XXI Targa Monastero Fonte Avellana

Secondo quanto riportato dagli Annales Camaldulenses, il monastero di Fonte Avellana ospitò Dante nel 1318, mentre era in visita a Bosone di Gubbio.

Questi luoghi suscitarono in lui profonde emozioni tanto che utilizzò i suoi versi per rendergli omaggio nella Divina Commedia. E proprio gli endecasillabi del canto XXI del Paradiso, che si riferiscono a Fonte Avellana, sono riportati in una targa installata sopra il portico della facciata il 7 agosto 1921, in occasione dell’anniversario della sua morte.

“Tra due liti d’Italia surgon sassi,
e non molto distanti a la tua patria,
tanto che i troni assai suonan più bassi,
e fanno un gibbo che si chiama Catria,
di sotto al quale è consecrato un ermo,
che suole esser disposto a sola latria”

Paradiso, canto XXI, vv 106 – 111

In questi versi si fa riferimento agli Appennini (i sassi) nel territorio che va dai Sibillini alle montagne bolognesi, situato tra le coste del Mar Tirreno e dell’Adriatico (Tra’ due liti d’Italia). Qui sorge il Monte Catria il rilievo più alto (1701 metri) della zona appena menzionata e quindi anche della provincia di Pesaro Urbino.

Il suo nome sembra derivare dalla parola latina “Cathedra” ovvero “cattedra” o meglio “seggio elevato”. Il termine vuole infatti fare riferimento alla particolare conformazione geografica del sito, caratterizzato dalla presenza di due vette principali: il Monte Acuto e il Monte Catria, tra le quali si forma una sorta di conca o “sella” di forma concava.

La sala San Giovanni da Lodi

Edificata nel XI secolo, probabilmente con la funzione di chiesa o cappella, la Sala San Giovanni da Lodi, in realtà, non fu mai un luogo di culto. In un primo momento servì come laboratorio per la realizzazione delle pergamene e per la rilegatura dei manoscritti, ma poi diventò l’anticamera della residenza degli abati.

Oggi, questa sala è dedicata a San Giovanni da Lodi, direttore dello Scriptorium, amanuense personale di San Pier Damiani, e suo successore come priore nel 1072. Il Santo fu inoltre vescovo di Gubbio dove morì nel 1105, 3 anni dopo aver ricevuto l’incarico.

Lo “Scriptorium San Pier Damiani”

Scriptorium Fonte Avellana Marche

Lo “Scriptorium San Pier Damiani” è l’ambiente più rappresentativo di Fonte Avellana, dove i monaci amanuensi, in ottemperanza alla Regola di San Benedetto, trascrivevano pazientemente su pergamena testi classici greci e latini. Questo locale è uno dei pochi ad essere rimasto intatto nel corso dei secoli, senza aver mai subito ricostruzioni a seguito di eventi distruttivi.

La sala dello Scriptorium fu edificata nel XII secolo, sostituendo una precedente struttura che probabilmente era diventata insufficiente per accogliere tutti i monaci impegnati nell’attività di trascrizione manuale.

Dopo l’avvento della stampa, verso la fine del XV secolo, lo Scriptorium subì alcune modifiche: le finestre superiori vennero murate e sostituite dalle sei inferiori, il soffitto fu ribassato e furono aggiunte le volte in laterizio. In questo nuovo assetto, la sala rimase in uso fino al 1958, quando un accurato intervento di restauro la riportò all’antico splendore.

Oggi, lo Scriptorium di Fonte Avellana è utilizzato per esperienze di raccoglimento religioso e di lettura meditativa dei testi sacri (lectio divina). Conserva così la sua vocazione di luogo dedicato allo studio, alla riflessione e all’approfondimento della dimensione spirituale.

Approfondimento: San Pier Damiani e la nascita della Regula vitae eremiticae

San Pier Damiani fu priore del monastero dal 1043 al 1057. Ebbe un ruolo cruciale nella nascita del Monastero di Fonte Avellana, lasciando una profonda impronta spirituale sulla comunità religiosa.

Il Santo amava ritirarsi nel fitto bosco circostante, cercando l’isolamento in una grotta (ancora visibile) per dedicarsi alla preghiera e alla contemplazione. Questo suo desiderio di eremitaggio incarnava perfettamente l’essenza della Regula vitae eremiticae, una preziosa eredità che trasmise alla comunità monastica.

Dopo la sua scomparsa, i monaci di Fonte Avellana continuarono a osservare fedelmente questo insegnamento, tuttavia, la successiva trasformazione dell’eremo in abbazia agli inizi del Trecento, proprio pochi anni dopo la visita di Dante Alighieri, segnò un punto di svolta che, contro ogni aspettativa, portò al declino del monastero.

Questo declino fu accelerato dall’introduzione della pratica delle commende, che affidava i beni dell’abbazia a laici o alti prelati, minando l’originaria vocazione eremitica e spirituale del luogo. Ad aggravare la situazione si aggiunsero anche le soppressioni napoleoniche e italiane del XIX secolo.

Il Chiostro del Monastero di Fonte Avellana

Fatto costruire da San Pier Damiani nel XI secolo, il Chiostro di Fonte Avellana è uno dei pochi ambienti del monastero ad avere ancora i pavimenti originali. Qui i monaci si preparavano spiritualmente con il silenzio alle celebrazioni liturgiche, in un momento chiamato “statio”. Dopo questa “fermata” entravano in Chiesa in processione intonando canti religiosi.

Sulla parete di fondo, si notano alcune strutture che in origine ospitavano le vasche dove i monaci versavano l’acqua per lavarsi volto e mani.

Queste vasche gli permettevano di purificarsi e di prepararsi spiritualmente prima di accedere al chiostro, di ritorno dai lavori svolti nei campi o nei boschi.

Inoltre, nella parete laterale è ancora visibile la cosiddetta “ruota della clausura”, attraverso la quale i monaci avevano contatti con l’esterno.

Proseguendo lungo i corridoi si possono ammirare anche alcuni schizzi di un antico lavabo, ritrovati dopo un recente restauro. Sono firmati da Gattapone, grande architetto di Gubbio del XIV secolo, e rappresentano una preziosa testimonianza legata al passato del monastero.

La Sala del Capitolo

Tra i labirintici corridoi del monastero si nasconde anche una piccola stanza costruita nel XII secolo, che prende il nome dalla funzione che ospitava. Accoglieva infatti le riunioni del Capitolo monastico prima delle quali un monaco doveva leggere, ad alta voce per tutti i presenti, un capitolo della Regola di San Benedetto, rispettando così la Regola stessa.

Sul soffitto ci sono labili tracce degli affreschi del sec. XIV, quasi completamente distrutti perché la sala, nel corso del Settecento, fu utilizzata come magazzino e deposito per le legna. Ospitò inoltre anche un forno per cuocere il pane.

La sala del Capitolo ha un’eccellente acustica, grazie alla volta a botte a tutto sesto in stile romanico che si estende per tutta la lunghezza. Inoltre, le tre monofore presenti sulle pareti orientali forniscono una discreta illuminazione naturale al sorgere del sole. Questa disposizione rispecchia la tradizione benedettina che prevedeva la convocazione dei capitoli monastici al mattino, ragion per cui le sale capitolari delle abbazie di quest’ordine sono spesso rivolte verso est.

Sulla parete sinistra della sala, si trova un’icona raffigurante la Madonna di Częstochowa. Fu donata da Papa Giovanni Paolo II in occasione della sua visita all’Abbazia di Fonte Avellana il 5 settembre 1982.

Attualmente, la Sala del Capitolo viene utilizzata durante il periodo invernale come sagrestia della vicina cripta, in quanto si riscalda più rapidamente rispetto ad altri ambienti, permettendo ai monaci di recarsi a pregare nella cripta stessa. 

La cripta dell’Abbazia di Fonte Avellana

Cripta Monastero Fonte Avellana

La Cripta risale al X secolo ed è la parte più antica di Fonte Avellana, nonché la chiesa primitiva dell’eremo.

Quando fu costruita la Basilica alla fine del XII secolo, la sezione occidentale della chiesa originale andò perduta. Tuttavia, la porzione orientale è rimasta perfettamente conservata e mantiene le sue finestre rivolte verso est, nella direzione della luce del sole che sorge – la luce simbolica del Cristo Risorto.

La Basilica Minore di Fonte Avellana

Crocifisso e altare Basilica Minore Monastero Fonte Avellana

La Basilica di Fonte Avellana, eretta a partire dal 1171 e consacrata nel 1197, è stata insignita del titolo di Basilica Minore il 5 settembre 1982 durante la visita di Papa Giovanni Paolo II, in occasione della conclusione delle celebrazioni per il Millenario della fondazione del Monastero.

Questa imponente struttura, in stile architettonico romanico con lievi influenze gotiche, si sviluppa con una pianta a croce latina. L’elemento più significativo è il presbiterio rialzato, che sovrasta la precedente chiesa divenuta cripta.

Sull’altare maggiore spicca un possente Crocifisso ligneo realizzato nel 1567 dal maestro Francesco Tiraboschi da Pavia.

Alle sue spalle, si trova un coro in stile neoclassico aggiunto nel 1854. Inizialmente infatti la chiesa non aveva il coro e i monaci Avellaniti celebravano le funzioni liturgiche davanti all’altare maggiore di giorno e nella cripta di notte.

Degni di nota sono anche l’altare dedicato a Sant’Albertino dove sono custodite le sue spoglie e la tela raffigurante il “Beato Lodolfo con la Vergine e il Bambino” realizzata da Francesco Ferri nel 1740.

Altre attrazioni nei pressi del Monastero di Fonte Avellana

Il Monastero di Fonte Avellana offre ancora qualche altro tesoro prezioso da scoprire.

Un’area verde del complesso è occupata dal Giardino Botanico, dove vengono coltivate numerose varietà di erbe e piante curative.

Presso l’Antica Farmacia, troverai invece tanti prodotti naturali, come miele, marmellate, amari ed erbe officinali, preparati seguendo le antiche ricette dei monaci.

Inoltre, potrai visitare la Cappella a Croce, edificata nel 1826 per custodire una preziosa Stauroteca, con all’interno una reliquia della Croce di Cristo. E’ arrivata nel convento dopo un lungo e avventuroso percorso che l’ha vista transitare da Costantinopoli al convento di San Michele sull’isola di Murano, fino al Monastero di Fonte Avellana. Attualmente però si trova nella Galleria Nazionale delle Marche ad Urbino.

Infine, non puoi perderti la visita alla Grotta di San Pier Damiani, luogo di preghiera e meditazione del monaco, raggiungibile con una semplice passeggiata.

Come raggiungere Fonte Avellana

Il Monastero di Fonte Avellana si trova nel comune di Serra Sant’Abbondio, in provincia di Pesaro-Urbino, al confine tra Marche e Umbria. E’ raggiungibile in auto da Sassoferrato che dista 19 km, da Frontone situato 9 km a nord oppure da Gubbio, distante 31 km.

Procedendo nell’entroterra del Monte Catria la vegetazione diventa sempre più fitta e lo scenario naturale sempre più suggestivo. La strada si fa tortuosa e la rete del cellulare sempre più debole, per questo ti consiglio di scaricare preventivamente le mappe della zona.

Una volta raggiunto il Monastero troverai un ampio parcheggio gratuito, un punto ristoro con panchine all’aperto e un bel negozio di souvenir e prodotti tipici.

Ringrazio Riccardo Starnotti (nelle foto) che, nelle vesti di Dante Alighieri, ha sviluppato un bellissimo tour dantesco tra Umbria e Marche, dandomi la possibilità di visitare un luogo che desideravo vedere da tanto tempo.

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