Nel cuore di Valencia, all’interno di un magnifico palazzo che risale al XV secolo e che ospitava il Colegio de Arte Mayor de la Seda, si trova il Museo della Seta, in cui si celebra la storica arte della seta.
Questo museo è situato nel quartiere “El Pilar”, un’area che in passato era conosciuta per la sua alta concentrazione di “Velluters”, i vellutai.
Il palazzo, che combina elementi gotici e barocchi, è stato sapientemente ristrutturato dopo anni di abbandono grazie agli sforzi della Fondazione Hortensia Herrera, che ha riportato alla luce l’importante patrimonio storico che l’industria della seta ha lasciato a Valencia.
Cosa vedere all’interno del Museo della Seta di Valencia
Il Museo della Seta è suddiviso in diverse sale: al piano terra si trova il museo vero e proprio, mentre salendo ai piani superiori si incontra una biblioteca con l’archivio storico e alcune sale con pavimenti e decorazioni di notevole bellezza.
Iniziamo questo suggestivo viaggio nel mondo della seta, analizzando l’ingresso in Europa del prezioso materiale.
Come è arrivata la seta in Europa e a Valencia?

La seta ha una storia affascinante che affonda le radici nell’antichità. Sebbene fosse un materiale prezioso già in epoca romana, la sua produzione rimase a lungo un mistero per l’Europa, con l’importazione che avveniva tramite la celebre Via della Seta dall’Oriente.
La seta iniziò a essere prodotta nella penisola iberica con l’arrivo degli Arabi, che introdussero l’allevamento del baco da seta e crearono fabbriche statali.
A Valencia, l’industria della seta prosperò sotto la guida di artigiani musulmani ed ebrei, come si può osservare nei tessuti di tradizione islamica esposti nelle prime vetrine della sala.
Nel XV secolo, l’arrivo di setaioli genovesi portò innovazioni nella lavorazione del velluto, mentre la scoperta dell’America stimolò ulteriormente il commercio, contribuendo a un notevole sviluppo del settore.

Oggi, la struttura urbana di Valencia, racconta ancora l’importanza dell’attività, in particolar modo nel quartiere dei vellutai e in quello del mercato, dove artigiani di diverse specializzazioni hanno lasciato un’impronta duratura.
Come si svolgeva la lavorazione della seta?

La visita del museo prosegue con alcuni approfondimenti sulla lavorazione della seta: un processo complesso e affascinante che coinvolgeva diverse fasi, a partire dall’allevamento dei bachi da seta.
I bozzoli, intatti e non forati, erano fondamentali per ottenere il filo. Gli artigiani, spesso donne, si occupavano di cuocere i bozzoli e di estrarre la filatura grezza: un compito cruciale per garantire la qualità del tessuto finale.
Il processo iniziava con la cura dei bachi, che necessitavano di un ambiente soleggiato, ventilato e asciutto, spesso allestito in casa del setaiolo. Il cibo principale dei bachi era rappresentato dalle foglie di gelso, disposte su ripiani di canne. Successivamente, il filo veniva filato e preparato per la tintura.
La tintura era un’altra fase fondamentale, che utilizzava piante e animali per ottenere i diversi colori, come l’indaco dal gualdo, il porpora dai molluschi, il nero dalle noci e il giallo dallo zafferano. Dopo la tintura, i tessuti venivano confezionati sui telai, dove gli artigiani esperti davano vita a splendide creazioni.
Questo processo artigianale culminava nella vendita delle mercanzie, tra cui la seta, presso edifici storici come la Lonja de la Seda, simbolo ancora esistente, di un’industria fiorente e di tradizioni secolari.
Nelle varie vetrine del Museo potrai trovare una dettagliata ricostruzione del laboratorio dell’epoca e dei materiali usati per le tinture.
Il Rinnovamento dell’Industria della Seta a Valencia nel XVIII Secolo
Verso la fine del XVII secolo, l’industria della seta di Valencia visse un periodo di grande rinnovamento, favorito dall’apertura di nuovi mercati, in particolare quello americano.
Mentre il settore tessile in altre parti della Spagna declinava, Valencia si orientò verso modelli ispirati ai disegni francesi, caratterizzati da tessuti ornati con riproduzioni di fiori e piante.
Nella Museo della Seta puoi osservare alcuni disegni floreali, frutto di una tecnica chiamata “messa su carta”, che consiste nella trasposizione di opere pittoriche su cartoni quadrettati e forati, poi utilizzati per integrare le decorazioni floreali nei tessuti di seta.


I manichini esposti indossano abiti in seta che si ispirano alla moda francese del XVIII secolo. Gli uomini sfoggiavano completi sontuosi in taffetà, raso o velluto, decorati con ricami in filo di seta dorato o argentato, mentre le donne corpetti attillati e gonne ampie.
Con l’ascesa della monarchia borbonica, la moda francese influenzò ulteriormente l’aristocrazia e la borghesia spagnola, ma anche le classi meno abbienti aspiravano a indossare tessuti pregiati, sebbene limitandosi a capi più modesti, anch’essi esposti nelle vetrine.
Joaquín Manuel Fos: L’artigiano ossessionato dal Moiré

Nell’ultima sala del museo potrai notare anche una statua che rappresenta Joaquín Manuel Fos, nato a Valencia nel 1730: un esempio straordinario di dedizione e ingegno nell’arte della seta.
Ossessionato dal desiderio di produrre il miglior moiré d’Europa, Fos sperimentò diverse tecniche e, non riuscendo a raggiungere il suo obiettivo, pianificò un audace inganno. Simulò la propria morte per poter viaggiare sotto falso nome a Barcellona, dove lavorò in uno dei migliori setifici.
Il suo viaggio lo portò poi in Italia, Francia, Costantinopoli e Damasco, sempre alla ricerca del segreto del moiré. Tornato a Valencia, rivelò la verità sulla sua finta morte e, finalmente, riuscì a integrare il moiré nella sua produzione.
Negli anni successivi, Fos ricoprì importanti cariche, tra cui consigliere del commercio e sindaco del quartiere dei vellutai.
Un aneddoto interessante che lo riguarda è testimoniato nell’archivio del museo: ordinò la distruzione di tessuti non conformi, bruciandoli nella piazza del Mercato di Valencia.
San Girolamo e le origini della Corporazione dei Vellutai

Nella sala è esposta inoltre un’effigie di San Girolamo, patrono dei tessitori di velluto, ed anche vari elementi distintivi della Corporazione dei vellutai, tra cui una lastra per stampare il diploma di vellutaio.

L’istituzione nacque il 18 ottobre 1477, quando 56 mastri vellutati, tra cui 12 genovesi, si riunirono per redigere le prime ordinanze del mestiere, fondando così la Confraternita di San Girolamo. Due anni dopo, re Ferdinando il Cattolico conferì al mestiere il privilegio reale di arte.
Nel XVII secolo, il re Carlo II di Spagna elevò la confraternita a rango di Collegio, riconoscendo le qualifiche richieste ai membri, come l’aritmetica e la pittura.
L’Impatto dell’Industrializzazione e la tradizione che resiste

Nel XIX secolo, l’industrializzazione inflisse un duro colpo alla cultura tradizionale della seta, sostituita dalla produzione in serie. Nonostante ciò, a Valencia, le tradizioni legate alla seta si mantennero vive, come dimostrano i manichini con gli abiti da Fallera esposti nella sala. Sono quelli indossati dalle donne durante le celebrazioni de Las Fallas ancora molto simili allo stile settecentesco.
Le sale storiche del Museo della Seta di Valencia
Dopo la visita alle sale prettamente dedicate alla sezione museale, potrai salire ai piani superiori del Collegio e scoprire ambienti restaurati di notevole pregio artistico e storico.
L’Archivio Storico del Collegio: Custode della Memoria Artigiana

L’archivio storico del Collegio di Valencia rappresenta la raccolta corporativa più importante d’Europa, con 48 pergamene, 660 libri e 97 casse. Le vetrine ospitano documenti originali e riproduzioni che raccontano la storia dell’economia valenciana e del collegio stesso.
Tra questi si trovano le ordinanze della corporazione, registri di maestri, funzionari e apprendisti, che rivelano i requisiti per diventare vellutati e gli standard qualitativi da rispettare.
La Cappella del Museo della Seta: Un Tesoro di Storia e Arte

Un altro ambiente meraviglioso è la Cappella, inconfondibile per il pavimento decorato con magnifiche mattonelle bianche e verdi, note come “fazzolettino”. Anche se non si tratta del pavimento originale, rappresenta un legame con la tradizione.


Sulla parete di sinistra, si trova un’insolita finestra interna che rivela resti di una scala gotica, mentre un pannello sopra la porta presenta 4 simboli della corporazione. Sulla parete opposta, un prezioso pannello funge da altare, con San Girolamo circondato da decorazioni barocche.
La Sala della Pometa


La penultima Sala del complesso museale è chiamata Sala della Pometa, che prende il nome dai dettagli del pavimento che evocano piccole mele (pomete). Questa sala, un tempo sede delle riunioni della corporazione, oggi ospita una parte della collezione tessile del Collegio dell’Arte Maggiore della Seta e materiali pregiati come il damasco, un tessuto double face, e il broccato impreziosito da fili d’oro e argento.
La Sala de la Fama: Un Capolavoro di Arte e Architettura

L’ultima sala costituisce l’apice della visita al Museo della Seta di Valencia. La Sala de la Fama, realizzata a metà del XVIII secolo, non è solo la sala principale del collegio, dove si svolgevano i consigli, ma anche un capolavoro di decorazioni che ha subito un attento restauro per ripristinarne la bellezza originale.

Il soffitto, affrescato dal valenziano José Vergara, rappresenta un’incantevole scena celeste con San Girolamo circondato da Angeli, in contrapposizione al livello terreno riprodotto nel pavimento rococò con l’opera “La Fama e le Quattro Parti del Mondo”.


Creato dal piastrellista Vicente Navarro, questo pavimento celebra la fama mondiale della seta valenciana, con una una figura femminile centrale circondata da carrozze simboliche dei quattro continenti conosciuti all’epoca, trainate da animali emblematici come cavalli, elefanti, caimani e leoni.


Terminata la visita potrai dirigerti verso un’altra sala in cui sono esposti tutti gli strumenti di lavorazione sia del baco da seta che del tessuto. Qui potrai anche assistere a dimostrazioni guidate dell’utilizzo dei vari strumenti. E prima di uscire attraverserai il negozio Espai Seda, che vende articoli in seta così belli da far sembrare anch’esso un museo.
Info utili per la visita del Museo della Seta a Valencia

Il Museo della Seta di Valencia si trova in Carrer de l’Hospital, 7, a pochi passi dal Mercato Centrale.
E’ aperto:
- dal martedì al sabato dalle 10:00 alle 19:00,
- la domenica dalle 10:00 alle 14:30,
- è chiuso il lunedì.
Il costo del biglietto è di:
- 9 € intero,
- 7 € ridotto (Valencia Tourist Card, studenti, tessera giovanile, pensionati, famiglia numerosa, persone con disabilità e disoccupati),
- gratuito: bambini fino a 12 anni, guide turistiche qualificate e insegnanti con i loro gruppi.
L’ingresso è incluso nel biglietto cumulativo di 15€ che comprende anche la Chiesa di San Nicola di Bari e la Chiesa de los Santos Juanes (soluzione migliore).
*Ringrazio l’Ufficio del Turismo di Valencia per la collaborazione e per avermi fornito la VTC con la quale ho potuto scoprire questo museo.
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