Nel cuore del quartiere del Carmen di Valencia, la Casa de las Rocas, è un prezioso museo che raccoglie un’ampia collezione di oggetti utilizzati durante le processioni del Corpus Domini e le sfilate a cavallo.
Questa tradizione è profondamente radicata nella città di Valencia dal XIV secolo e nel 2010 è stata dichiarata Bene d’interesse culturale.
Il Corpus Domini, definito anche “festa grossa” si è svolto per la prima volta nel 1355 ma ha avuto continuità nelle celebrazioni solo dal 1372 e ancora oggi si festeggia l’ottava domenica successiva alla domenica di Pasqua.
E’ una festa religiosa molto sentita tra i valenciani, ricca di simboli e allegorie del mistero della vita, che si ritrovano anche nei carri monumentali che sfilano in città durante le celebrazioni e che sono custoditi in questo museo.
Storia della Casa de las Rocas di Valencia
La Casa de las Rocas, costruita tra l’8 giugno 1435 e l’8 aprile 1447, ha una storia ricca e complessa. Il primo accordo per la sua costruzione risale all’8 luglio 1435, quando la città approvò la realizzazione di un edificio per ospitare i carri e gli strumenti destinati alla processione del Corpus Domini.
Sebbene la costruzione iniziale sia avvenuta rapidamente, si rivelò insufficiente, portando, il 5 maggio 1441, a una decisione di ampliamento. Il 22 marzo 1446, la città acquistò alcune concerie nel quartiere di Roteros, e l’anno successivo, il 18 aprile, iniziarono i lavori di ristrutturazione, completati nel 1448.
Nel corso dei secoli, l’edificio ha subito numerosi restauri, tra cui uno significativo nel 1517 in seguito ad un’alluvione. Ulteriori lavori di riparazione furono eseguiti nel 1657 e nel 1665, mentre nel 1812 fu necessario ricostruire completamente il tetto a causa dei bombardamenti francesi.
L’alluvione del 1957 vide l’acqua raggiungere un’altezza di quattro metri ed arrecò numerosi danni alla struttura.
L’ultima grande ristrutturazione avvenne nel 1980, quando la sede fu ampliata includendo un palazzo vicino. Il portone straordinariamente alto, fu progettato appositamente per permettere il passaggio dei carri monumentali.
Cosa vedere nella Casa dei Carri di Valencia
La Casa de las Rocas di Valencia si struttura su diversi livelli, ciascuno dedicato ad una tematica specifica.
Al piano terra i giganti e le bestie ti accolgono prima di entrare in un grande magazzino dove i carri, immense strutture in legno, sono pronti a raccontarti il loro significato. Sono addossati l’un l’altro, l’odore di legno e di polvere è intenso e lascia intendere il loro vissuto. C’è solo un piccolo spazio per passare tra di loro e ammirarne tutti i dettagli.
I Nani e i Giganti della città di Valencia

I Giganti della Città è il nome dato alle tre coppie di giganti che furono realizzate nel 1988, in occasione del 750° anniversario della conquista di Valencia da parte di Giacomo I.
Simboleggiano le tre culture che all’epoca coesistevano in quelle zone: cristiana, musulmana ed ebraica e sono state recentemente restaurate. Accanto a loro sono stati aggiunti due personaggi che facevano parte della falla dei bambini del 2023. Rappresentano due quartieri di Valencia: il giardino con Zio Pau agricoltore, e il quartiere del mare con Rosariet, la pescatrice.
I giganti sono affiancati anche dai nani e rappresentano tutti i luoghi del mondo dove il messaggio eucaristico doveva essere diffuso.
Sono i primi a sfilare durante la processione del Corpus Domini, dopo aver custodito tutto il giorno la porta della Cattedrale di Valencia, dalla quale nel pomeriggio, iniziano le celebrazioni.
In un angolo della prima sala del museo, potrai ammirare anche i ceri, lunghi più di 2 metri e mezzo, con un diametro di 17 cm e un peso di 15 kg. Accompagnati da una banda musicale, questi ceri segnano la conclusione della rappresentazione civile della processione e annunciano l’arrivo del corteo alla Cattedrale.
Sono sostenuti dai cirialots, 26 uomini vestiti di bianco, con la barba e la parrucca bianche realizzate in crine di cavallo, e una corona dorata sulla testa.
I mostri del Corpus Domini di Valencia
Ai piedi dei giganti ci sono i mostri che rappresentano la lotta contro il male sotto forma di allegorie agiografiche:

- il drago legato alla figura di San Giorgio,
- la Tarasca, il drago a sei zampe con una corazza simile ad una tartaruga, legato a Santa Marta che la ammansì grazie alla preghiera,
- la Cucafera, la tartaruga che rappresenta il Demonio sconfitto da Santa Margherita.
Accanto a loro si trova anche il Gigante di San Cristoforo, apparso in processione nel 2005 dopo che la precedente statua fu distrutta da un incendio nel 1936.
La sala de las Rocas

Nella seconda sala che funge da grande magazzino dei Carri, riuscirai immediatamente a distinguere tre aquile (Las Águilas): la più grande (realizzata nel 1979) rappresenta San Giovanni Evangelista e le due più piccole, del 1985, simboleggiano il legame con la Chiesa di Roma.
Gli 11 carri trionfali, “parcheggiati” l’uno accanto all’altro quasi a creare un unico grande monumento, rappresentano allegorie sacre e profane legate proprio ai misteri del Corpus Domini valenciano.
Sono formati da una base a forma di barca sovrastata da gruppi scultorei. Grazie alle ruote vengono trasportati in giro per Valencia da dei cavalli.
Le “Rocas” (carri) sembrano esser comparsi a Valencia già tra il 1373 e il 1392, ma solo nel 1417 alcuni documenti scritti menzionano “i carri per la festa del Corpus Christi”.
Si dice che siano stati realizzati dai cittadini di Valencia per omaggiare il Re presente in città per la ricorrenza, e dato il loro entusiasmo fu proprio il re a decidere di dedicarli a festeggiamenti del “Re dei re”.
Sebbene la struttura sia quella originaria degli anni riportati nell’elenco qui sotto, i carri sono stati più volte restaurati. Alcuni furono ridotti di altezza nel 1912 in seguito all’introduzione dei cavi del tram elettrico che li costrinse ad una pausa dalle sfilate, nel 1910 e nel 1911. Nel 1959 fu necessario un profondo restauro di tutte le Rocas, in seguito ai danni riportati durante l’inondazione del 1957.
Gli 11 Carri che potrai vedere nel Museo del Corpus di Valencia sono:
- La Diablera (1511/1542),
- la Fede (1542),
- San Michele (1542),
- San Vicente Ferrer (1665),
- la Purissima Concezione (1665),
- la Santissima Trinità (1674),
- Valencia (1855),
- la Fama (1899),
- Madre di Dio degli Abbandonati (1955),
- il Patriarca (1961),
- il Santo Calice (2001).
La Diablera

“Diablera” è il nomignolo che la popolazione ha scelto per il carro precedentemente chiamato “di Plutone” o “dell’inferno”. Vuole ricordare il periodo in cui Valencia era sotto il dominio musulmano.
Una scritta sul carro ne ricorda la storia:
“Se contruyó en 1511 con la denominación de “Infern”. Se reforma en 1542 con el titulo de “Diablera”. Renovada en 1702. Se restaura en 1867 con motivo del segundo centenario de Nuestra Señora de los Desamparados. Restaurada en 1959 después de la Riada de 1957.”
ovvero:
“Si costruì nel 1511 e venne chiamata ‘Inferno’. Si riforma nel 1542 con il nome di ‘Diablera’. Ristrutturata nel 1702. Si restaura nel 1867 per il secondo centenario della ‘Vergine degli Abbandonati’. Restaurata nel 1959 dopo l’inondazione del 1957.”
La Fede

Il Carro della Fede nacque come rappresentazione del Giardino dell’Eden. La Fede è raffigurata con gli occhi bendati e un calice nella mano destra. Vuole commemorare il ritorno della religione cristiana a Valencia, dopo il periodo di dominio musulmano.
Il Carro di San Michele

Il Carro dedicato a San Michele, custode del Paradiso, ricorda la fine del culto di Maometto a Valencia. E’ dedicata al Santo perché proprio nel giorno a lui dedicato, il 29 settembre 1238, terminò la funzione della moschea principale, sostituita poi dalla Cattedrale con credo nuovamente cristiano.
Di fronte all’Arcangelo si può vedere Giove, Re degli dei nell’antica Roma.
San Vicente Ferrer

Il Carro dedicato a San Vicente Ferrer, fu creato utilizzandone uno del 1512 dedicato San Vicente Martir di Saragozza.
San Vicente Ferrer è rappresentato come un angelo dell’Apocalisse. Di fronte a lui, Sansone lotta contro un leone a mani nude, esprimendo la forza di volontà e il potere soprannaturale del Santo.
Roca de la Purissima Concezione

Il Carro della Purissima Concezione ricorda il riconoscimento del Mistero della “Pura Concezione”.
Fu costruito nel 1542 in onore di “María del Te Deum”, appellativo poi cambiato nel 1665, tramite un decreto di Papa Alessandro VI. La figura principale è la Vergine Maria preceduta da Sant’Elena e seguita da Giuditta.
La Santissima Trinità

Il Carro della Santissima Trinità ricorda la Fede nel mistero della “Santissima Trinità”.
In principio c’erano solo le figure del Padre, Figlio e Spirito Santo, ma nel 1702, furono aggiunti Adamo ed Eva di fronte alla Trinità e accanto all’albero della conoscenza del bene e del male.
Il Carro di Valencia

Il carro che rappresenta un’allegoria di Valencia fu costruito per il quarto centenario della canonizzazione di San Vicente Ferrer utilizzando le decorazioni provenienti dal Salone Dorato del vecchio Municipio.
La Roca de la Fama

Il Carro della Fama fu realizzato per partecipare alla Fiera di luglio che si tenne a Valencia nel 1899.
La protagonista della composizione è, infatti, l’allegoria della Fama, intesa come personificazione della voce pubblica che tiene in mano una lunga tromba per diffondere ovunque la gloria valenciana.
Il Carro “ Mare de Deu dels Desamparats”

Il Carro “Mare de Deu dels Desamparats” (Madre di Dio degli Abbandonati) fu costruito nel 1995 per festeggiare i 500 anni da quando la “Vergine degli Abbandonati” fu scelta come Patrona di Valencia.
La grande statua della Vergine è ispirata all’immagine gotica che si trova nella Cappella “del Capitulet”. È posizionata all’interno di un tempietto barocco sostenuto da otto colonne tortili.
Il Carro del Patriarca

Il Carro del Patriarca fu realizzato nel 1961 in occasione della canonizzazione del beato “Juan de Ribera” da parte di Papa Giovanni XXIII.
Il Santo è incorniciato da un tempietto rinascimentale in legno e circondato da rilievi che rappresentano la sua storia e stemmi di luoghi a lui legati.
Il Santo Calice
Il più recente dei Carri del Corpus Christi ospita una riproduzione del Santo Calice, custodito nella Cattedrale di Valencia dal 1435.
Ai lati si possono ammirare 33 piastrelle in ceramica con personaggi biblici, date importanti e anche il ricordo della benedizione ricevuta da Papa Giovanni Paolo II.
Le altre esposizioni: il Rotolo del Corpus e la Cobalgade del Convite

Salendo ai piani superiori del Museo dei Carri, si incontrano alcune sale con oggetti speciali.
Il Rotolo del Corpus del XIX secolo ha un grande valore antopologico in quanto illustra, in ben 31 metri di lunghezza, la sfilata del Convit e la processione con tutti i personaggi.

Sono poi esposti tutti i cavallini e gli abiti folkloristici indossati durante la Cabalgade del Convite (un invito fatto dalle Giurie cittadine alla popolazione, a partecipare alla processione del Corpus Domini) e le danze tradizionali che la accompagnano.




Visitare la Casa de las Rocas di Valencia è un altro bellissimo viaggio (insieme al Museo Fallero e al Museo della Seta) nell’anima di Valencia, consigliato soprattutto se non hai la possibilità di vivere la città durante le celebrazioni del Corpus Domini.
In questo modo potrai immergerti nella solenne e suggestiva atmosfera che aleggia per le strade quando tutti, fedeli e non, vengono coinvolti nelle affascinanti celebrazioni.
Info utili per la visita della Casa de las Rocas a Valencia
La Casa de la Rocas si trova in Calle de Roteros 8, a circa 600 metri dalla Cattedrale di Valencia.
E’ aperta:
- dal martedì al sabato dalle 10 alle 14 e dalle 15 alle 19,
- la domenica e festivi dalle 10 alle 14,
- E’ sempre chiusa il lunedì.
L’ingresso è gratuito.
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